Corpo Celeste

Oggi si dà alla parola diverso una dimensione fisica o psichica limitata alla sfera affettiva, personale. I veri diversi per mia esperienza sono altri, e sono di sempre: sono i cercatori di identità, propria e collettiva, e nazionale, e d'anima. Coloro che videro il cielo e che mai lo dimenticarono, che parlarono al di sopra dell'emozione, dove l'anima è calma. Che non credono, o credono poco, ai partiti, le classi, i confini, le barriere, le fazioni, le armi, le guerre. Che nel denaro non hanno posto alcuna parte dell'anima, e quindi sono incomparabili. Quelli che vedono il dolore, l'abuso; vedono la bontà o l'iniquità, dovunque siano, e sentono come dovere il parlarne. I cercatori di silenzio, di spazio, di notte, che è intorno al mondo, di luce, che è intorno al cuore. [...] 
Ora, io vorrei chiedere a chiunque mi ascolti — aspettando risposta, naturalmente, solo nel cuore: credete davvero che la vita umana sia sempre e solo trionfo sull'altro? Che per essere contenti della propria vita bisogna aver posato il piede sul capo dell'altro? Credete che i deboli —paesi o individui —debbano essere eliminati anche se in modo indolore? Credete che zingari, poveri, pastori di greggi; che poeti, scrittori, preti e maestri non di parte o isolati, che attraversano questa vita lieti come fanciulli e vigili come madri non servano proprio a nulla, e la vita, la società, lo Stato possano fare a meno di essi?  

— Anna Maria Ortese


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