L'immagine del mondo

Diamo a un bambino una scatola contenente un gran numero di pezzi di varie dimensioni, forme e colori. Egli può costruire con essi una casa, una torre, una chiesa, la muraglia cinese, eccetera. Ma egli non può costruire due di queste cose allo stesso tempo, perché ha bisogno, almeno in parte, degli stessi pezzi in ciascuno dei casi. Questa è la ragione per cui considero vera l’esclusione della mia mente quando costruisco il mondo reale intorno a me. Ed io non mi accorgo che ciò sia avvenuto, ma poi mi meraviglio per il fatto che l’immagine scientifica del mondo reale intorno a me sia difettosa. Essa ci dà una quantità d’informazioni concrete, conferisce un meraviglioso ordine sistematico a tutta la nostra esperienza, ma è d’un silenzio spettrale su tutti i problemi generali e particolari vicini al nostro cuore, che hanno veramente importanza per noi. Non ci può dire una parola sul rosso e l’azzurro, l’amaro e il dolce, il dolore e la gioia fisica; non sa nulla della bellezza e della bruttezza, del bene e del male, di Dio e dell’eternità. La scienza ha talvolta la pretesa di dare una risposta su questi argomenti, ma le risposte sono molto spesso tanto sciocche, che non siamo disposti a prenderle sul serio. Cosí, in breve, noi non apparteniamo a questo mondo materiale che la scienza costruisce per noi. Noi non siamo in esso, ne siamo fuori. Siamo soltanto spettatori. La ragione per cui crediamo di essere in esso, di appartenere a quella immagine, è che il nostro corpo si trova nell’immagine. I nostri corpi vi appartengono; non solo il mio corpo, ma quelli dei miei amici, anche quello del mio cane, del gatto e del cavallo, e di tutte le altre persone e animali. E questo è il mio solo mezzo di comunicare con loro.

Erwin Schrödinger 


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