Strage dell’avidità

Questa non mi sembra una “strage dell’avidità”: mi sembra una strage del “tengo famiglia”. Una strage del “anche noi dobbiamo mangiare”. Una strage di chi si crede più furbo degli altri, di chi lavora male perché “cosa vuoi che succeda”, “ci penserà qualcun altro”, “c’è chi fa peggio di noi”, “con tutte le schifezze che fanno gli altri, proprio noi dobbiamo farci problemi?”. “Anche noi dobbiamo mangiare”. Quante volte lo abbiamo sentito da chi assume in nero, da chi non paga le tasse perché ha deciso che sono troppe, da chi pretende che la sua azienda continui a inquinare e che la propria necessità di mangiare diventi un alibi e superi i diritti di tutti, compresi quelli che si sobbarcano la fatica della responsabilità o di pagare tasse che sono troppe anche per loro? Qual è la differenza tra chi ha tolto il freno di una funivia pur di lavorare e chi ha tenuto il ristorante aperto quando era vietato, nonostante la certezza di provocare contagi e morti? Certo, morti forse meno cruente e visibili: ma morti. Questa cultura è ovunque intorno a noi. 

 Francesco Costa

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