Vita e destino

In due millenni si sono mai visti casi in cui siano stati la libertà e l’amore per l’uomo a impiegare l’antisemitismo quale strumento della propria battaglia? A me non risulta. L’antisemitismo del quotidiano è un antisemitismo non cruento. È la prova che al mondo esistono idioti, invidiosi e falliti. Nei paesi democratici può insorgere un antisemitismo di natura sociale, che si manifesta negli organi di stampa appartenenti a gruppi reazionari, nell’operato di quegli stessi gruppi (per esempio nel boicottaggio della manodopera o delle mercanzie ebraiche) e in un sistema religioso o ideologico reazionario. Nei paesi totalitari, dove la società civile non esiste, può svilupparsi solo un antisemitismo di Stato. L’antisemitismo di Stato è la prova che lo Stato si serve di idioti, reazionari e falliti, che sfrutta l’ignoranza dei superstiziosi e il rancore di chi ha fame. Al suo primo stadio un tale antisemitismo è discriminatorio: lo Stato permette agli ebrei di vivere solo in determinati luoghi e di svolgere determinate professioni, vieta loro di occupare posizioni di rilievo, di frequentare le università, di ottenere titoli accademici e via dicendo. Dopo di che passa allo sterminio. In epoche in cui le forze reazionarie di tutto il mondo si scontrano – a loro fatale detrimento – con le forze della libertà, l’antisemitismo si fa ideologia di Stato e di partito. Così è successo nel XX secolo, l’era del nazismo. 

Vasily Grossman


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