Kociss, un ladro che rubava solo ai ricchi

STORIA DI SILVANO MAISTRELLO IL ROBIN HOOD VENEZIANO

All’anagrafe Silvano Maistrello, ma per tutti lui era Kociss.

Un soprannome che doveva ai suoi tratti somatici. A molti infatti ricordava il celebre capo indiano. Un soprannome che però a Silvano non piaceva affatto.

Probabilmente nemmeno “Robin Hood veneziano” come molti lo chiameranno dopo la sua morte è un appellativo adeguato a inquadrare la vicenda singolare di quest’uomo.

Ma alla fine è sempre così, un nome difficilmente riesce a contenere una storia.

E quella di Kociss è una storia particolarmente difficile da raccontare.

Nacque vicino al ponte di Sant’Anna, nella zona Castello, uno dei quartieri più polari di Venezia.

Fu la fame a spingerlo verso i primi furti e a destinarlo per sempre alla vita di ladro.

Ma un ladro sui generis, di quelli che oggi non ci sono più e che anche negli anni della nostra storia, gli anni settanta, si contavano sulle dita di due mani.

Si perché Silvano per tutta la vita si mantenne fedele ad un codice d’onore unico per il mondo di cui faceva parte. Lui rubava soltanto ai ricchi, agli istituti di credito, ai banchi di pegno. Correndo sui tetti di Venezia si intrufolava ovunque e dopo distribuiva una parte del bottino ai bisognosi e ai poveri. Questo comportamento gli garantì a lungo l’appoggio e il sostegno di molti abitanti del quartiere che lo avvertivano puntualmente al minimo segnale di retata.

E poi Kociss non sparava. La pistola addosso ce l’aveva ma non faceva mai fuoco.

Decine di furti, fughe rocambolesche, qualche cattura, e numerosissime evasioni, ben diciassette, tutto senza ferire nessuno.

Un ladro sui generis lo abbiamo detto, iscritto da giovanissimo al partito comunista e arrestato perché partecipò ad una manifestazione contro la guerra del Vietnam. Un bandito sì, un criminale certo, ma nulla a che vedere con la malavita che avrebbe infestato la laguna negli anni a venire, quelli di Felice Maniero, della Mala del Brenta, del traffico di droga.

Una deriva che Kociss non fece in tempo a vedere nei suoi aspetti peggiori perché morì il 12 maggio 1978.

Insieme ad un complice aveva appena rapinato un banca e fuggiva a bordo di un barchino quando un motoscafo della polizia gli intimò l’alt. Nel racconto degli agenti Kociss estrasse la sua P38 ma come sempre non sparò, cercando di aumentare la velocità del suo natante per sfuggire all’arresto. Dalle mitraglie dei due poliziotti invece partirono quattordici colpi che teoricamente dovevano essere a scopo intimidatorio, ma invece lo colpirono alle spalle.

Raggiunto quando ormai era gravemente ferito venne portato all’Ospedale Civile, ormai però non c’era più nulla da fare.

Kociss era morto.

E con lui scompariva l’ultimo Robin Hood di Venezia.

Cronache Ribelli

Per approfondire consigliamo "Kociss", edito da Milieu ed entrato da poco a far parte della nostra selezione di libri. Lo trovate seguendo il link nel primo commento!

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