Diario di un seduttore
Avrebbe voglia di guidare in cielo il carro del sole, per poterlo avvicinare alla terra e bruciacchiare gli uomini. Tuttavia ancora non è giunta al punto di avere fiducia in me, dato che io ho sempre evitato ogni intimità, anche quelle di natura prettamente spirituale. Deve diventare forte in se stessa, prima di potersi appoggiare a me. Qualche volta sembra che sia io a volerla affiliare, per così dire, alla mia massoneria; ma è questione di un attimo. Ella deve maturare da sola, deve sentire l’elasticità della sua mente, deve afferrare il mondo e dominarlo. I suoi progressi sono chiaramente percettibili nelle risposte e negli occhi: una volta in essi ho scorto addirittura un lampo d’ira tremenda. Non voglio che si senta debitrice nei miei riguardi: dev’essere libera, perché solo nella libertà è l’amore, solo nella libertà c’è diletto e gioia. Sebbene io stia lavorando affinché entri in mio possesso quasi per necessità naturale, desidero in ogni caso che si senta attratta come uno spirito che graviti verso un altro spirito, non come un corpo morto che cade. Quando giungerà a essere mia, non dovrà rappresentare per me un pesante fardello. Non voglio che diventi un fastidio in senso fisico, e un obbligo in senso morale. Tra di noi deve regnare il gioco della libertà. Cordelia deve essere tanto leggera, che io possa sollevarla con le mie braccia.
Søren Aabye Kierkegaard
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