Emily Dickinson
C’è un mattino agli uomini nascosto –
dove fanciulle in un verde antico
festeggiano un maggio soave –
e tutto il giorno ballano e giocano
incredibili corse
tempo di gioia.
Piedi che misurano luce
non vanno più per strade di villaggio
né si intravedono nel bosco –
uccelli che seguirono il sole
quando la rocca dell’anno scorso restò muta
e l’estate si bendò le sopracciglia.
Non ho mai visto una scena così bella
un girotondo sul verde come quello –
mai una parata più serena –
come stelle di notte l’estate
agitano coppe di limpidi cristalli
e s’inebriano fino al mattino –
Io chiedo, danzare così, così cantare
con il popolo del mistico verde –
io chiedo – al nuovo mattino di maggio.
E aspetto il suo suono lontano –
campane fantastiche che annuncino me –
in altre valli, differente albeggiare.
dove fanciulle in un verde antico
festeggiano un maggio soave –
e tutto il giorno ballano e giocano
incredibili corse
tempo di gioia.
Piedi che misurano luce
non vanno più per strade di villaggio
né si intravedono nel bosco –
uccelli che seguirono il sole
quando la rocca dell’anno scorso restò muta
e l’estate si bendò le sopracciglia.
Non ho mai visto una scena così bella
un girotondo sul verde come quello –
mai una parata più serena –
come stelle di notte l’estate
agitano coppe di limpidi cristalli
e s’inebriano fino al mattino –
Io chiedo, danzare così, così cantare
con il popolo del mistico verde –
io chiedo – al nuovo mattino di maggio.
E aspetto il suo suono lontano –
campane fantastiche che annuncino me –
in altre valli, differente albeggiare.
Emily Dickinson (1830-1886)
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