Mondo arabo

A soluzioni per il dilemma del mondo arabo l’islamismo non è interessato: si limita alla negazione. Si tratta sostanzialmente di un movimento impolitico, dato che non avanza richieste negoziabili. In poche parole desidera che la maggioranza degli abitanti del pianeta, che è fatta di infedeli e di apostati, capitoli o venga sterminata. Questo ardente desiderio non può essere appagato. Certo, l’energia distruttiva dei perdenti radicali è sufficiente per ammazzare migliaia, forse decine di migliaia di persone che non c’entrano per niente, e per danneggiare seriamente la civiltà alla quale hanno dichiarato guerra. Un segnale dell’effetto che qualche dozzina di bombe umane è in grado di provocare sono i controlli quotidiani ai quali il mondo si è abituato. All’incirca 1,7 miliardi di passeggeri delle linee aeree sono costretti ogni anno a sottoporsi a perquisizioni non soltanto moleste, ma anche umilianti. Da commiserare, del resto, sono pure gli addetti alla sicurezza, tenuti a confiscare con aria severa tonnellate di forbicine per le unghie. Ma questo sarebbe il meno, quanto a disagi nella vita civile provocati dal terrorismo. Il quale può innescare un clima diffuso di paura e reazioni dettate dal panico. Il terrorismo accresce il potere e l’influenza della polizia politica, dei servizi segreti, dell’industria bellica e delle agenzie private di sicurezza, promuove la promulgazione di leggi sempre piú repressive, avvelena il clima politico e porta alla perdita di diritti di libertà conquistati storicamente. Non occorre il ricorso a teorie del complotto, per capire che esistono persone alle quali queste conseguenze del terrorismo sono assolutamente bene accette. Non vi è nulla di meglio di un nemico esterno, al quale gli apparati della sorveglianza e della repressione si possano appellare. Dove questo porti, non è rilevabile soltanto dall’esempio della politica interna russa. Il piú pericoloso di tutti gli effetti del terrorismo è l’infezione da parte dell’avversario. Anche la democrazia americana si è lasciata manifestamente contagiare dai suoi nemici islamisti, assumendo dal loro repertorio mezzi illeciti, quali la cattura arbitraria, il rapimento e la tortura. “ Hans Magnus Enzensberger, Il perdente radicale, traduzione di Emilio Picco, Einaudi, 2007. 

Schreckens Männer. Versuch über den radikalen Verlierer, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 2006 

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