L’albero e il cemento

Nel piccolo giardino un esile alberello un uomo un dì ha piantato. Era malato e più nessuno l’ha guardato,
madre terra con amore l’ha curato.
Molti anni son passati e il piccolo alberello ora non è più quello, d’alto fusto è diventato sano forte e ben piantato, non lo scuote nessun vento, la sua chioma è rigogliosa madre terra ne è orgogliosa,
le sue fronde folte e tante fan riparo a ogni viandante, ai suoi piedi son sbocciati fiori bianchi delicati, tutto intorno di colori è un’armonia par vedere una magia.
Nel cielo turchino bianche nuvole ammirano il bel giardino, orche nell’aria echeggia un cupo suono,
c’è un gran fermento ora laggiù bianche le nuvole si chiedono cos’è e con sgomento vedono che…
hanno abbattuto l’albero!
Or giace tra l’erba, i bei rami tendono in alto come a chiedere al cielo perché, i fiori attoniti han piegato le loro corolle e bianchi petali lascian cadere accanto al bell’albero qual saluto, un omaggio ed un ultimo inchino.
E son passati gli anni, al posto dell’albero c’è un edificio grigio, nessuno più ricorda il piccolo giardino, e passa ancora il tempo!
Ora c’è un grande muro, dicono che l’hanno costruito per abbellimento; è bello si quel muro, ma se lo guardi dentro… è fatto solamente col cemento.

Giuliana

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