Ritorno
E’ primavera, e riecco gli uccelli troppo presto.
Rallegrati, o ragione, anche l’istinto sbaglia.
Si imbambola, non vede – e cadono nella neve,
e periscono miseramente, in modo inadeguato
alla struttura dalla loro laringe, delle splendide unghiette,
e oneste cartilagini e coscienziose membrane,
e bacino del cuore e labirinto dei visceri,
navata delle costole e vertebre in splendida infilata,
penne degne d’un museo dei mestieri,
e becco di certosina pazienza.
Questo non è un lamento, è solo indignazione
che un angelo di reale proteina,
un volatore con ghiandole da Cantico dei Cantici,
singolo nell’aria, incalcolabile nella mano,
tessuto dopo tessuto annodato in unità
di luogo e tempo come un dramma classico
tra gli applausi delle ali –
cada e giaccia accanto a una pietra
che nel suo modo arcaico e rozzo
vede la vita come tentativi falliti.
Wisława Szymborska
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