Ossessione

E’ anche un film. Diretto nel 43’ da Luchino Visconti e liberamente tratto da “Il Postino suona sempre due volte” di James M. Cain. Narrando la storia sentimentale dei due interpreti, Visconti disegna sulla pellicola non solo la torbida e sensuale storia di un “amore malato” ma apre con il suo neo-realismo la visione a quella atmosfera compressa e bigotta tanto cara al fascismo e alle sue certezze d'esistenza, contrapponendeola alla vita “diversa” basata sulla speranza e quindi sul sogno. La durezza della realtà contro l'illusione del cambiamento. Ed il cambiamento ne viene sconfitto. Come quasi sempre accade, colpito e vittima dello status quo, del lasciare inalterate le cose affinchè non si debba avere l'onere (ed il dolore della fatica) di ricostruirle. Ossessione é un termine che deriva dal latino “assediare, occupare”. Come la realtà che spesso occupa abusivamente i nostri sogni frantumando le nostre speranze. Come oggi. Viviamo nell'ossessione del “ristabilire” l'ordine; di recuperare certezze, accontentandoci del classico uovo a scapito di una futura (ed incerta) gallina. E’ l'ossessione, non a caso tanto cara ai nuovi fascisti e agli idioti legaioli di Pontida, a spingere le masse-bovine verso le barriere, gli steccati, i rifiuti. Essi sono ossessionati da quel sogno interrazziale e multietnico che preme sulle coscienze, da quel messaggio “cristiano” di fratellanza che rifiutano d'accettare pur definendoszi “veri cristiani” facendo ciondolare catenine del rosario. Quindi, come nel film, assistiamo alla guerra di due eserciti che saranno entrambi sconfitti. Gli ossessivi non potranno fermare a lungo l'avanzata del nuovo e gli ossessionati dal cambiamento potrebbero vedere i loro desideri naufragare nella paura stessa della diversità. Ma i primi, pavidi e codardi coglioni, rinchiusi nelle mura di presunte certezze; prima o poi verranno spazzati via da quella inarrestabile forza che si chiama Futuro. Non potete mantenere a lungo i vostri fili spinati, i vostri muri; le vostre inique Leggi. Prima o poi cadrete. E noi aspetteremo quel momento per trasformare il sogno in realtà. Mi rivolgo oggi a tutti coloro che nel giardino della mente coltivano il sogno; che lo curano, lo proteggono, lo innaffiano con tutto l'amore che possiedono. Non stancatevi mai di farlo. Siate ostinati. Vivete la vostra ossessione sbarrando la strada all'altra. Siate forti della vostra speranza, non barattatela mai con la malefica casa di una presunta stabilità. Un Uomo che fugge dalla disperazione, sia che lo faccia attraverso sentieri di montagna, scavalcando dune di sabbia o sfidando il mare, é simile a Noi. Siamo Noi quell'Uomo, quella Donna, quel Bambino. Abbiamo lo stesso sangue, lo stesso Pensiero e, in minima parte, la stessa Disperazione. Noi come Loro, cerchiamo di trasformare l'oggi in un domani diverso. Per farlo, essi rischiano la vita. Noi possiamo solo far di tutto per salvarla. Per essere Degni di vivere. Per essere Fratelli, caricandoci anche in minima parte del loro dolore, di stringere quelle mani che cercano aiuto. Se non vogliamo farlo, se non riusciamo a farlo, mi dite che senso ha continuare a vivere?

Claudio Khaled Ser

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