Viaggio al termine della notte

Certo noi siamo abituati ad ammirare ogni giorno dei grandissimi banditi, di cui il mondo intero venera con noi la ricchezza e la cui esistenza si dimostra, non appena la esamini un po’ più da vicino, come un lungo crimine rinnovato ogni giorno, ma quelli si godono la gloria, gli onori e il potere, i loro misfatti sono consacrati dalle leggi, mentre per quanto indietro ci si spinga nella storia tutto ci dimostra che un furtarello veniale, e soprattutto di alimenti poveri, come la pagnotta, il prosciutto o il formaggio, attira immancabilmente sull'autore l'obbrobrio formale, la scomunica categorica della comunità, i maggiori castighi, il disonore automatico e la vergogna inespiabile, e questo per due ragioni, anzitutto perché l'autore di tali misfatti è generalmente un povero e questa condizione implica per se stessa un'indegnità fondamentale e poi perché il suo gesto comporta una sorta di tacito rimprovero verso la comunità. Il furto del povero diventa una maliziosa rivincita personale, mi capisce?... Dove andremo a finire? Così la repressione dei furtarelli da niente viene esercitata, osservi bene, ad ogni latitudine, con rigore estremo, non solo come mezzo di difesa sociale, ma anche e soprattutto come monito severo a tutti gli sventurati di doversene stare al loro posto e nella loro casta, tranquilli, allegramente rassegnati a crepare lungo i secoli e all'infinito di miseria e di fame.

— Louis Ferdinand Céline 

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