Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2025

FramMenti

È incredibile quante persone si vergognino del loro corpo e quante poche persone della loro testa. Andrzej Saramanowicz

Ubania

“… ‘Il barone rampante’, lo si sarà capito, torna di continuo nella mia vita. È tornato quando ho cominciato a ragionare sull'architettura di un Bosco Verticale e quando, qualche anno fa, ho iniziato a elaborare la visione di una Città Foresta allo scopo di costruire un nuovo equilibrio tra le città e i boschi. A volte arrivo a sognare che il Bosco Verticale sia qualcosa che assomiglia a un tentativo, non so se riuscito o meno, di traslare dentro un edificio, dentro un'architettura, proprio la straordinaria metamorfosi botanica che Calvino ci propone. Quella di un mondo, una città, una società, guardata attraverso lo sguardo dei lecci, dei sugheri, delle querce, degli ulivi, dei faggi, dei castagni. Del resto, l'esperienza di abitare nel Bosco Verticale di Milano è proprio quella di chi osserva il mondo dall'alto dei rami, attraverso le foglie; una prospettiva che implica un sostanziale cambio del paradigma visivo, proprio come accade nella letteratura fantastica. Attra...

FramMenti

Chi, sia pure sommariamente (come noi: tanto per mettere le mani avanti), conosce la storia dell'atomica, della bomba atomica, è in grado di fare questa semplice e penosa constatazione: che si comportarono liberamente, cioè da uomini liberi, gli scienziati che per condizioni oggettive non lo erano; e si comportarono da schiavi, e furono schiavi, coloro che invece godevano di una oggettiva condizione di libertà. Furono liberi coloro che non la fecero. Schiavi coloro che la fecero. (L. Sciascia)

Collanine, perline e perle... umane

Per ragioni trascurabili e marginali, mi ritrovo seduta, alle 7,30 del mattino, sulla panchina di un'anonima fermata di autobus. Alle mie spalle, poggiata contro il muro, la varia umanità del popolo dei venditori ambulanti di collanine da spiaggia. Li osservo. Sono carichi di chincaglierie e carabattole con le quali sperano di sbarcare il lunario. Gioco a indovinarne l'etnia. Questo è sicuramente cingalese, lui sembra pakistano, no, questo è troppo nero: Africa! Vorrei parlarci. Come ci sono arrivati qui? Quali storie hanno alle spalle? Non oso. Osservo. Qualcuno ha una busta di plastica attraverso la quale si intravedono due albicocche e, forse, un panino. La stringe in una mano. Arriva il loro autobus. Caricano gli ingombranti pannelli nel bagagliaio. Mostrano il biglietto all'autista. Partono. Vorrei seguirli e fare la loro strada. Mi limito ad immaginarli. Tutto il giorno sulle spiagge tra bagnanti infastiditi e altri molesti che contratteranno sul prezzo. Li vedo tronf...

FramMenti

Dice un proverbio arabo che ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare da tre porte. Sull'arco della prima porta dovrebbe esserci scritto: " È vera?" Sulla seconda campeggiare la domanda: " È necessaria ?" Sulla terza essere scolpita l'ultima richiesta: "È gentile ?" Una parola giusta può superare le tre barriere e raggiungere il destinatario con il suo significato piccolo o grande. Nel mondo di oggi, dove le parole inutili si sprecano, occorrerebbero cento porte, molte delle quali rimarrebbero sicuramente chiuse. Romano Battaglia – Silenzio    

La Storia del Budda

Il Budda Shakyamuni Siddhartha Gautama, detto Shakyamuni (il saggio della tribù Shakya), visse nell'India del Nord circa tra il 563 a.C. e il 483 a.C. (studi recenti propongono come date di nascita e morte del Budda gli anni 480 a.C. e 400 a.C.). Egli era chiamato Budda, ovvero «colui che è risvegliato». Prima di intraprendere la sua ricerca spirituale Shakyamuni viveva nell'agio presso il palazzo del padre, ma poco prima di compiere trent'anni incontrò delle persone che stavano vivendo l'esperienza della malattia, della vecchiaia e della morte, rimanendone impressionato e turbato. Allo stesso modo rimase ammirato dalla serenità di un saggio eremita. Maturando tali esperienze, Shakyamuni presa coscienza della precarietà delle sue ricchezze, abbandonò la sua famiglia, in cerca di una soluzione definitiva alle grandi sofferenze del mondo. Intraprese diverse pratiche spirituali e incontrò molti maestri, finché, insoddisfatto di quanto sperimentato, ricercò la sua via: u...

