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Visualizzazione dei post da ottobre, 2025

31 ottobre 1926

SPUTI, BOTTE, QUATTORDICI PUGNALATE ED UN COLPO DI PISTOLA: COSÌ MORIVA ANTEO ZAMBONI, IL RAGAZZINO QUINDICENNE CHE PROVÒ AD UCCIDERE MUSSOLINI Che ci fa un ragazzino con una pistola? La guarda, la osserva, se la passa tra le mani. È pesante una pistola, più di quello che si possa immaginare, specie per un ragazzino magrolino come Anteo. La apre, carica i proiettili, la osserva di nuovo. Col piombo dentro è ancora più pesante. Fa quasi fatica a maneggiarla. Con il colpo in canna quell'oggetto ora può uccidere o far male. Ma a chi, o a cosa? Cosa ci fa un ragazzino con una pistola? "Con quest'arma ammazzo il duce". Anteo Zamboni era nato a Bologna in una famiglia di anarchici, di professione tipografi. Pare che il padre, per ragioni economiche, si fosse "convertito" al fascismo dopo la salita al potere di Mussolini. Del resto si sa molto poco della sua vita, eccetto per quanto accadde quel 31 ottobre del 1926.  Mussolini si era recato a Bologna per inaugurare...

FramMenti

Non solo non mi permetto mai di dare giudizi sulle persone che non conosco, ma con molta cautela giudico anche quelle che conosco.   (L. Sciascia)

Discorso sulla servitù volontaria

 È davvero sorprendente, e tuttavia così comune che c’è più da dispiacersi che da stupirsi nel vedere milioni e milioni di uomini servire miserevolmente, col collo sotto il giogo, non costretti da una forza più grande, ma perché sembra siano ammaliati e affascinati dal nome solo di uno, di cui non dovrebbero temere la potenza, visto che è solo, né amare le qualità, visto che nei loro confronti è inumano e selvaggio. […]» «Questo tiranno solo, non c’è bisogno di combatterlo, non occorre sconfiggerlo, è di per sé già sconfitto, basta che il paese non acconsenta alla propria schiavitù. Non bisogna togliergli niente, ma non concedergli nulla.». «Colui che tanto vi domina non ha che due occhi, due mani, un corpo, non ha niente di più dell’uomo meno importante dell’immenso ed infinito numero delle nostre città, se non la superiorità che gli attribuite per distruggervi.». «Vi sono tre tipi di tiranni: gli uni ottengono il regno attraverso l’elezione del popolo, gli altri con la forza dell...

FramMenti

Non insistere. Il fiore non sboccia, prima del giusto tempo. Neanche se lo implori, neanche se provi ad aprire i suoi petali, neanche se lo inondi di sole. La tua impazienza ti spinge a cercare la primavera, quando avresti solo bisogno di abbracciare il tuo inverno.  (Ada Luz Marquez)

Nuova enciclopedia

 L’etimologia è la psicologia del linguaggio, il modo di penetrare l’anima delle parole. Una mente etimologica trae infiniti godimenti dalle parole, i quali sono ignorati da coloro che non considerano le parole se non come suoni convenzionali; così come una mente psicologica trae infiniti godimenti dalla frequentazione degli uomini, i quali sono ignorati da coloro che non considerano l’uomo se non come una forma parlante e semovente. L’inerzia di tanti scrittori viene dalla mancanza di quella mente etimologica, che dà una così brulicante vivacità ‘ interiore ’ alla prosa di Giacomo Leopardi. Uomini che nascono, vivono, muoiono e non s’accorgono, per esempio, che olezzo, per effetto di un semplice o privativo, è la voce antitetica di lezzo; che innocente è il contrario di nocente; che tiranno era originariamente colui che custodiva i formaggi. Ignorano nonché l’amore alle parole (« filologia ») ma anche il ‘ gioco ’ delle parole (ignorano del resto anche gli altri ‘ giochi ’ della v...

