IL COLONNELLO LAWRENCE

Per una dozzina d’anni si è molto chiacchierato del colonnello Lawrence (alias aviatore Shaw), non di quel che stava facendo bensì di ciò che non stava facendo. Nessuno sembrava disposto a credere che non fosse impegnato a sollevare l’ennesima rivolta in qualche fascia del mondo musulmano o a dedicarsi alla scrittura di un’altra conturbante opera. Siamo talmente abituati ai politici che fanno solo i politici e agli scrittori che sono solo scrittori da trovare difficoltà nel comprendere un uomo che, fatta una cosa, non ritiene necessario replicarla per rifulgere. Lawrence, senza dubbio, avrebbe magistralmente scritto di qualsiasi argomento cui si fosse interessato. Ma è davvero così strano che un uomo si astenga dallo scrivere libri quando non c’è nulla che si senta intimamente spinto a dire, o più strano che gli uomini continuino a produrre opere quando debbono scervellarsi per trovare un argomento? O perché ci saremmo dovuti aspettare che continuasse a sollevare rivolte nei deserti più di quanto ci si debba attendere che un uomo che ha salvato una principessa fermando un cavallo in fuga PAN è su www.pangea.news possa trascorrere la vita a salvare principesse o a cercare cavalli in fuga? L’uomo comune, è vero, tende a cercare di ripetere i suoi trionfi. Lawrence, forse, era semplicemente più razionale dell’uomo comune. È probabile che diventi l’esempio classico di quella cosa rara che è l’artista uomo d’azione. Ha portato gli arabi dalla parte degli Aili durante la guerra, è riuscito a influenzare la strategia britannica in Egitto e Palestina, e ha fatto molto per determinare il carattere della politica britannica in Arabia, Palestina e Iraq, e tutto ciò in conseguenza dei suoi personali successi tra i combattenti arabi. Il libro in cui ne narra la storia è giustamente definito come un’epopea in lingua inglese, vigoroso e sofisticato come Doughty e lineare come Omero. Ogni artista desidera essere un uomo d’azione, ma raramente lo è, anche se la storia della guerra è piena di uomini dal temperamento poetico che hanno eccelso come soldati. Ogni politico che abbia raggiunto i massimi livelli è stato anche un uomo di potenza creativa e ha posseduto quell’estro che è componente essenziale nell’artista. Lawrence non avrebbe mai avuto la pazienza di adattarsi alle convenzioni della vita politica, diplomatica o militare che necessitano una rigida osservazione ai fini del successo nelle rispettive sfere, in circostanze normali. Senza la guerra e senza arabi è piuttosto improbabile che avrebbe raggiunto il successo. Ma gli arabi gli favorirono esattamente l’ambiente di cui aveva bisogno. Tra loro aveva l’opportunità di recitare in modo esemplare, come amava fare. Ogni scena da lui descritta ha la levatura di una messinscena teatrale. La storia che racconta è ricca di drammi. La suspense sale e scende e risale ancora man mano che la narrazione procede. I soggetti che compaiono hanno la parlata e i gesti esasperati di personaggi pensati per il palcoscenico. Si dirà, giustamente, che molto è dovuto all’arte del narratore. È certamente così, ma si tratta di un novelliere che ha incrociato un soggetto divinamente giusto. Ma ancora, nessun’arte fine a se stessa, nessun senso assoluto di queste occasioni, e nemmeno la percezione del giusto corso da seguire, sarebbero serviti se non avesse avuto il potere di affascinare i suoi alleati arabi. Era in grado di fare tutto ciò che facevano loro e ben oltre. Con forza di volontà e autodisciplina era in grado di cavalcare a dorso di cammello più a lungo e più lontano di loro; riusciva a tollerare il freddo e la stanchezza che fiaccavano l’altrui determinazione. All’immaginazione, all’intelletto e al buonsenso, poteva aggiungere la prestanza fisica. 2 PAN è su www.pangea.news RIVISTA PAN Infine, fu in grado di sfruttare al massimo il fatto di avere alle spalle tutto il prestigio della Gran Bretagna, senza sentirsi – nei suoi rapporti con gli arabi – imbrigliato dalla burocrazia dell’ortodossia civilizzata. Più tardi, dopo aver terminato la sua missione di guerra, il suo assestamento post-bellico e la sua opera, si ritirò a vita privata e divenne, per ciò che aveva fatto, una leggenda, e per ciò che non stava più facendo, un enigma. 

R. A. Scott-James

Commenti

Etichette

Mostra di più