FramMenti

Ogni scrittore, ogni scrittrice è un Don Chisciotte, un cane sciolto, un samurai isolato, un ronin. C’è chi combatte per sé stesso, chi si dedica a cause collettive, chi si lascia assorbire con gioia dal mercato, chi lo cavalca con una specie di “entrismo” pop. Le opzioni sono tante. Ma, a parte qualche piacione, o qualche scaltro stratega, è inevitabile fare i conti con l’isolamento, l’insicurezza, l’afflizione. La letteratura mi sembra uno di quei deserti affollati dagli eremiti dei primi secoli cristiani. Vivevano ciascuno nella sua grotta, a praticare una lotta personale contro i demoni, e avevano un sacco di vicini che facevano la stessa cosa per conto proprio. - Tiziano Scarpa

La casa degli spiriti

Cercò di ricordare il freddo, il silenzio e quella preziosa sensazione di essere i padroni della terra, di avere vent’anni e la vita davanti, di amarsi tranquilli, ebbri dell’odore di bosco e di amore, privi di passato, senza pensare al futuro, con l’unica, incredibile ricchezza di quell’istante presente in cui si guardavano, si odoravano, si baciavano, si esploravano, avvolti nel mormorio del vento tra gli alberi e del rumore vicino delle onde che si frangevano contro le rocce a picco della scogliera, esplodendo in un fragore di schiuma profumata, e loro due, abbracciati sotto la stessa coperta, come fratelli siamesi in una stessa pelle, ridendo e giurando che sarebbe stato per sempre, convinti di essere gli unici in tutto l’universo ad avere scoperto l’amore.   Isabel Allende

FramMenti

Avete presente lo sguardo che hanno le donne quando vogliono fare sesso? Nemmeno io. (Steve Martin)

Veleni

“Ci sono veleni che assumi ogni giorno: a volte si chiamano mamma, a volte papà, a volte nonno e nonna. Ci sono veleni che, spesso, non sanno di essere veleni, ma hanno un effetto tossico su di noi. Il «non si può dire,» il «non sta bene», il «non adesso», il «non puoi capire». Questi veleni ci vengono iniettati giorno dopo giorno con l'educazione, con il ricatto, con la paura. Ci sono veleni che fanno così tanto parte di te che non li riconosci per quello che che sono. Si chiamano inadeguatezza, il non sentirsi mai abbastanza, il senso di colpa, la paura dell'abbandono, l'amore da meritarsi, il dover essere diversi perché quel che si è non va mai bene. Ci sono veleni che non sappiamo di iniettare, perché non siamo consapevoli del loro potenziale tossico. E ci sono veleni che pensiamo di dover passare per forza, perché li hanno passati a noi. E poi ci sono persone che sono antidoto e, per fortuna, anche queste a volte si chiamano mamma, papà, nonno o nonna. A volte si chiam...

FramMenti

Ma il diavolo era talmente stanco da lasciare tutto agli uomini, che sapevano fare meglio di lui. Leonardo Sciascia

Giornata d’inverno

Cosa vuole questa luce strana? Il giorno è sotto stelle bianche. E i sogni germogliano sotto la luna. La montagna ha parole racchiuse dentro di sé ma il petto è rigido e la barba gelata. Il fiume risponde con brevi riflessi, si apre per un attimo breve, e i pini offrono un po’ di resina. Il regalo scuote la neve e il cavallo freme con il muso coperto di brina. La legna spreme fuori una crosta di grasso gelato, e il ghiaccio divora il taglio della scure. Ma ora la vetta manda in mille pezzi il disco del sole, torce il suo sguardo furtivo verso un mondo lontano. Gli alti abeti candele sulle creste dei monti si spengono, e gli alberi si acquietano nel bosco per la notte. Il fiume sospira nella gola, condensa in ghiaccio la nostalgia di mare, e le pietre dormono sotto la neve con sogni verdi nel cuore. Olav H. Hauge