Francis Bacon

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Head VI, 1949

Radici

 Quando piove dopo una lunga siccità sotto gli alberi rimane fresco, nascosto e pulito; là il bagnato, novello sposo della gravità, cade di ramo in ramo, di foglia in foglia, giù fino a terra. dove scompare, ma non certo per svanire, se non ai nostri occhi. Le radici della quercia ne avranno la loro parte, e i chiari fili d’erba, e i cuscini di muschio, alcune gocce, tonde come perle, rotoleranno nella galleria della talpa; e presto tanti sassolini sepolti da migliaia di anni si sentiranno toccare. Mary Oliver

24 ottobre Caporetto

IL 24 OTTOBRE 1917 COMINCIAVA LA SCONFITTA DI CAPORETTO: I VERTICI MILITARI ACCUSARONO I SOLDATI SEMPLICI DI DISFATTISMO PER COPRIRE LA PROPRIA INETTITUDINE   Dal 24 ottobre al 12 novembre del 1917 si combatté la battaglia di Caporetto. Si concluse con la sconfitta dell'esercito italiano e si trasformò in una rotta senza precedenti.  10.000 soldati italiani furono uccisi, 30.000 feriti e 265.000 furono fatti prigionieri. Inoltre circa 3.000 fucili, 3.000 mitragliatrici e 2000 mortai vennero catturati, assieme a una quantità incalcolabile di scorte e attrezzature.  La rotta del regio esercito fu principalmente figlia degli errori strategici del comando italiano che, dopo le undici battaglie sull’Isonzo, non aveva previsto che gli Imperi Centrali fossero in grado di muovere un’offensiva su larga scala, sfruttando le truppe dislocate dal fronte orientale.  Dopo i primi giorni nei quali i bollettini militari emanati dai vertici militari cercavano di minimizzare quel...

FramMenti

Una grandissima parte dell'uomo non può essere detta. La poesia cerca di dire quello che non si può dire. È una scommessa rischiosa, che nessun sistema dell'informazione potrebbe accettare: se lo facesse, verrebbe subito messo in liquidazione. Così, la poesia è mettere in parole quello che, a rigore, non può essere messo in parole, quello che non ha nemmeno «forma di parole».   Alberto Asor Rosa, L'ultimo paradosso, 1985 Arrivederci Professore!

L'etica del viandante

 ... È impressionante che questa etica terapeutica inizi con la patologizzazione della scuola primaria, dove più non si contano i disgrafici, i dislessici, i discalculici, quando forse basterebbe un po' di esercizio e di cura per sfoltire la schiera di questi bambini, non di rado marchiati da una diagnosi che parla di "ansia generalizzata" per dire che uno è preoccupato, di "ansia sociale" per dire che uno è timido, di "fobia sociale" per dire che uno è molto riservato, di "libera ansia fluttuante" per chi non sa di che cosa si preoccupa. Che dire poi dei consigli che psicologi, medici, dietologi rivolgono agli studenti che si apprestano a fare l'esame di maturità, che non dovrebbe intimorire nessuno che abbia veramente e seriamente studiato? Che significa mettere in guardia le donne in procinto di partorire dalla "depressione post partum", inscrivendo preventivamente quel fenomeno naturale che è la generazione di un figlio in u...

FramMenti

È fatta di un nulla la felicità. Come quelle farfalle che prendi per le ali e poi lasci andare e sulle dita ti resta una polvere d'oro. Attenzione, perché la felicità, a volte, vi è passata accanto e non ve ne siete accorti. Io sono stato felice per pochi attimi e per cose inspiegabili. (Andrea Camilleri)

Così nasce l’intreccio tra mafie e destra

I delitti eccellenti di mafia, così come le stragi compiute fuori dalla Sicilia, presentano una singolarità tutta da decifrare. Innanzitutto, vengono commessi solo a partire dal 1971, con l’uccisione del magistrato Pietro Scaglione, a quasi 80 anni di distanza dall’ultimo delitto eccellente nell’isola, quello di Emanuele Notarbartolo nel 1893, ex sindaco di Palermo e direttore del Banco di Sicilia, su mandato del parlamentare Raffaele Palizzolo. Certo, c’erano già stati numerosi delitti di sindaci, sindacalisti, commercianti, professionisti, ma dal 1971 in poi si scatenerà una vera e propria “guerra” ai rappresentanti delle istituzioni. Per quasi 80 anni neanche un delitto eccellente, e poi in un ventennio (1971-1992) avviene il più massiccio assalto ai rappresentanti delle istituzioni mai verificatosi in Europa, se non sotto il nazismo. È del tutto razionale pensare che si siano inseriti elementi esterni in questo cambiamento di percorso. Nello stesso periodo cominciano i delitti di m...

