Figli dell'orizzonte

Non fu il mare a raccoglierci, noi raccogliemmo il mare a braccia aperte. Il mare non è un fiume che sa il viaggio, è acqua selvatica. Siamo gli innumerevoli - raddoppia ogni casella di scacchiera - lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra; non potete contarci: se contati aumentiamo, figli dell’orizzonte che ci rovescia a sacco. Nessuna polizia può farci prepotenza più di quanto già siamo stati offesi. Faremo i servi, i figli che non fate, le nostre vite saranno i vostri libri di avventura. Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino, l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso. Da qualunque distanza arriveremo a milioni di passi, noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso. Spaliamo neve, pettiniamo prati, battiamo polvere, raccogliamo il pomodoro e l’insulto. Noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo, noi siamo il rosso e il nero della terra, un oltremare di sandali sfondati, il polline e la sabbia nel vento di stasera. Uno di noi, e per noi tutti, ha detto: Non vi sbarazzerete di me! Va bene, muoio, però il terzo giorno resuscito e ritorno.

Erri De Luca

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