FramMenti

La libertà a cui aspira l'uomo moderno non è quella dell'uomo libero, ma quella dello schiavo nel suo giorno di ferie. Nicolás Gómez Dávila, Escolio

Da oggi in poi

Essere una persona per bene. Ricominciare da qui, dal rispetto, dalla gentilezza, dall’impegno. Almeno un po’ di tutto questo. E poi leggere, andare al cinema, ascoltare la musica, e ridere, sorridere, commuoversi, camminare parecchio. Prendersi cura di qualcuno, o di qualcosa. Prendersi cura della bellezza, lasciarsi stupire dalla bellezza. Forse è l’unico modo per contrastare quest’onda torbida in arrivo. E’ un’acqua limacciosa, si porta appresso detriti, fango, alberi divelti, plastica omicida. E rutti, minacce, una lingua arrogante e risate sguaiate. E il labirinto delle coscienze annullate da pochi caratteri, messi in fila da una lingua arrogante. Essere per bene, sì. Credo che questo serva. Credo che serva proprio questo. Da oggi in poi. Francesco Carofiglio

FramMenti

Non credo a niente che sia facile, rapido, spontaneo, improvvisato, approssimativo. Credo alla forza di ciò che è lento, calmo, ostinato, senza fanatismi né entusiasmi. Non credo a nessuna liberazione, né individuale, né collettiva che si ottenga senza il costo d’un’autodisciplina, di un’autocostruzione, d’uno sforzo. Se a qualcuno questo mio modo di pensare potrà sembrare stalinista, ebbene, allora non avrò difficoltà ad ammettere che in questo senso un po’ stalinista lo sono ancora. Italo Calvino

A te

Questa la voglio dedicare a te che stai leggendo. A te che non ti piaci, ma sono sicuro che sei una meraviglia. A te che ti senti inadeguato in mezzo alla gente e preferisci startene in casa da solo a pensare. A te che odi tutti, ma hai solo bisogno di essere amato da qualcuno. A te che aiuti sempre tutti, mentre magari tu stai morendo dentro in silenzio. A te che ti senti strano, diverso, quando in realtà ci sono tante persone là fuori come te che ti capiscono. A te che piangi in silenzio la notte e la mattina ti alzi con gli occhi gonfi e un mega sorriso, palesemente finto.. Questa va a te, che quando esci fumi e ti diverti con gli amici, poi torni a casa e sprofondi in uno stato di apatia. A te che ti innamori in silenzio, e non te ne vai mai. A te che quando fai una promessa la mantieni. A te che credi nell'amore nonostante un cuore spezzato. A te che c'hai un buco nel petto, ma hai la forza di non colmarlo con chiunque. A te che sei capace di stare da solo senza lamentarti...

FramMenti

Secondo me fare la spesa assieme è una delle prove del nove per vedere se l’amore funziona: si passeggia allegri tra gli scaffali o tra i banchetti e tutto è semplice e piacevole. Si scelgono i prodotti, i frutti, le verdure, i polli, i pani, i pesci, le pizze surgelate, le birre e tutto è facile e gioioso. Sì è d’accordo un po’ su ogni cosa e, quando non si è d’accordo, si è d’accordo nel disaccordo, non so se capite cosa intendo. Se non lo capite significa che probabilmente non siete mai stati innamorati o che non siete mai andati a fare la spesa con il vostro innamorato/ata. G. Catalano

Persone

Le persone non si accorgono che ti perdono. Non si accorgono del fatto che avevi bisogno di una parola che non è stata detta, di un'attenzione che non ti è stata rivolta, di un gesto che, in un certo momento, sentivi indispensabile ma non è stato fatto. Le persone non si accorgono che ti perdono quando ti rimandano ad un altro momento, a quando avranno più tempo o cose meno importanti da fare, quando non ascoltano il tuo silenzio, quando non comprendono che avresti bisogno di presenza, di conforto, di calore anche se non chiedi mai e loro non fanno domande. Le persone non si accorgono che ti perdono quando, anche per piccole cose, tradiscono la tua fiducia, ti lasciano ad aspettare, ti mettono davanti altre cose, altre persone, non danno importanza a ciò che dici o a ciò a cui tieni, non ti chiedono mai come stai e non si preoccupano per te, dando per scontato che tanto tu ce la farai, qualunque cosa accada. Le persone non si accorgono che ti perdono quando non dimostrano ciò che p...

