Come un olio nero

Come un olio nero la tua assenza invadendo i mobili, i vestiti , lo specchio gli occhi dei mie gatti, ogni lettera d’ogni riga d’ogni pagina d’ogni libro, e più sotto alla ferita, niente, solo la morta eco della tua voce e io dentro al pozzo eternamente cadendo senza raggiungere il tuo nome, scrigno d’acciaio dove dormono per sempre le mie sementi.
Le tue carezze per l’altro nella mia pelle sono sferzate, sono il cielo dell’alba attraversato da spine, sono le lenzuola del letto trasformate in pantano, sono le mie mani che graffiano l‘aria fino a tirarne fuori sangue.
Non ho saputo offrirti tagliate su un piatto né le mie orecchie nè le mia anima, t’ho tirato rinchiusa in un cimitero pieno di lapidi che portano solo il mio nome, oggi avanzo nelle tenebre piangendo lacrime di sette metri sotto la mia maschera di cane mentre lontano lontano lontano e più lontano balli cercando di assomigliare ai tuoi propri limiti.

Alejandro Jodorowsky

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