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Visualizzazione dei post da luglio, 2022

FramMenti

Camminavo su un ponte di assicelle sottili, senza parapetto, al di sopra di una voragine, ed ero lieto di procedere così, anche quando abbassavo gli occhi sulla voragine. C'era un rischio e ciò mi rallegrava.  Fëdor Michajlovic Dostoevskij, L'adolescente

Nel mondo non contano solo i primi violini

Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme. Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini. Daniel Pennac “Nel mondo non contano solo i primi violini” tratto dal Diario di Scuola ed  Feltrinelli 2020

FramMenti

Quando un uomo muore, muore con lui la sua prima neve, e il primo bacio e la prima battaglia Tutto questo egli porta con sé. Rimangono certo i libri, i ponti, le macchine, le tele dei pittori. Certo, molto è destinato a restare, eppur sempre qualcosa se ne va. È la legge di un gioco spietato. Non sono uomini che muoiono, ma mondi. — Evgenij Aleksandrovič Evtušenko - Uomini

Vittorio Sereni

Ancora sulla strada di Zenna da "Gli Strumenti Umani" Perché quelle piante turbate m'inteneriscono? Forse perché ridicono che il verde si rinnova a ogni primavera, ma non rifiorisce la gioia? Ma non è questa volta un mio lamento e non è primavera, è un'estate, l'estate dei miei anni. Sotto i miei occhi portata dalla corsa la costa va formandosi immutata da sempre e non la muta il mio rumore né, più fondo, quel repentino vento che la turba e alla prossima svolta, forse finirà. E io potrò per ciò che muta disperarmi portare attorno il capo bruciante di dolore. Ma l'opaca trafila delle cose che là dietro indovino: la carrucola nel pozzo, la spola della teleferica nei boschi, i minimi atti, i poveri strumenti umani avvinti alla catena della necessità, la lenza buttata a vuoto nei secoli, le scarse vite, che all'occhio di chi torna e trova che nulla nulla è veramente mutato si ripetono identiche, quelle agitate braccia che presto ricadranno, quelle inutilmente

FramMenti

«C’è chi cerca un palcoscenico, chi un ponte di comando, chi un piedistallo. Poi c’è chi vorrebbe solo una panchina, per fermarsi a respirare e guardare un filo d’erba che cresce.» Fabrizio Caramagna

Politica ladra

L'uomo che permise alla magistratura milanese di compiere la prima mossa di quella che sarebbe diventata la più grossa e clamorosa inchiesta di corruzione politico-amministrativa, sicuramente, nell'intera storia della Repubblica italiana, si chiama Luca Magni, piccolo imprenditore, proprietario di un'impresa che aveva in appalto la pulizia quotidiana dei locali alla Baggina, come da sempre i milanesi chiamano familiarmente il Pio Albergo Trivulzio, antico ricovero di vecchi. Luca Magni versava a Mario Chiesa le sue periodiche tangenti, secondo la regola. Finì però con l'accorgersi che quel peso finanziario stava diventando insopportabile per il suo modesto bilancio. Così decise — gli costasse quel che doveva costare — di rivolgersi al magistrato. Raccontò ogni cosa. Il magistrato, Antonio Di Pietro, gli propose di collaborare: e alla prima successiva scadenza, quando cioè dovette consegnare all'ingegner Mario Chiesa una nuova rata del consueto versamento indebito, M

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La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. E’ una ricerca soprattutto spirituale. Cerco verità e bellezza nella trasparenza d’una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una chiocciola sulla spiaggia, nella curva d’una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in altre sfuggenti forme della realtà.   Isabel Allende (Ritratto in seppia, 2001)

Gino, guerrigliero italiano a Cuba

C’era un italiano, un certo Gino, che nei bar dell’Avana di Cuba dava del tu a Hemingway. La cosa sorprendente era che si parlavano con l’accento veneto. Gino era nato nel 24 a Rovaré, in provincia di Treviso. Hemingway era dell’Illinois, ma nella prima guerra mondiale aveva combattuto in Veneto. E il suo capolavoro “Addio alle armi” era ambientato in Italia. Voi direte che, per quanto suggestivo, il quadretto di un certo Gino che, un cicchetto di rum dopo l’altro, spettegola con Hemingway, non è poi questo evento. Ma se ve lo racconto è perché qui il capolavoro è l’altro, è Gino. Il signor Doné Gino disse “Addio alle armi” pure lui, quelle fasciste però. Dopo l’8 settembre del 1943, diciannovenne, combatte da partigiano nella Missione Nelson, salva la vita a due soldati inglesi braccati dai nazisti e il generale Alexander, il comandante in capo britannico, lo onora di un encomio solenne. Ma l’Italia vuole dimenticare e come prima cosa si dimentica i suoi eroi. Gino è disoccupato e cos

