Jane Kenyon

The Suitor

Io sono il boccio pressato in un libro,
ritrovato dopo duecento anni...
Sono l’artefice, l’amante, il guardiano...
Quando la giovinetta affamata
siede alla tavola
siede proprio accanto a me...
Sono cibo nel piatto del prigioniero...
Sono acqua che scorre veloce alla sorgente,
e riempie la brocca fino a che trabocca...
Sono il paziente giardiniere
di un arso e trascurato giardino...
Sono il gradino di pietra,
il chiavistello, e il cardine efficiente...
Sono il cuore contratto dalla gioia...
i capelli più lunghi, bianchi
prima del riposo...
Sono là, nel cesto di frutta
offerto in dono alla vedova...
Sono la rosa muschiata che s’apre
inattesa, la felce sulla cima paludosa...
Sono colei il cui amore
ti sovrasta e già ti è accanto
proprio quando tu pensi di chiamarmi...

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