Cari miei

Lo avete creduto fino ad ora che sono pazzo: ma lo vedete, lo sentite che può diventare anche terrore, codesto sgomento, come per qualcosa che vi faccia mancare il terreno sotto i piedi e vi tolga l’aria da respirare? Per forza, signori miei! Perché trovarsi davanti a un pazzo sapete cosa significa? trovarsi davanti a uno che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno a voi, la logica, la logica di tutte le vostre costruzioni! - Costruiscono senza logica, i pazzi, beati loro! O con una logica che vola come piuma! Volubili, oggi è così e domani chi sa come! - Voi vi tenete forti, ed essi non si tengono più. Voi dite «questo non può essere!», e per loro può esser tutto. E voi dite che non è vero solo perché non par vero a voi, e a centomila altri. Eh, cari miei, bisognerebbe vedere poi che cosa pare vero a questi centomila altri che non sono detti pazzi! Guai se non vi tenete più forte a ciò che vi par vero oggi, a ciò che vi parrà vero domani, anche se è l’opposto di ciò che vi pareva vero ieri! Guai se vi affondaste come me a considerare questa cosa terribile che fa impazzire: che se siete accanto a un altro, e gli guardate gli occhi, potete figurarvi come un mendico davanti a una porta in cui non potrà mai entrare: chi vi entra, non sarete mai voi, col vostro mondo dentro, come lo vedete e lo toccate; ma uno ignoto a voi, come quell’altro nel suo mondo impenetrabile vi vede e vi tocca…

Enrico IV, L. Pirandello

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