FramMenti

Il trucco, per essere amata una prima volta, sta nel cominciare. Soprattutto bisogna non pensarci, non cercarlo, non volerlo. Essere folle, accontentarsi di essere folle, di ridere piangendo, di piangere ridendo, alla fine gli uomini sono attratti dalla radura della follia, sedotti da colei per la quale piacere è l’ultimo dei pensieri. Poi è cosa fatta: girate e danzate nel cerchio dell’amore. (C. Bobin)

Qualità

Vivere a lungo è diventato il nostro ideale, non vivere bene. Ormai della vita abbiamo solo una concezione quantitativa. Perché il contatto con noi stessi si è perso nel rumore del mondo. Gli sguardi si incontrano solo per evitarsi. Al lavoro ci attacchiamo come naufraghi. La storia non racconta più la vita dei nostri padri, e la parola che rivolgiamo ai figli è insicura e incerta. Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere apprezzati ci fanno percorrere strade che non sono nostre, strade che imbocchiamo perché altri ce lo chiedono, e noi non sappiamo dire di no. Smarriamo noi stessi nell’inutile fatica di compiacere agli altri. E nel rincorrere la ricchezza, il successo, la fama, il potere, cose che ci permettono di comprare «cose». Ma non conta la quantità, ma la qualità. Non quanti siete, ma chi siete. Non numeri ma efficienza, non fretta ma costanza. Dobbiamo impegnarci non per vivere a lungo, ma per vivere abbastanza; per vivere a lungo c’è bisogno del destino, per vi...

FramMenti

Ma anche queste leggi divine sono di tre tipi: alcune sono perfette, come i dieci comandamenti; altre sono inquinate dalla passione umana, come la legge del taglione «occhio per occhio, dente per dente», che è «mescolata con l’ingiustizia», poiché, osserva Tolemeo, «chi agisce ingiustamente per secondo agisce comunque ingiustamente, con l’unica differenza dell’ordine relativo in cui agisce e commettendo la stessa azione». I Cristianesimi perduti - Bart D. Ehrman  

Quelli come voi

"Lo sa cosa stanno facendo quelli come voi a questo paese? Quelli che buttano l'immondizia in mare, quelli che vanno in giro armati, quelli che se ne fregano delle regole, che non hanno rispetto per le persone e per le cose, quelli che guardano solo la televisione, che hanno disprezzo per la cultura. Ma lei li legge i giornali? ha mai aperto un libro in vita sua? Io credo di no. Glielo dico io l'ultima cosa che ha letto lei, il libretto di istruzioni del suo cellulare! Nei libri che lei non ha letto c'è scritto che, in questo paese, c'è stata una dittatura lunga vent'anni, razzismo, intolleranza, guerra, deportazioni e se lei ritiene giusto che un ragazzo africano, senza casa né lavoro, alle soglie del duemila, non abbia nessun diritto, allora vuol dire che quella tragedia è stata inutile." di Paolo Virzì

FramMenti

Più vuota è la mente di una persona, di più denaro ha bisogno per riempire i suoi fine settimana. Non creando o producendo nulla da sola, deve comprare tutto per divertirsi. Invece qualcuno con un certo livello di cultura trova piacere in una buona conversazione, nella lettura di un libro o nel godersi la musica, arricchendo il suo tempo in modo più profondo e significativo. La ricchezza che ci forniscono i libri è una vera fortuna, più duratura e pura di qualsiasi ricchezza materiale possa essere posseduta. Fernando Savater

Questa sei tu

Rendi possibile ciò che non può esattamente essere, capisci ciò che non può precisamente essere capito, posi il piede dove c’è un’impronta risonante nella terra a cui esso appartiene, aspetti prima di mangiare di vedere se gli altri hanno bisogno di altro ti preoccupi di portare alla luce le cose solo per tradurle in speranza. Quando penso all’Italia una specie di pianto sale ai miei occhi, non perché sono triste ma perché sto cantando. Questa sei tu. Jack Hirschman