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Datemi il denaro che è stato speso nelle guerre e vestirò ogni uomo, donna, e bambino con un abbigliamento dei quali re e regine saranno orgogliosi. Costruirò una scuola in ogni valle sull’intera terra. Incoronerò ogni pendio con un posto di adorazione consacrato alla pace.   (Charles Summer)

Fabrizio De Andrè

“Lui è chi ha cantato Cristo in croce e ha dato i dieci comandamenti al commento di Tito, uno dei ladroni appesi. Lui ha messo in musica un prigioniero che non voleva respirare la stessa aria dei secondini. Lui cantava con voce di pozzo l'amore dei giorni perduti a rincorrere il vento. Lui è chi ha tradotto Leonard Cohen, Georges Brassens, Bob Dylan in quell'impossibile, perfetta versione di “Avventura a Durango”, capolavoro di trasferimento da una lingua a un'altra. Lui è chi ha scritto che a morire di maggio ci vuole troppo coraggio, ha dato musica alla cattiva strada, ha squagliato la cioccolata dei dialetti, il genovese, il sardo, il napoletano dentro le ballate. Lui è chi è stato legato a un palo dell'Hotel Supramonte dove ha visto la neve sopra un corpo di donna amato, addolcito di fame e ha ascoltato i racconti dei banditi e ha conosciuto una loro cura che nessun detenuto di questo Paese ha provato. Lui è chi ha perdonato con gratitudine. Lui è chi ha visto al co

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Mi piacerebbe non aver visto, né letto, né ascoltato mai niente …e poi creare qualcosa.  Keith Haring

Con le peggiori intenzioni

La masturbazione è la più alta espressione di libertà – dietro alla quale si piazza soltanto la letteratura (che purtroppo ha regole troppo ferree e impedienti per reggere il confronto) – che il mio organismo abbia saputo concedersi negli ultimi trentatré anni. Una libertà che supera perfino la sfrenata sessuomania di certe rockstar, rispetto alle quali ho il vantaggio di poter scopare simultaneamente, o nell’arco di quegli elettivi dieci minuti fuori dalla Storia, con donne decedute da anni come Marilyn Monroe senza correre il rischio di passare per un necrofilo, con vecchie compagne di scuola senza per questo sentir parlare di passatismo, con starlettine della TV senza dover diventare a mia volta celebre, con le mogli dei miei amici senza per questo tradirli, con la sorella che non ho mai avuto senza commettere incesto, con studentesse universitarie senza compiere alcun abuso, con vergini beate senza indulgere in blasfemia, con undicenni lolite senza violare il codice penale, con pre

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Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull'artista, l'unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio. Gustav Klimt

Approvata la legge per ripartire dalla montagna

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L’Italia ha approvato un disegno di legge per ripartire dalla montagna come risorsa di sviluppo e di rilancio per tutto il Paese. Il ddl “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane” approvato dal Consiglio dei Ministri introduce misure organiche finalizzate a favorire lo sviluppo economico e la ripresa di tanti territori che avranno l’opportunità di diventare risorse per la nazione. La nuova Strategia Nazionale per la Montagna Italiana si pone l’obiettivo di favorire il ripopolamento delle montagne con interventi normativi per la riduzione delle condizioni di isolamento e di svantaggio dei Comuni montani italiani e la promozione delle economie locali incentrata sui principi della transizione ecologica e dell’economia circolare. Le misure prevedono lo sviluppo di scuole di montagna, sanità, servizi e infrastrutture digitali, incentivi agli imprenditori agricoli e forestali e misure fiscali di favore per le imprese montane guidate da giovani. La valorizzazione de