FramMenti

Oppressione, tirannia, mania di potere, discriminazioni, demagogia, sfruttamento, etichettamento, ipocrisia, integralismo ed estremismo. Questi comportamenti vanno condannati universalmente. Ogni persona incastonata nel sociale o nella comunità umana ha la sua dignità e va riconosciuta universalmente e senza il minimo dubbio.

Elena Polenov

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Backwater in Abramtsevo, 1886.

Un'altra poesia dei doni

Un'altra poesia dei doni Ringraziare desidero il divino labirinto delle cause e degli effetti per la diversità delle creature che compongono questo universo singolare, per la ragione, che non cesserà di sognare un qualche disegno del labirinto, per il viso di Elena e la perseveranza di Ulisse, per l'amore, che ci fa vedere gli altri come li vede la divinità, per il saldo diamante e l'acqua sciolta per l'algebra, palazzo di precisi cristalli, per le mistiche monete di Angelus Silesius, per Schopenhauer, che forse decifrò l'universo, per lo splendore del fuoco che nessun essere umano può guardare senza uno stupore antico per il mogano, il sandalo e il cedro, per il pane e il sale, per il mistero della rosa che prodiga colore e non lo vede, per certe vigilie e giorni del 1955, per i duri mandriani che nella pianura aizzano le bestie e l'alba, per il mattino a Montevideo, per l'arte dell'amicizia, per l'ultima giornata di Socrate, per le parole che in un...

Referendum

 Una riflessione su questo mezzo secolo di appuntamenti referendari, a partire dal 1974, andrebbe forse fatta. Io non penso che la questione si possa affrontare unicamente, come sembra invece fare Maurizio Landini, puntando il dito sulla "crisi democratica evidente". A meno di non interrogarsi su cosa noi possiamo e dobbiamo intendere per democrazia, che non è, non può ridursi al puro esercizio del diritto di voto. Ho buona memoria e ricordo molto del referendum del 1974 sul divorzio, che fu il primo dell'Italia repubblicana. Quell'appuntamento sanciva uno dei principi  della nostra Costituzione: la sovranità popolare che non si esprimeva soltanto attraverso le elezioni e la delega agli eletti della funzione legislativa, ma interveniva direttamente su una legge del Parlamento, in quel caso la legge che aveva introdotto il divorzio. E forse non fu casuale che a promuovere quella consultazione popolare fosse stata la destra - Gabrio Lombardi con l'appoggio dell'...

FramMenti

Dover usare una quantità sempre maggiore del tatto che aveva - e della pazienza che probabilmente non sapeva di avere, poiché finora non le era mai capitato di aver bisogno di pazienza.   (W. Faulkner)

Napule

Buongiorno Briganti della cultura, Leopardi e la Ginestra: l’intellettuale contro il secolo, oggi incontriamo Giacomo Leopardi nel suo momento più alto e tragico: quello della Ginestra, canto ultimo e testamentario, scritto sotto la luce spietata del Vesuvio. Non è più il giovane erudito che cercava ancora nella poesia un rifugio armonico. Qui, Leopardi è pienamente consapevole della sorte umana, della natura come forza cieca e indifferente, della storia come processo senza finalità. E proprio per questo, prende posizione. Non arretra, non indulge, non cerca consolazioni spiritualistiche o sistemi filosofici illusori, come fanno invece gli “intellettuali del suo tempo” che egli colpisce con tutto il peso del suo disprezzo: "Non io con tal vergogna scenderò sotterra; ma il disprezzo piuttosto che si serra di te nel petto mio, mostrato avrò quanto si possa aperto." C’è qui la figura del poeta-filosofo che, di fronte all’imminenza della morte, rifiuta ogni accordo col falso e ri...

