Il lupo della steppa

(…) Cio’ che in principio fu il suo sogno di felicita’, divenne in seguito il suo amaro destino. L’uomo avido di potere incontra la sua rovina nel potere, l’uomo bramoso di denaro nel denaro, il sottomesso nella servitu’, il gaudente nel piacere. E cosi’ il lupo della steppa si rovino’ con l’indipendenza. La meta egli la raggiunse e divenne sempre piu’ indipendente, nessuno gli comandava, non era costretto a seguire nessuno e decideva liberamente delle sue azioni e omissioni. Ogni uomo forte infatti raggiunge immancabilmente cio’ che il suo vero istinto gli ordina di volere. Ma raggiunta la liberta’ Harry s’accorse a un tratto che la sua liberta’ era morte, che era solo, che il mondo lo lasciava paurosamente in pace, che gli uomini non lo riguardavano piu’ ne’ lui riguardava se stesso, che soffocava lentamente in un’aria sempre piu’ rarefatta senza relazioni e senza compagnia. (…) Non che fosse odioso o antipatico alla gente. Al contrario, aveva moltissimi amici. Molti gli volevano bene, ma nessuno gli si accostava, nessuno si legava a lui, nessuno aveva la voglia o la capacita’ di condividere la sua vita.

H. Hesse

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