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Le nuove condizioni di vita in cui viviamo hanno creato un'infinità di elementi naturali completamenti nuovi, e perciò mai entrati nel dominio dell'arte, e per i quali i futuristi si prefiggono di scoprire nuovi mezzi di espressione, ad ogni costo.  Umberto Boccioni - The Noise of the Street detail

Brasile, il disboscamento della foresta amazzonica a livelli record

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Le condizioni di salute della foresta amazzonica, il più grande polmone verde del mondo, non sono buone. Nel solo mese di gennaio sono stati disboscati ben 430 chilometri quadrati della sua superficie, l’equivalente di 40mila campi da calcio oppure della città di Manchester. L’area distrutta, secondo quanto riferito dall’agenzia aerospaziale Inpe, è cinque volte maggiore di quella persa nel gennaio 2021 ed è ai massimi mensili dal 2015. Il disboscamento illegale consente ad agricoltori ed allevatori senza scrupoli di espandere le proprie attività ad un prezzo contenuto e senza rischiare nulla. Gli ambientalisti riferiscono di un’impunità generalizzata che fa proliferare gli illeciti e che si è rafforzato durante la presidenza di Jair Bolsonaro. Il Capo di Stato è poco interessato alla tutela degli ecosistemi ed ha ridotto al minimo le protezioni di cui godeva la foresta pluviale. (…) A contribuire alla rapida scomparsa di vaste aree di foresta amazzonica è anche l’estrazione illegale d

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 Ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta.  Mario Calabresi

Alessandro Parronchi

Poesia All'antica Come ha fatto il pittore, in quel tratto di muro che chiude tra due case un orizzonte, a sprigionare un sogno di stagioni defunte nel bagliore di malva del tramonto? È il suo segreto. Io non saprò mai andare a ritroso per vincere l’età, prigioniero del tempo, che del tempo e la misura e il termine non sa. E lui lo spazio, me il tempo appassiona. Per questo ho fretta. E quando lo saluto il suo sguardo si perde ma non sa trattenermi. Io resto muto. E a te, compagna che incontrai per giuoco, con cui divido le ore, non mi riunisce già l’ultimo fuoco del giorno che tra i monti se ne va, la tristezza del lungolago a sera con le barche attraccate, le speranze attraccate, ma un ricciolo che il vento solleva all’impazzata mentre ti stringi a me, pensosa, alla ringhiera.

FramMenti

Se per dirlo bastano tre righe, bisogna limitarsi a quelle tre righe. Se per dirlo bastano tre parole, bisogna limitarsi a quelle tre parole. Se per dirlo basta una strizzata d’occhio, bisogna limitarsi a quella strizzata d’occhio. Se per dirlo basta una ruga, bisogna limitarsi a quella ruga. Se per dirlo basta il silenzio, bisogna limitarsi a quel silenzio. Non aggiungere. Togli.  David Thomas, Non ho ancora finito di guardare il mondo

Le lettere dal carcere di Breivik: tormenta ancora le vittime di Utøya

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La follia di questo personaggio ha superato, senza ombra di dubbio, il segno: dal carcere di massima sicurezza di Skien, Anders Behring Breivik, il serial killer di Utøya, continua a tormentare i parenti dei ragazzi uccisi oltre dieci anni fa durante un raduno della sinistra giovanile. Il pluriomicida, infatti, si è messo a scrivere lettere deliranti ai parenti delle vittime e ai sopravvissuti – non per chiedere perdono ma per ribadire i “principi” del suo “manifesto politico”. (…) “È del tutto insostenibile che un assassino di massa possa inviare lettere alle sue vittime. Immagino che lo faccia per farci reagire in modo da attirare l’attenzione. La descrivo come una molestia. Vuole farci sapere che è lì e vuole spaventarci, in un certo senso”. La strage risale al 22 luglio 2011. Breivik, all’epoca 32enne, portò avanti il suo piano omicida: prima un’autobomba nel centro di Oslo, fatta esplodere davanti all’ufficio del primo ministro norvegese, otto i morti; poi la carneficina dell’isol

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"Nessuno dovrebbe tollerare che vengano inflitte agli animali delle sofferenze e neppure declinare le proprie responsabilità. Nessuno dovrebbe starsene tranquillo pensando che altrimenti si immischierebbe in affari che non lo riguardano. Quando tanti maltrattamenti vengono inflitti agli animali, quando essi agonizzano ignorati per colpa di uomini senza cuore, siamo tutti colpevoli." Albert Schweitzer Albert Schweitzer (1875-1965), medico, teologo, filosofo e filantropo insignito del Premio Nobel per la pace nel 1952 per la sua attività di chirurgo missionario nell’ospedale Lambaréné in Gabon. Dedicò la vita ai poveri e ai sofferenti, includendo una notevole attenzione anche ai diritti degli animali.

