FramMenti

Son arrivato troppo presto. Aspetto per lunghi lentissimi minuti, trattenendo il respiro, pronto a librarmi come un palloncino, non fosse per la lenta esalazione della mia frenesia mentre appari nel magico viale alberato – la tua mano alzata verso di me – la tua mano per i miei infarti multipli – consapevolezza di foglie monet-argentee, strizzando gli occhi nell’aria, passi smorzati sul marciapiede; le tue caviglie nude che scintillano nella luce autunnale. Colmo la distanza fra di noi rapido come la nebbia che ribolle dall’interno della baia, inesorabile come il rombo ritmico d’un treno su rotaie che oltrepassa in un baleno una stazioncina di campagna sto lì sbigottito e piuttosto inspiegabilmente scosso e perso e senza parole. Allora è così che mi contagi: son pazzo, eh?

 (Pazzo, Hone Tuwhare)

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