L'animale morente

«Quali restrizioni ha avuto una ragazza cubana cresciuta in America che non sarebbero tipiche di un'educazione americana?» «Oh, un sacco di coprifuoco anticipato. D'estate, la sera, dovevo essere a casa quando tutte le mie amiche si erano appena incontrate. A casa alle otto di sera, d'estate, quando avevo quattordici o quindici anni. Ma mio padre non era un orco. E gentile, un padre come tutti gli altri. Solo, nessun ragazzo ha mai avuto il permesso di entrare in camera mia. Mai. Per il resto, quando ho compiuto sedici anni, sono stata trattata com'erano trattate le mie amiche, come orari e tutto.» «E i suoi genitori, quando sono venuti?» 

«Nel 1960. Allora Fidel lasciava ancora la gente libera di andarsene. Si erano sposati a Cuba. Prima sono andati in Messico. Poi qui. Io sono nata qui, naturalmente.» «Si considera un'americana?» «Sono nata qui, ma no, sono cubana. Cubana fino al midollo.» «Mi sorprende, Consuela. La sua voce, il suo atteggiamento, il suo modo di parlare. Per me lei è americana al cento per cento. Perché si considera cubana?» «Appartengo a una famiglia cubana. Tutto qui. I miei hanno quest'orgoglio smisurato. Amano la loro patria. Ce l'hanno nel cuore. Ce l'hanno nel sangue. A Cuba erano così.» «Cos'amano di Cuba?» «Oh, era un tale divertimento… Era una comunità di persone che avevano il meglio di tutto il mondo. Assolutamente cosmopolita, specie se abitavi all'Avana. Ed era bellissima. E tutti davano questi grandi ricevimenti. Era un vero spasso.»

«Ricevimenti? Mi parli dei ricevimenti.» «Ho queste foto di mia madre a questi balli in costume. Di quando ha debuttato in società. Foto di lei al ballo con cui ha debuttato in società.» «I suoi cosa facevano?» «Be’, è una storia lunga.» «Me la racconti.» «Be’, il primo spagnolo dal lato di mia nonna vi fu mandato col grado di generale. C'erano sempre un mucchio di soldi ereditati dagli avi spagnoli. Mia nonna aveva degli istitutori privati, e a diciotto anni andava a comprare i vestiti a Parigi. Nella mia famiglia, da tutt'e due le parti, ci sono dei nobili spagnoli. Alcuni sono di una nobiltà molto antica. Come mia nonna, che è duchessa… In Spagna.» «E anche lei è una duchessa, Consuela?» «No, - disse lei con un sorriso, - sono solo una ragazza cubana fortunata.» 

Philip Roth, L'animale morente, traduzione di Vincenzo Mantovani, Einaudi (collana Super ET), 2021֠; pp. 11-12. [ Edizione originale: The Dying Animal, Houghton Mifflin Publishing, 2001 ]

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