Corpi da controllare

All'epoca si poteva andare e venire con il viaggio legale. La migrazione non era l'unica scelta possibile. La gente poteva stare qui per un po’, studiare e ritornare al Paese. Lavorare come stagionale. Innamorarsi. E perché no, fare il turista. È così strano pensare a un africano come un turista? Ma l'Africa oggi è stata privata di diritti e la mobilità viene di fatto negata a chi ci nasce (…) È dal 1989 che per gli africani è diventato difficile (anzi impossibile) spostarsi. 1989…da una parte di mondo, a Berlino, era caduto un muro e tutti speravamo (…) o semplicemente volevamo un mondo senza frontiere Ma poi dall'altra parte c'era stata una stretta sui diritti di cui ci siamo accorti tutti troppo tardi. È stato tutto improvviso. Persone che salivano su un aereo solo qualche anno prima improvvisamente diventavano corpi pericolosi, a rischio immigrazione. Corpi da controllare, da marginalizzare, su cui perpetrare politiche della separazione. E fu così che capii (come tutti, con il tempo) che quel muro di Berlino che era crollato era riemerso nel Mediterraneo creando di fatto cittadini di serie A a cui ogni stato permetteva il viaggio grazie al passaporto forte e cittadini di serie B a cui di fatto veniva (ed è ancora) impedita la mobilità. Persone i cui corpi, per andare da un punto all'altro del globo, dovevano farsi torturare , spezzare, violentare. Corpi che finivano prima in un lager e poi su un barcone che poteva arrivare o no dall'altra parte del mare. da “La linea del colore”.

di Igiaba Scego

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