2 agosto del 1980

ANGELA E MARIA: LA VITTIMA PIÙ GIOVANE DELLA STRAGE DI BOLOGNA E LA SUA MAMMA LETTERALMENTE DISINTEGRATA DALL’ESPLOSIONE  

Il 2 agosto del 1980 nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna ci sono tante persone. Tra chi va e chi viene ci sono tre donne. Sono amiche, e hanno deciso di andare a passare insieme alcuni giorni sul Lago di Garda. Una di loro si chiama Maria Fresu, e porta con sé sua figlia Angela, di appena tre anni.  È un’operaia, lavora in una ditta di confezioni e può riprendere fiato dopo un anno di fatiche solo nelle prime due settimane di agosto. Maria ha sempre gli occhi puntati sulla sua piccolina. Una bambina dai capelli spettinati e dal temperamento vivace, che è stanca di starsene seduta e che scalpita per muoversi, divertirsi, giocare.  Ma in quella sala d’aspetto non c’è solo gente comune, gente che è stanca del caldo, che vuole andare in ferie, che pensa già al mare e alla montagna, alla famiglia da riabbracciare dopo tanto tempo. C’è anche una valigia. Una valigia nera, piena di esplosivo. È piazzata proprio vicino a Maria ed Angela, nei pressi della porta d’ingresso, su un tavolino a cinquanta centimetri di altezza.  Alle ore 10:25 la bomba scoppia.  La sala d’aspetto, gli uffici al piano di sopra, il ristorante, il bar si sollevano e poi ricadono. Muri portanti distrutti, schegge e detriti che investono i binari e il parcheggio dei taxi, fumo e polvere che si alzano al cielo. La stazione non c’è più. Dove c'erano muri restano solo macerie, dove c’erano persone innocenti, ci sono cadaveri.  Il boato si sente in tutta Bologna. Centinaia e centinaia di cittadini accorrono per dare soccorso ai feriti (200), per sottrarre i corpi dalle macerie, per raccogliere i morti.  Saranno 85.  Tra gli altri la bomba uccide la piccola Angela, cancellando così un’esistenza ancora tutta da vivere. Uccide una delle due donne in vacanza con sua madre, e ovviamente uccide Maria Fresu.  Ma il corpo di Maria non si trova. I suoi resti sembrano essere scomparsi nel nulla. Polverizzati. Come se l’esplosione non avesse solo spento la sua vita, ma cancellato la sua stessa presenza su questa terra.  Qualche mese dopo, analizzando alcuni minuscoli resti sotto un treno, dei periti stabiliscono che è tutto quello che rimane di Maria. Saranno messi in un’urna e dati ai parenti. Recentemente si è sostenuto che i resti del cadavere di Maria Fresu siano stati portati via dal luogo dello scoppio. Si tratterebbe di un primo depistaggio.  Nel 1995 verranno condannati definitivamente come esecutori materiali della strage Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, a cui nel corso degli anni si aggiungeranno Luigi Ciavardini, Gilberto Cavallini e Paolo Bellini, tutti appartenenti al gruppo terroristico di estrema destra Nuclei Armati Rivoluzionari. Licio Gelli sarà tra i condannati per depistaggio.   Speriamo che la storia di Angela e Maria tenga vivo il ricordo di questo tragico evento e che possa spingere tutti a chiedere che si faccia completamente luce su questa e su tutte le altri stragi che hanno insanguinato il nostro paese. 

 Cronache Ribelli


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