FramMenti

Siate voi stesso giudice, voglio chiedervi questo, qual è la creatura più bassa, l'uomo o la bestia? Gli uccelli si nutrono di uccelli, le bestie si cacciano tra loro, ma solo il barbaro uomo uccide l'uomo. Spinti da necessità, quelli uccidono per il cibo, l'uomo manda in rovina l'uomo senza ricavarne vantaggio. (J. Wilmot)

Urbania

“… Con «Domus» e «Abitare» abbiamo sperimentato diverse strategie di trasmissione cartacea dell'esperienza dell'abitare, tutte generate da un'insoddisfazione per le forme canoniche- testi esplicativi, piante, sezioni, prospetti, assonometrie, prospettive, plastici, rendering - della rappresentazione in architettura. Una delle sperimentazioni più radicali affrontate con Mario Piazza, grafico e soprattutto colto intellettuale della visione con cui ho condiviso l'esperienza delle due riviste, è stata la costruzione di un numero di «Domus» (l'ultimo della mia direzione, il 902 di aprile 2007) esclusivamente affidato alle immagini e alle fotografie, senza testi di ac-compagnamento. I servizi, l'editoriale, la rubrica dei libri, persino la pubblicità, erano privi di testi scritti. Il numero aveva come titolo Esperanto (l'utopia di un linguaggio universale) e ospitava nella copertina un disegno di Ettore Sottsass che raccoglieva i simboli con cui l'immaginario ...

FramMenti

“Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all’improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.” — Fedor Dostoevskij, Delitto e Castigo.

Un tempo senza storia

 Secondo un dato riferito nel rapporto annuale del Censis (dicembre del 2019), gli italiani sono affetti da una sindrome inquietante: la scomparsa del futuro. E questo provoca una sorta di “stress post-traumatico” collettivo. Assenza di futuro significa cose molto precise. La grande maggioranza vede che la mobilità sociale è bloccata, che l’ascensore sociale è rotto, che l’offerta di lavoro è scarsa; gli operai non sperano in avanzamenti; imprenditori e professionisti temono perfino una brusca scivolata in basso. Grave appare specialmente la condizione dei giovani in età lavorativa. Qui secondo una statistica del 2017 abbiamo il record europeo della cosiddetta generazione «neet» («neither in employment nor in education or training»): giovani tra i 18 e i 24 anni che non studiano, non hanno un lavoro e non lo cercano*. La perdita della memoria e l’ignoranza della storia si sommano all'assenza di futuro. O forse è proprio l’assenza di futuro che provoca una distorsione profonda nel s...

FramMenti

«Sembra esserci nell’uomo, come negli uccelli, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.» Marguerite Yourcenar

Noia

Il problema dell’uomo moderno non è la sua cattiveria. Al contrario, per ragioni pratiche, l’uomo moderno preferisce, nel complesso, essere buono. Detesta solo annoiarsi. La noia lo terrorizza, mentre non c’è nulla di più costruttivo e generoso che una giusta dose quotidiana di tempi morti, di istanti inerti, da soli o in compagnia. [...] il vero edonismo è la noia. Solo la noia permette di godere del presente, ma tutti hanno l’obiettivo opposto: per divertirsi gli occidentali evadono attraverso la televisione, il cinema, internet, il telefono, i videogiochi, o una semplice rivista. Fanno le cose ma non ci sono mai con la testa, vivono per procura, come fosse un disonore accontentarsi di respirare qui e ora. Il giorno in cui tutti sulla faccia della Terra accetteranno di annoiarsi, l’umanità sarà salva. Frederic Beigbeder

FramMenti

“Il giorno dopo è sempre così. Il giorno dopo qualsiasi cosa. Un anno bisestile, una passione non corrisposta, una sbornia di liquore dolce. Non riesci ad abituarti all'idea di essere già al giorno dopo. Ti ritrovi nel tuo primo pomeriggio del tuo primo di gennaio a metà novembre e ti accorgi di essere stonato, perché fuori tempo. Per gli altri è un giorno come un altro. Per te, è un giorno come te. Sei in ritardo. Non sei ancora uscito da ieri ed è già domani, anche se gli altri lo chiamano oggi.” Andrea G. Pinketts - Il vizio dell'agnello