FramMenti

Per me c’è chi capisce e chi non capisce, chi ha volontà di capire e chi di capire se ne infischia.   (L. Sciascia)

Affari & Morale

 Durante l'ultima guerra, i tedeschi cominciarono a bombardare l'Inghilterra con le così dette armi segrete, cioè con bombe lanciate dal continente europeo, le V-1 e le V-2; la « V » era l'iniziale del vocabolo Vergeltung, che significa rappresaglia. Le armi segrete venivano al termine di una macabra escalation che, partendo da pochi e sporadici bombardamenti sulle città, aveva portato alla distruzione di interi centri abitati, alla strage di centinaia di migliaia di individui, nel corso di poche ore. I tedeschi erano stati molto ingegnosi nello sviluppo di quelle armi micidiali, con le quali riuscivano a colpire il nemico, pur non potendo violare i suoi cieli con gli aeroplani della Luftwaffe, ormai sconfitta e annientata dall'aviazione anglo-americana. Le V-1 e le V-2 sorvolavano la Manica, si abbattevano con un sibilo sul suolo britannico: sul bersaglio, o quasi. Per un certo periodo di tempo, infatti, molte bombe destinate a Londra fallivano il bersaglio di parecchi...

Alexander Calder

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Maelstrom with Blue, 1967

Canti nuovi

Canti nuovi Dice la sera: «Ho sete d'ombra!». Dice la luna: «Io, sete di stelle». La fonte cristallina desidera labbra e sospira il vento. Io ho sete di risa e aromi, sete di nuovi canti senza gigli e senza lune e senza amori morti. Un canto mattutino che smuova i quieti stagni del futuro. E colmi di speranza il limo e le sue onde. Un canto luminoso e calmo pieno di pensiero, vergine di tristezze e angosce e vergine di sogni. Un canto senza carne lirica che colmi il silenzio di risa, uno stormo di colombe cieche protese nel mistero. Canto che penetri l'anima delle cose e l'anima dei venti e che si plachi infine nella gioia di un cuore eterno. da Libro de poemas FEDERICO GARCÌA LORCA (1989-1936)

FramMenti

"La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di lei."   (Albert Camus, “L’uomo in rivolta”)

Uccidere l'ayatollah

Direi che mirare all'assassinio di un capo di Stato nemico, e rivendicarlo pubblicamente, come ha fatto Netanyahu con l'ayatollah Ali Khamenei, Guida Suprema della Repubblica Islamica d'Iran, sia un altro sviluppo originale delle abitudini contemporanee. Finora non si faceva, se non m'inganno, forse per una ragione di convenienza, o perché sembrava maleducato. E arrischiato, anche: se minaccio di uccidere il capo dei nemici, autorizzo i nemici a cercare di uccidermi. Infatti, un missile israeliano ha colpito nei paraggi della residenza ufficiale di Khamenei, e uno iraniano in quelli della dimora di Netanyahu, che si è riparato nel rifugio. In realtà il programma di bombardamenti israeliani non sembra aver avuto di mira Khamenei, dal momento che ha dimostrato di essere in grado di far fuori qualunque singolo personaggio. A meno che l'appetito sia venuto mangiando, e a quattro palmenti. Khamenei non è una figura grandiosa, crimini a parte, del firmamento sciita: piutt...

