Manzoni

In Genio e follia di Alessandro Manzoni sono delineati alcuni tratti a dir poco singolari, bizzarri della personalità di Manzoni. Si racconta ad esempio che Manzoni porta sempre con sé una boccetta di aceto fortissimo; un giorno, sorpreso da un suo malessere nervoso in mezzo al viale del giardino della villa di Brusuglio, temendo di svenire prima di rientrare, si mette a correre cercando allo stesso tempo di gettarsi sotto il naso l’aceto, ma il movimento inconsulto fa sì che qualche goccia di quel liquido bruciante gli vada in un occhio che ne resta gravemente malato. Le lettere ai familiari rivelano in Manzoni uno stato di massima depressione morale o di profonda indolenza dello spirito. Va soggetto a «fatica al capo» e soffre spesso di incomodi di digestione. Il suo temperamento lo spinge qualche volta a dare in escandescenze, a piangere come un fanciullo per cose che lo esasperano.
Riferisce la poetessa Louise Colet, sua grande amica, che quando gli comunica la pace di Villafranca Manzoni «cade svenuto completamente nelle sue braccia». In preda a gravi commozioni e dolori pare abbia bisogno di mangiare di più. Alcuni biografi assicurano che Manzoni è epilettico, ragione per cui si muove sempre accompagnato da qualche fido compagno. È soggetto a rilassamenti d’attenzione, assenze o distrazioni dello spirito. Lo testimoniano diversi episodi. Per una sua nipotina fa l’analisi logica di un periodo dei Promessi Sposi; invece di lodare l’esecuzione di quel componimento, la maestra la giudica appena soddisfacente. Una volta, conversando con un amico, cita una sentenza che gli pare bella, ma non si rammenta dove l’abbia trovata. «Sfido!» - dice l’amico - «è vostra!» Manzoni è capace di rimettere allo stesso posto dieci, venti volte un pezzetto di legno o di brace quando cade fuori da dove l’ha posto nel caminetto. Qui forse, annota Bellezza, abbiamo un caso particolare di piromania.
Negli ultimi tempi, scrive ancora Bellezza, Manzoni confessa desolato: «Temo che mi si indebolisca l’intelligenza, perché mi sorprendo qualche volta a pronunciare delle parole senza senso». A chi va a fargli visita, chiede: «Siete venuto a vedere che divento imbecille?» Gli succede di scambiare le persone o di non accorgersi di aver messo abiti non suoi; a volte si trova con due fazzoletti in mano e esita di quale servirsi. Certe affermazioni dello stesso Manzoni sono eloquenti del suo stato fisico e mentale: «io sono assolutamente inetto», dichiara; ho «un’incapacità organica di parlare in pubblico»; si definisce «balbettone», «un uomo impacciato nel cervello e nella lingua».

— Paolo Albani

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