La battaglia
[…] Tutto è così anche se ce ne dimentichiamo e non ci pensiamo per rimanere attivi e per continuare ad agire senza sapere, decidere senza sapere e percorrere i passi avvelenati; tutto è così camminare per la strada scelta o salire su una macchina il cui conducente ci invita dal suo sedile tenendo la portiera aperta, volare in aereo o rispondere al telefono, uscire per cena o restare in albergo guardando distrattamente dalla finestra alla ghigliottina, compire gli anni e crescere e continuare a compierne per essere arruolato, fare il gesto di dare un bacio che scatena altri baci che ci faranno fermare e di cui renderemo conto, chiedere o accettare un lavoro, e stare a vedere come il temporale si prepara senza metterci al riparo, bere una birra e guardare le donne sui loro sgabelli davanti a un banco, tutto è così e tutte quelle cose possono portare coltelli e vetri rotti, la malattia e il malessere e la paura, la baionette e la depressione e il pentimento, l’albero spezzato e nella gola una spina…la mia coscienza che bada a quel che accade e a quel che non accade, ai fatti e a ciò che non riesce, all’irreversibile e all’irrealizzato, allo scelto e al rifiutato, e a ciò che torna e che si perde, come se tutto fosse uguale: l’errore, lo sforzo, lo scrupolo, la nera schiena del tempo… per questo, domani nella battaglia pensa a me.
Javier Marìas
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