L’Italia dice basta all'uccisione di animali per pelliccia

La commissione Bilancio del Senato italiano ha approvato un emendamento che vieta definitivamente e su tutto il territorio, gli allevamenti di visoni, volpi, procioni, cincillà e altri animali finalizzati alla produzione di pellicce.

La decisione sarà operativa dal 1° gennaio 2022 e consentirà agli allevamenti esistenti di mantenere gli animali già presenti nelle strutture fino al 30 giugno 2022, data entro la quale dovranno essere liberati. La legge permetterà di salvare 7039 visoni presenti negli allevamenti attualmente attivi in tutta Italia. Il Senato ha previsto per gli allevatori degli indennizzi che permetteranno di compensare i mancati profitti. L’Italia è il ventesimo Paese europeo che introduce divieti o severe restrizioni all’attività di produzione di pellicce animali.

La fine di questa pratica giunge dopo una campagna avviata da anni da diverse organizzazioni della società civile insieme a un intergruppo parlamentare di senatori e deputati, oltre a un grande numero di personaggi noti e non solo. In una lettera aperta inviata a dicembre al premier Draghi e ai ministri competenti, diverse personalità del mondo dello spettacolo e della moda coordinate dal gruppo PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) chiedevano “…possiamo lasciarci alle spalle gli allevamenti di animali da pelliccia, responsabili di tanto inutile dolore, e guardare al futuro con volontà di cambiamento positivo e propositivo”. Molti stilisti italiani tra i quali Gucci, Furla, Armani, Versace, Valentino e Prada non utilizzano più pelliccce animali nelle loro collezioni e secondo PETA, oltre il 90% degli italiani è contrario agli allevamenti di animali da pelliccia.

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Fonte: Peta; Senato della Repubblica Italiana

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