Elogio della mitezza

"La mitezza consiste "nel lasciar essere l'altro quello che è". È il contrario della protervia e della prepotenza. Il mite non entra nel rapporto con gli altri con il proposito di gareggiare, di confliggere, e alla fine di vincere. Ma la mitezza non è remissività: mentre il remissivo rinuncia alla lotta per debolezza, per paura, per rassegnazione, il mite invece rifiuta la distruttiva gara della vita per un profondo distacco dai beni che accendono la cupidigia dei più, per mancanza di quella vanagloria che spinge gli uomini nella guerra di tutti contro tutti. Il mite non serba rancore, non è vendicativo, non ha astio verso chicchessia. Attraversa il fuoco senza bruciarsi, le tempeste dei sentimenti senza alterarsi, mantenendo la propria misura, la propria compostezza, la propria disponibilità. Ecco quel "potere su di sé" di cui abbiamo già sentito. Il mite può essere configurato come l'anticipatore di un mondo migliore. Egli non pretende alcuna reciproc...

FramMenti

“A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager.” Primo Levi

Dobbiamo

Essere diversi da ciò che siamo, da tutto ciò che siamo, è il desiderio più nefasto che possa ardere in un cuore umano.Giacché l’unico modo di sopportare la vita è quello di rassegnarsi ad essere ciò che siamo ai nostri occhi e a quelli del mondo. Dobbiamo accontentarci di essere fatti in un certo modo e sapere che, una volta accettata questa realtà, la vita non ci loderà per la nostra saggezza, nessuno ci conferirà una medaglia al merito solo perché ci siamo rassegnati ad essere vanitosi ed egoisti, o calvi e panciuti, - no, in cambio di questa presa di coscienza non otterremo né premi né lodi. Dobbiamo sopportarci quali siamo, il segreto è tutto qui. Sopportare il nostro carattere, la nostra natura di fondo, con tutti i suoi difetti, il suo egoismo e la sua cupidigia, che non saranno corretti né dall’esperienza né dalla buona volontà. Dobbiamo accettare che i nostri sentimenti non siano contraccambiati, che le persone che amiamo non rispondano al nostro amore, o almeno non nel modo c...

FramMenti

Un incendio è scoppiato nel backstage di un teatro. Il pagliaccio è uscito per avvisare il pubblico; hanno pensato fosse uno scherzo e hanno applaudito. Lo ripeteva; l'acclamazione era ancora più grande. Penso che il mondo finirà proprio così: tra gli applausi generali di ingenui che credono sia uno scherzo. Soren Kierkegaard

Pietà Per La Nazione

Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore e i cui pastori sono guide cattive Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi i cui saggi sono messi a tacere Pietà per la nazione che non alza la propria voce tranne che per lodare i conquistatori e acclamare i prepotenti come eroi e che aspira a comandare il mondo con la forza e la tortura Pietà per la nazione che non conosce nessun'altra lingua se non la propria nessun'altra cultura se non la propria Pietà per la nazione il cui fiato è danaro e che dorme il sonno di quelli con la pancia troppo piena Pietà per la nazione – oh, pietà per gli uomini che permettono che i propri diritti vengano erosi e le proprie libertà spazzate via Patria mia, lacrime di te dolce terra di libertà! Lawrence Ferlinghetti - Pietà Per La Nazione (alla maniera di Khalil Gibran)

FramMenti

“La società industriale contemporanea tende a essere totalitaria. Il termine ‘totalitario’, infatti, non si applica soltanto a un’organizzazione politica terroristica della società, ma anche a un’organizzazione economico-tecnica non terroristica che opera mediante la manipolazione dei bisogni da parte di interessi costituiti”. Herbert Marcuse, "L’uomo a una dimensione"

