L'Olocausto dei bambini

L'Olocausto dei bambini ad Auschwitz Nel lager di Auschwitz furono circa 230mila i bambini e gli adolescenti che furono prigioneri, il numero più numeroso gli ebrei, ma anche rom, polacchi e slavi. Quasi tutti furono uccisi nelle camere a gas, altri perirono di stenti o di malattie. Il 27 gennaio 1945 giorno della Liberazione del lager si contarono solo 700 bambini e adolescenti, di cui 200 erano i superstiti dei bambini selezionati da Josef Mengele per i suoi esperimenti medici. I bambini ebrei e rom furono condotti ad Auschwitz essenzialmente a morire, 216mila piccoli ebrei finirono nelle camere a gas, 67mila adolescenti superarono la selezione e furono assegnati al lavoro coatto, lavoro durissimo, molti non riuscirono a superare le fatiche e perirono. I bambini rom: 11mila furono inizialmente assegnati al campo per le famiglie rom, poi il famigerato Josef Mengele fece costruire per questi bambini un Kindergarden, ma solo per facilitare i suoi esperimenti, le condizioni igeniche erano terribili. Moltissimi furono i bambini morti o per malattia o soppressi con iniezioni di fenolo da Mengele, il boia non forniva ai bambini nessuna cura medica e si limitava a studiare i progressi delle loro malattie per le sue ricerche. Liliana Segre Fu una delle adolescenti sopravvissute, numero di matricola 75190. Durante la sua prigionia ad Auschwitz, fu messa per circa un anno ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni Union, che apparteneva alla Siemens, subì altre tre selezioni. Gennaio 1945 dopo l'evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania. 1 Maggio Venne liberata dal campo di Malchow, dall'Armata Rossa. Dai 776 Bambini italiani deportati ad Auschwitz furono solo 25 i sopravvissuti fra questi Liliana Segre testimone della Shoah. “Ammanettarono mio padre, lui che era stato ufficiale della prima guerra mondiale che era orgoglioso di essere italiano, che era laureato alla Bocconi e aveva un bel lavoro ed era un galantuomo. Ricordo che le sue belle mani e i suoi bei polsi avevano le manette, non riusciva a parlare e aveva gli occhi rossi. Ci condussero al carcere di Varese prima e a quello di Como e in testa avevo sempre le stesse domande, ossia non riuscivo a capire cosa avessimo fatto per essere perseguitati. Poi ci spostarono a San Vittore, che fu l’ultimo ambiente che dividemmo. Era terribile e spesso piangeva scusandosi con me per avermi messa al mondo, nonostante tutto però eravamo ancora insieme. A calci e pugni ci fecero salire su vagoni bestiame. Fu il primo passo verso Auschwitz – Birkenau. (..) Uomini a destra e donne a sinistra. E poi non lo vidi più. Anche se vivessi altri cento anni quel momento resterebbe indelebile perché fa parte di me. Come papà.” Liliana Segre al ritorno di Auschwitz, visse prima con gli zii e poi con i nonni materni, di origine marchigiana, gli unici superstiti della sua famiglia. Liliana: “ Era molto difficile per i miei parenti convivere con un animale ferito come ero io: una ragazzina reduce dall'inferno, dalla quale si pretendeva docilità e rassegnazione. Imparai ben presto a tenere per me i miei ricordi tragici e la mia profonda tristezza. Nessuno mi capiva, ero io che dovevo adeguarmi ad un mondo che voleva dimenticare gli eventi dolorosi appena passati, che voleva ricominciare, avido di divertimento e spensieratezza ” Oggi come ieri Che cosa si dirà dei lager in Libia, dei campi profughi in Croazia, dei migranti torturati, uccisi, dei bambini nati dagli stupri in questi lager, grazie ad un'Europa sorda ed egoista come durante il nazifascismo. 

Santina Sconza

Commenti

Etichette

Mostra di più