Ferito a morte

Immagina che Napoli sia la Foresta… L'avevo immaginato, I'avevo immaginato, figuriamoci se non l'avevo immaginato! — …Che uno di noi, in questa Foresta, completamente solo, voglia conservare la sua indipendenza, il suo carattere e insomma il suo io autentico. Voglia conservarlo svilupparlo o modificarlo senza interferenze deformatrici immune dalla sopraffazione inevitabile e corruttrice dell'ambiente, che sta lì a bocca spalancata, pronto a ingoiarlo. Ammetto anche che questo Giona sia un forte, che non sia nato e cresciuto sotto il segno dell'indulgenza, infatuato dal suo particulare, senza insomma le tare ed i vizi della nostra gente. Ammetto che niente impedisca, ma questa è una supposizione azzardata, che egli un giorno prenda coscienza di se stesso e dell'ambiente in cui vive. A questo punto io affermo che egli sarà ugualmente sopraffatto. Allora la cosa era semplicissima: eravamo fregati, punto e basta. — Ma se te che vai in un posto dove è possibile stabilire rapporti meno deformati con la realtà, dove ci vuole meno fatica a vivere secondo ragione? Era il caso di tirarla fuori: Fittizia evasione. Parli sempre di evasione, avrei potuto dirgli, e poi ti lasci tutto dietro e te ne vai. Peccato non averci pensato allora. Sostenere la parte così: La Storia se non c'è, si fa. Si può fare. Anche qua. Non si può resistere da soli a una Foresta, avrebbe risposto, lo sapevo già. Perdi tutto il tempo, tutte le energie a districartene, ti esaurisci così. Poi non hai la forza per fare nient'altro. Va bene allora avremmo messo una bella scritta al neon, grandissima, in cima al Vesuvio, così che ognuno potesse leggerla: CHI RESTA SARÀ SOPRAFFATTO. Sintetizzava bene la situazione, no? Unica mia obiezione: E don Benedetto? Pardon per quel don! So già: Abuso volgare di non concessa familiarità, equivoca strizzatina per assorbire nella terribile unità psicologica anche quel nome. Ricordo tutto? — Tentativo di livellare i valori confondendoli — aggiungeva l'esagerato, il pignolo! Dunque: niente don, che m'era scappato così, che in fondo era una sciocchezza. E invece, no: — Il nostro rifiuto deve cominciare da queste sciocchezze, insisteva, solo così si resiste alla Foresta Vergine. — Uuuuuh ! Insomma volevo dire: Benedetto Croce non è rimasto? Lo vedeva come una di quelle solitarie città azteche che un esploratore scopre per caso nel folto della giungla, stravolte dalla vegetazione, ma ancora impiedi dopo secoli di resistenza. — La nostra Foresta è punteggiata di città come questa. La sola tradizione che abbiamo nel sud. Sentinelle che si passano la voce nel buio dei secoli. Ma predomina e rimane solo la Foresta, purtroppo. 

 Raffaele La Capria, Ferito a morte, Bompiani, 1961¹; pp. 164-166.

Commenti

Etichette

Mostra di più