Lettera alla tribù bianca

Il 3 ottobre 1935 le truppe italiane attaccavano l’Etiopia. Più che una guerra di conquista coloniale, fu una guerra di distruzione del popolo etiope. Nonostante la sua fiera resistenza, l’esercito italiano ebbe la meglio, soprattutto perché impiegò ­l’aviazione e le armi chimiche, perfino contro le truppe in ritirata. Le truppe italiane usarono i lanciafiamme nei rastrellamenti. Massacri su massacri contro popolazioni inermi: il 5 maggio 1936 Badoglio entrava ad Addis Abeba. Quel giorno Mussolini da Palazzo Venezia proclamò alla folla “la riappropriazione dell'Impero sui colli fatali di Roma. L’Etiopia è italiana!”. E impose a tutte le colonie il Manifesto della razza del 1938. Tutto questo avveniva con la benedizione delle alte gerarchie ecclesiastiche d’Italia. Il cardinale Schuster di Milano in Duomo aveva detto: “Cooperiamo con Dio in questa missione nazionale e cattolica di bene, soprattutto in questo momento in cui sui campi di Etiopia il vessillo d’Italia reca in trionfo la Croce di Cristo, spezza le catene, spiana le strade ai missionari del Vangelo”. E poi: “Dio darà pace e protezione all'Esercito valoroso che in obbedienza intrepida, al comando della Patria, a prezzo di sangue apre le porte di Etiopia alla fede cattolica e alla civiltà romana”. E così si espressero tanti altri vescovi italiani. In Italia purtroppo c’è stata la volontà politica di nascondere tutto questo e di far passare l’idea che il colonialismo italiano fosse stato benevolo. Eppure storici come Angelo del Boca e Giorgio Rochat hanno scritto volumi sulla ferocia del colonialismo italiano. Quando il popolo italiano avrà il coraggio di ammettere i crimini commessi nel periodo coloniale in Africa? Quando l’Italia riconoscerà fino in fondo la propria vergognosa storia colonialista? 

 Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]

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