Ritmo

Nessuno mi ha insegnato a scrivere, non ho mai imparato tecniche di scrittura, e per dirla tutta non ho mai studiato molto. Allora come ho fatto ad imparare a scrivere? Ascoltando la musica. Cosa conta di più nella scrittura? Il ritmo. Se in un testo non c'è ritmo, nessuno lo leggerà. Perché mancherà quel senso del movimento che è come una pressione dall'interno, e porta il lettore avanti pagina dopo pagina. Il ritmo si crea da come si mettono insieme le parole, le frasi, i periodi. Dall'alternanza tra dolcezza e durezza, leggerezza e intensità, equilibrio e squilibrio. Dall'uso della punteggiatura, dal tono. Quando si scrive se in una frase non c'è il ritmo la frase seguente non viene. E la storia non avanza. Il ritmo della frase è il ritmo della storia. - Murakami Haruki

FramMenti

C'è talmente tanta umanità in questa capacità di amare gli alberi, talmente tanta nostalgia dei nostri primi stupori, talmente tanta forza nel sentirsi così insignificanti in mezzo alla natura... sì, è proprio questo: l'evocazione degli alberi, della loro maestosità indifferente e dell'amore che proviamo per loro da un lato ci insegna quanto siamo insignificanti, cattivi parassiti brulicanti sulla superficie terrestre, dall'altro invece quanto siamo degni di vivere, perché siamo capaci di riconoscere una bellezza che non ci è debitrice. Muriel Barbery - "L'eleganza del riccio".

Pensieri

Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo. Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare, che mi manchi e che ti penso. Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao. Non so come stai. E mi manca saperlo. Hai progetti? Hai sorriso oggi? Cos’hai sognato? Esci? Dove vai? Hai dei sogni? Hai mangiato? Mi piacerebbe riuscire a cercarti. Ma non ne ho la forza. E neanche tu ne hai. Ed allora restiamo ad aspettarci invano. E pensiamoci. E ricordami. E ricordati che ti penso, che non lo sai ma ti vivo ogni giorno, che scrivo di te. E ricordati che cercare e pensare son due cose diverse. Ed io ti penso ma non ti cerco.   Charles Bukowski

FramMenti

E alla fine, credo che non sia necessario fare nulla per essere amati. Passiamo la vita cercando di sembrare più belli, più intelligenti. Ma ho capito due cose. Coloro che ci amano ci vedono con il loro cuore e ci attribuiscono qualità al di là di quelle che abbiamo davvero. E coloro che non vogliono amarci non saranno mai soddisfatti di tutti i nostri sforzi. Sì, davvero. Credo che sia importante lasciare in pace le nostre imperfezioni. Sono preziose per comprendere coloro che ci vedono con il cuore. Frida Kahlo

Attese

Sono sempre sul punto di scoprire qualcosa di importante e immancabilmente non lo scopro mai. Quale «cosa»? Non lo so. Non dubito della sua esistenza e del fatto che sconvolgerà la mia. Questa «cosa» è li, vicinissima, mi accompagna ovunque, avvolge i miei pensieri senza entrare in nessuno di essi. La «sensazione» di cui parlo e che non riesco a spiegare bene l'avverto sin dall'infanzia. Talvolta penso, come ho scritto all'inizio di questo quaderno: «Aspetto. Aspetterò tutta la vita». A volte, come questa mattina, mi dico pure: «Sono atteso. Non so dove, non so da cosa o da chi, ma sono sicuro di essere atteso». (Christian Bobin, Autoritratto al radiatore)

FramMenti

L’infanzia è, della lontananza, il suo rigore estremo: difficile infrangere la sua inaccessibilità. La sua stessa rievocazione, nel corso degli anni, si fa labile, perché la tela dei suoi accadimenti si sfrangia e assottiglia. La vita, lungo il passaggio degli anni, è l’implacabile accamparsi di una distanza crescente dal suo mondo. A. Prete, Album di un'infanzia nel Salento, Torino, Bollati Boringhieri, 2023

