Mi piacciono...
le persone e tutto quel mondo “proletario” che ho vissuto e tutt’ora frequento. Quando uso questo termine non parlo solo di una condizione socio-economica ma di uno stato mentale. Mi piace chi ama mangiare in quelle terrazze di trattorie ombreggiate da pergole di viti dove sui tavoli ci sono tovaglie di carta o quelle plasticate a scacchi bianchi e rossi. Quelle persone che amano rovistare tra bancarelle cariche di cianfrusaglie sperando sempre di trovare un buon affare. Quelle che si siedono a terra intorno a un bel falò in quelle sere piene di stelle cantando insieme. Mi piace chi non ostenta, chi conosce la misura, chi ha rispetto dei suoi guadagni, chi spende i suoi soldi ma lo fa con quel pizzico di etica pensando che tanta gente non ce la fa nemmeno a mettere insieme un pranzo con la cena. Chi sperpera in sentimenti, sapere e conoscenza. Mi piacciono le persone che aiutano e non discriminano, chi ha il piacere di vivere dentro quel mondo popolare fatto di cose semplici e sentimenti genuini. Forse perché è un mondo che mi ricorda le origini, chi erano i miei nonni e i miei genitori. Quel mondo così umile ma solidale dove il disperato riusciva ad aiutare quelli più disperati di lui. Oggi potrei girar le spalle a quel mondo, potrei ignorarlo, potrei ostentare quel mio status borghese, avere l’orgoglio per le belle cose, le belle case o per qualcosa di gran lusso ma sarei come un pesce fuor d’acqua. Ci devi nascere, devi essere predisposto a fare certe scelte. Quando mia madre faceva enormi sacrifici per farmi studiare pensava sicuramente ad una mia vita migliore della sua ma non credo pensasse a una vita “troppo migliore”. Ma no, non poteva pensarlo perché non la conosceva una vita “troppo migliore”. Lei conosceva quelli di “una vita tranquilla”, quelli ammirava e invidiava. Ecco, si, lei pensava una vita tranquilla, senza disagi economici, una vita dove puoi comprarti il gelato se ne hai voglia e fermarti a mangiare in qualche trattoria senza fare i conti in tasca o fare qualche bella vacanza. Ma il gelato, la trattoria, non l’hotel 5 stelle o il ristorante stellato. E così mi ritrovo con le tasche piene di quel tipo d’insegnamento e non saprei fare diversamente. Seguito contento a stare dentro quel mondo che m'ha dato tanto e ci sto veramente bene.
@ilpianistasultetto
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