FramMenti

La saggezza mi dice che non sono niente. L’amore mi dice che sono tutto. Tra i due scorre la mia vita.  Nisargadatta Maharaj

Veneto

 [... ] In Veneto da anni è presente un radicamento delle organizzazioni criminali, soprattutto di matrice ndranghetista nel veronese e camorrista nel veneto orientale. Ciò che emerge dai dati della DIA riferiti al 2024, purtroppo, non fa che confermare la situazione. Lo scorso anno due aziende operanti nel settore delle costruzioni e del nolo a freddo di macchinari e fornitura di ferro lavorato e un’altra attiva nel settore del commercio di autovetture sarebbero risultate vicine a cosche della ‘ndrangheta, le prime provenienti dalla provincia di Verona e la seconda da quella di Treviso. Nella provincia di Rovigo poi, due imprese operanti nel settore delle compravendite immobiliari e delle costruzioni sono risultate essere riconducibili ad un soggetto legato ad una famiglia di cosa nostra palermitana, motivo per cui hanno ricevuto un’interdittiva antimafia, cioè quel provvedimento adottato dal Prefetto per impedire che soggetti in qualche modo legati alla criminalità organizzata po...

FramMenti

Ti ordinano di rispettare la legge, e la legge protegge il capitalista che ti rapina. Ti insegnano che non bisogna uccidere, mentre il governo impicca la gente, la manda sulla sedia elettrica o la massacra in guerra. Ti impongono di obbedire alla legge e al governo, anche se legge e governo sono sinonimi di rapina e omicidio. (Aleksandr Berkman)

Ryan Tippery

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Vagai

Una notte mi fu propizia   Inseguendo una lirica   Ne composi una mia   E da lì si susseguirono   Fiumi intensi di parole   Mi trasformai in fanciulla   In musa, in dea, in cavaliere   Narrando di me alla ricerca   Di una fanciullezza rubata   Di un'altrove sussurrato   Di fuoco e di argilla   Che ti plasmano dentro   E di tanto gelo intorno   Ed io vagai, vago in cerca   Trovando me... 

Iran

 ...se bastasse non rispettare il Corano per essere impiccati avrebbero impiccato metà della popolazione. Impiccano tre iraniani al giorno, ma a Teheran ci sono comunque più rave che a Roma. Ci sono centinaia di migliaia di donne che non indossano il velo. Le moschee il venerdì sono piuttosto vuote rispetto a buona parte delle capitali del mondo musulmano. La droga è molto più facile da trovare del gin, ma si trova agilmente anche il gin. In Iran il 70 per cento dei laureati nelle materie Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono donne: in Italia la percentuale scende al 22. Le donne iraniane pilotano gli aerei e dirigono facoltà di Immunologia. La realtà che vive la popolazione è molto diversa da quella che gli ayatollah vorrebbero, gli iraniani si divertono quanto noi, forse più di noi - accettano il rischio di pagare un prezzo altissimo per farlo. Alcuni muoiono impiccati, ma tanti - milioni - continuano a pensare che correre il rischio ne valga la pena. La ci...

FramMenti

Ma quando arriviamo ad essere indifferenti agli apprezzamenti altrui, è segno che molte cose per noi sono già sfiorite. Quando non ci affliggiamo più delle sconfitte, è segno che non crediamo più nelle vittorie. Che la vita scorre sopra di noi senza farci né bene né male.   Alba de Céspedes, Nessuno torna indietro

Capire

Scrivo solo perché vorrei capire se certe cose le penso solo io, o là fuori anche altri sono convinti che stiamo assistendo al collasso della logica, oltre che del diritto internazionale, che comunque, va detto, non è mai stato in formissima. 1. Ma è successo qualcosa che non so nella dottrina della deterrenza nucleare? No, perché io ero rimasta che la bomba atomica te la fai sostanzialmente per evitare che ti rompano le scatole, fino al ‘22 se eri un regime dittatoriale, dall’invasione dell’Ucraina anche se sei democratico. E, del resto, voglio dire, Kim Jong Un ce l’ha e nessuno lo sta attaccando, l’Iran no e vedi com’è finita. L’Iran non avrebbe alcun interesse a spararne una su Israele, che ne ha almeno un centinaio e la capacità di lanciarle un po’ ovunque. Del resto, vi risulta che la Corea del Nord l’abbia usata? Tra l’altro, ora il primo arsenale al mondo è in mano a Putin che, boh, vi pare più ragionevole di Khamenei? Il secondo è in mano a Trump, il cui emisfero cerebrale des...

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