Carlo Gnocchi

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Come ultimo gesto di altruismo, donò le sue due cornee a due giovani ragazzi privi di vista. Quando capì che il suo momento stava arrivando, quella fu infatti la sua scelta: dare la vista a due persone con una parte di lui. Lo fece senza che ci fossero leggi in merio. Lo fece rompendo un tabù. Come uomo e come prete. Carlo Gnocchi fu un uomo straordinario, un prete straordinario. Cappellano militare degli Alpini, in Russia vide morire tanti ragazzi. Raccolse le loro ultime parole e tornato in Italia girò, da solo, tutta la Penisola per “consegnarle” alle loro famiglie. Poi, nel 1943, si rifiutò di aderire alla Repubblica sociale, iniziando invece a collaborare con la Resistenza. Aiutava ebrei e Alleati a fuggire in Svizzera e venne arrestato più volte dalle SS, ma non demorse mai. Nel dopoguerra, si dedicò agli invalidi e ai bambini, agli orfani soprattutto. Costituì collegi in tutta Italia, non si stancò mai di aiutare, supportare chi aveva bisogno di aiuto. Passò quasi vent’anni a fa

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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.  (Eugenio Montale)

Wounded Knee

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USA 27 febbraio 1973: inizia la battaglia di Wounded Knee. Alla loro testa c’era Russel Means, Lakota dalle chiare idee libertarie. "LA BATTAGLIA DI WOUNDED KNEE: NEL 1973, CENTINAIA DI NATIVI AMERICANI OCCUPARONO LA CITTADINA DOVE, NEL 1890, VENNERO MASSACRATI CENTINAIA DI LAKOTA E VI RESISTETTERO PER 71 GIORNI Wounded Knee era il teatro del massacro del 1890, dove persero la vita 300 Lakota. Nel frattempo la questione indiana sembrava essere "scomparsa". Eppure intere comunità vivevano confinate nelle riserve, soggette ad una legge estranea e dipendente solo da considerazioni di tipo economico. Gli stessi “indiani” iniziarono a dividersi tra componenti “istituzionalizzate” - ovviamente più “moderate” e vicine alle politiche governative- e movimenti più radicali, come l’AIM, l’American Indian Movement. Proprio quest’ultimo fu protagonista del “ritorno” dei nativi a Wounded Knee. Questa volta non ci andarono per farsi massacrare, ma per resistere e combattere per i propr

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Spesso la composizione è davvero il mezzo migliore che un fotografo ha a disposizione per mostrare la complessità della vita; la struttura di un’immagine può suggerire la forma che diviene bellezza.  Robert Adams

Bebe Vio

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‘Adesso mi suicido.’ Così gridai a mio papà. Non sapevo neanche bene cosa volesse dire, ero piccola. Ma lui mi sorprese: 'E come fai?’. Arrabbiata dissi: 'Sai cosa faccio? Mi butto dal letto’. E lui: 'Senti, se vuoi farlo, fallo bene e ti porto al secondo piano.’ Io lo guardai sconvolta. Poi mi disse: 'Dai smettila, la vita è una figata’. Mi lasciò sul letto e se ne andò. Cavoli, in quel momento mi si rivoltò il mondo: ero ancora viva, quindi meglio che iniziavo a godermela, la vita” - Bebe Vio

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Ben presto ho imparato che un'immagine all'apparenza insignificante può divenire piena di significato, ed è un aspetto della fotografia che ho sempre adorato.  Annie Leibovitz 

Amazzonia: se non brucia non fa notizia ma la deforestazione continua più di prima

