Uno strano effetto della parola "coraggio"

Tempo fa ho visto tutte le serie di un anime (così si chiamano i cartoni animati giapponesi) intitolato "Monogatari".  L'opera è un capolavoro con personaggi complessi e dialoghi memorabili, malgrado alcuni classici difetti di molti anime, come la presenza sovrabbondante del cosiddetto "fan service", spesso caratterizzato da ammiccamenti del tutto gratuiti a perversioni diffuse nella società giapponese (che includono forme di molestia sessuale) senza neppure un accenno di collegamento alla trama o allo sviluppo dei personaggi.  Non scendo nei particolari perché a questa pagina sono affezionato e non voglio correre il rischio che sia disintegrata dalla spietata polizia democristiana dei social network. Oggi mi gira così. Voglio che il post sia completamente asettico.  A proposito, mi è tornata in mente la scena in cui un personaggio femminile fa una scommessa con Koyomi Araragi, il protagonista. La posta in palio è collegata alle perversioni del ragazzo. Ma la questione più interessante è proprio l'oggetto della disputa.  Lei scommette di poter dimostrare che la parola "coraggio" si può usare per manipolare la comunicazione e descrivere qualsiasi azione esecrabile come se fosse un comportamento degno della massima stima.  Basta aggiungere "coraggio" e il gioco è fatto.  Per essere convincente fa diversi esempi allo scettico Araragi. Non li ricordo tutti, quindi alcuni devo inventarli, ma il concetto non cambia. Tanto per rendere l'idea, ecco un piccolo elenco: il coraggio di far del male a qualcuno, il coraggio di tradire gli altri, il coraggio di mentire, il coraggio di ingannare, il coraggio di sacrificare vite umane, il coraggio di sganciare una bomba.  Alla fine Araragi si arrende e lei vince la scommessa.  Ho ricordato questa scena quando Salvini ha pubblicato una foto per mostrare se stesso in posa eroica. Nella foto c'era una barca in mezzo al mare, piena di migranti in fuga dalla disperazione. E c'era anche la scritta: «Torna la sicurezza, torna il coraggio».  Già, proprio quel coraggio lì... 

 [L'Ideota]   


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