Ballata

Ichna

Questa è la ballata su una ammazzata
che d’un tratto si è alzata.

Scritta in modo veritiero,
sulla carta per intero.

Tutto accadde a finestra spalancata,
e la lampada splendeva.

Chi voleva, vedeva.

Quando l’uscio si richiuse
e l’assassino corse giù,
lei si alzò come i vivi
risvegliati dal silenzio.

Si è alzata, muove il capo
e con occhi di diamante
guarda attenta da ogni parte.

Non si leva su nell’aria,
ma calpesta il pavimento,
un assito scricchiolante.

Le tracce dell’assassino
tutte brucia nel camino.
Foto e spago dal cassetto,
fino all’ultimo pezzetto.

Non è stata strangolata.
Né uno sparo l’ha ammazzata.
Ma una morte invisibile.

Può dar segni d’esser viva,
piangere per inezie,
spaventarsi e poi gridare
per un topo.

Tante sono
le fragilità e sciocchezze
che è facile contraffare.

Lei si alzò, come ci si alza.

Lei cammina, come si cammina.

Canta anche, e si pettina i capelli,
che crescono.

Wisława Szymborska

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