Notti attiche

Maledetto chi ha inventato le ore e stramaledetto il primo che ha piazzato qui la meridiana. M'ha fatto a pezzettini la giornata, me tapino. Da ragazzo, la pancia era la sola meridiana! La migliore, senza confronto, e la più esatta di tutte quante. Quando dava il segnale quella, si poteva mangiare, se mai ce n'era: adesso, anche quel che c'è non si mangia, se non garba al sole. Così, ormai, la città trabocca di meridiane e la gente, quasi tutta, arranca rinsecchita dalla fame.Plauto [o forse Aquilio] citato da Aulo Gellio, Notti attiche, III, 3, 5 A. Gellio, [Noctes Atticae, 159 d.C.], Notti attiche, Torino, UTET, 2007 [a cura di G. Bernardi-Perini]

FramMenti

 Se andate a parlare con i bambini dell'asilo o della prima elementare, troverete classi piene di appassionati di scienza. Fanno domande profonde. Chiedono: 'cos'è un sogno, perché abbiamo le dita dei piedi, perché la luna è rotonda, qual è il compleanno del mondo, perché l'erba è verde?' Sono domande profonde e importanti. Vengono fuori da sole. Se andate a parlare ai ragazzi dell'ultimo anno delle superiori, non c'è nulla di tutto questo. Non sono più curiosi. Tra l'asilo e l'ultimo anno delle superiori è successo qualcosa di terribile. - Carl Sagan

Uno, Nessuno e Centomila

Io sono vivo e non concludo. La vita non conclude. E non sa di nomi, la vita. Quest’albero, respiro tremulo di foglie nuove. Sono quest’albero. Albero, nuvola; domani libro o vento: il libro che leggo, il vento che bevo. Tutto fuori, vagabondo. L. Pirandello 

FramMenti

Ieri ho vissuto un istante di felicità inattesa, immotivata. È venuta verso di me attraverso la pioggia e la nebbia, sorrideva, fluttuava al di sopra degli alberi, mi danzava davanti, mi circondava. Io l'ho riconosciuta. (Ágota Kristóf)

Sperare

 “[...] Va bene lottare contro i limiti della natura umana, sperando di mitigare il peggio di quel che verrà, ma è altrettanto importante combattere battaglie più piccole e locali che avete qualche realistica speranza di vincere. Continuate a fare la cosa giusta per il Pianeta, sì, ma continuate anche a cercare di salvare ciò che amate nello specifico - una comunità, un’istituzione, un luogo selvaggio, una specie in difficoltà - e a rallegrarvi per i vostri piccoli successi. Ogni cosa buona che fate è presumibilmente una protezione contro un futuro più caldo, ma la cosa davvero importante è che è buona oggi. Finché avrete qualcosa da amare, avrete qualcosa in cui sperare”. Jonathan Franzen

FramMenti

“Non ho camminato nei tuoi sogni, nè mi sono mostrato in mezzo alla folla, non sono apparso nel cortile dove pioveva o meglio cominciava a piovere (questo verso lo cancello e non lo sostituirò), era allettante credere, come uno stupido, che ti avrei incontrato presto, eri tu che mi apparivi in sogno (e mi prendeva una dolce tenerezza), mi sistemavi i capelli sulle tempie. Quell’autunno perfino le poesie in parte mi riuscivano bene (però mancava sempre un verso o una rima per essere felice).” — Boris Ryzyi

Anna De Simone

Aveva nove anni Anna De Simone. Il 23 dicembre 1984, era sul treno assieme alla famiglia. Padre operaio, madre insegnante. Andavano a Milano a trovare i parenti, come la maggior parte dei passeggeri su Rapido 904 Napoli-Milano. La bomba, 14 chili di pentrite, T4, nitroglicerina e tritolo, la misero lì, nella 2° classe. Dove c’era quel pezzo d’Italia che, per dritto o per rovescio, ha sempre pagato il prezzo più alto in ogni occasione, anche negli attentati. La fecero detonare quando il treno entrò in galleria, così da fare più danni. Di Anna ritrovarono la bambola tra le lamiere. Una famiglia cancellata, assieme ad altre dodici persone. La mafia dichiarava guerra allo Stato e lo faceva nell’unico modo che le è sempre appartenuto: facendo strage di innocenti, di povera gente. Perché la mafia è vigliacca. Si credeva e si crede d’onore, forte, di coraggio. Ma è solo vile, vigliacca, viscida. Forte e feroce con i deboli, debole con i forti. Si nasconde, si annida, tira fuori i denti sol...

Etichette

Mostra di più