Fabrizio De André, chi sei?

"Io mi sono accorto che, in casa, ero quello che valeva meno di tutti. Mio padre, laureato in Filosofia: una cima, almeno dal mio punto di vista, di ragazzino. Mio fratello, che se prendeva qualcosa al di sotto del trenta e lode, faceva il muso per due giorni. È normale che, in una famiglia del genere, uno, anche perché ci viene allenato, diventi competitivo. Solo che la mia competitività, dal punto di vista di quello che erano gli studi, era una cosa ridicola.

Vale a dire: io portavo a casa trionfante un diciotto, e mi guardavano così, un po’ storto.

Allora, probabilmente, con la volontà di emergere, ho scelto un’altra strada, che è questa qui della chitarra. Proprio, per volontà di emergere, per dimostrare a me stesso, ma prima di tutto, forse, ai miei genitori, a mio fratello medesimo, che io qualche cosa valevo, al di fuori di quello che era l’iter normale di un figlio di una famiglia appartenente alla piccola borghesia. Cioè, voglio dire, negli anni Sessanta, non era divertente fare questo mestiere, perché era veramente qualche cosa che non era considerato mestiere, ed, in ogni caso, un’attività abbastanza alternativa.

La cosa, poi, è andata bene. Anzi, benissimo."

Intervista di Fabrizio De André, tratta dall'archivio RAI, in occasione del concerto di Sarzana del 29 agosto 1981.

Faber Nostrum