Winslow

Che Nettuno ti trafigga con il tridente, Winslow. Ascolta, ascolta o Tritone Ascolta. Invoca, ordina al nostro padre, il re del mare, di sorgere dal profondo con l’aura spaventevole della sua furia. Che onde nere in mescolanza con schiuma salata riempiano questa giovane bocca di putrida acqua melmosa fino a soffocarti. Ti ingozzerei dei tuoi organi finché non diventerai blu in viso e gonfio di salamoia e di sentina e non potrai più urlare. E solo quando egli sul capo una corona di conchiglie e con una strisciante coda tentacolare e la folta barba fumante solleverà minaccioso al fine il suo possente braccio, il suo tridente dalle punte di corallo stridendo come spirito nella tempesta con immane forza affonderà nella tua gola. E tu esploderai non più disgustosa vescica rigonfia ma vuota sacca sanguinolenta, ora un niente che le mostruose arpie, insieme alle anime dei marinai che ci hanno lasciato, beccheranno e artiglieranno per nutrirsene, prima che essa venga al fine trangugiato, inghiottito dalle infinite acque che a quello spaventoso imperatore sono asservite. Dimenticato da ogni uomo di qualsiasi epoca, dimenticato da ogni dio o diavolo, dimenticato anche dagli oceani perché in ogni pezzo o brandello di Winslow, fino all’ultimo rimasuglio della tua anima Winslow, non ci sarà più ma sarà e egli stesso il mare. 

 The Lighthouse

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