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Se non brucia non fa notizia. Ma la deforestazione in Amazzonia, anche a causa degli incedi dolosi, continua più di prima. Recentemente l’Istituto nazionale di ricerche spaziali (Inpe) del Brasile ha pubblicato le analisi sulla deforestazione riscontrata nel gennaio di quest’anno, tramite le immagini satellitari. In un solo mese sono scomparsi altri 430 km quadrati di foresta, come a dire che gennaio 2022 è stata rasa al suolo una superficie simile a quella del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise. Ma il dato clamoroso non è solo questo, quanto il paragone rispetto al gennaio 2021: a gennaio di quest’anno la perdita della foresta amazzonica è stata cinque volte superiore. I dati dell’Inpe sono agghiaccianti: 9724 sono i km quadrati deforestati nel solo 2021, una superficie dunque superiore all’estensione delle Marche, e negli ultimi tre anni il processo di deforestazione in Amazzonia è aumentato dal 52%, insieme agli incendi, incrementati del 25%. Secondo un rapporto di Greenpeace

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Quando un uomo vuole uccidere una tigre, lo chiama sport; quando una tigre vuole uccidere lui, la chiama ferocia. (George Bernard Shaw)

La bottiglia

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Nel 1960, David Latimer piantò un minuscolo giardino all'interno di una grande bottiglia di vetro e la sigillò. Ha aperto la bottiglia 12 anni dopo, nel 1972, per aggiungere un po’ d'acqua e poi l'ha sigillata per sempre. L'ecosistema autonomo è fiorito per quasi 60 anni. Per coloro che si chiedono come sia possibile, il giardino è un ecosistema perfettamente equilibrato e autosufficiente. I batteri nel compost mangiano le piante morte e scompongono l'ossigeno rilasciato dalle piante, trasformandolo in anidride carbonica, necessaria per la fotosintesi. La bottiglia è essenzialmente il microcosmo della terra.

FramMenti

Sai, alcune persone dicono che la vita è breve e che potresti essere colpito da un autobus in qualsiasi momento e che devi vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. Cazzate. La vita è lunga, probabilmente non sarai colpito da un autobus e dovrai vivere con le scelte che fai per i prossimi cinquant'anni.  (Chris Rock)

Chi ci terrà al sicuro da...

quelli che sanno tutto. Per sentito dire. quelli che sanno gridare. Solo per dire “a morte!” quelli che accettano tutto. Fuorché la ribellione quelli che non credono a niente. Se non alla propaganda quelli che vanno d’accordo con tutti. Quelli che comandano quelli che scoprono la parola. Per chiedere che sia negata quelli che aborrono la violenza. Tranne quella del potere quelli a cui piace la cultura. Del manganello e della gogna quelli che vogliono partecipare. A un processo di esclusione quelli che non sopportano il rumore. Che non sia di ossa rotte quelli che si associano. Solo per dissociarsi quelli che prendono posizione. Solo per mettersi in ginocchio quelli che si sentono sicuri. SOLO IN CATENE Nadezda Nezvanova

FramMenti

Be’ forse è iniziato così, come un sogno, ma non lo è rimasto per sempre. Questi edifici, queste luci, tutta questa città. Qualcuno ha dovuto sognarli, prima che diventassero reali. E forse è quello che ho fatto anche io: ho sognato di arrivarci, prima, ma poi l’ho fatto davvero.   Roald Dahl

A sedici anni

A sedici anni ero anarchico. A sedici anni non si capisce niente. Non si sa come funziona il mondo. (…) A sedici anni pensavo che la guerra fosse un crimine dei governi, e dei generali, contro i popoli. A sedici anni pensavo che la guerra servisse solo a distruggere le città, a brutalizzare i bambini, a far vivere la gente come topi e ad arricchire gli speculatori e i fabbricanti d’armi. A sedici anni pensavo che il nazionalismo fosse un crimine contro la pace e contro la libertà. Pensavo che il concetto stesso di Nazione e la retorica della Patria sarebbero stati travolti, molto presto, dalla fratellanza tra i popoli. Pensavo che i popoli non fossero centinaia di tribù incazzate ma una sola umanità. A sedici anni pensavo che le frontiere non avessero senso. Cantavo le canzoni anarchiche di Pietro Gori. Nostra patria è il mondo intero, nostra legge la libertà. A sedici anni pensavo che quelli come Putin, che mettono in galera gli oppositori, si chiamassero tiranni. Non c’è bisogno di a

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Un giorno chiesero al grande matematico persiano Al-Khawarizmi sul valore dell’essere umano, così rispose: “Se ha Etica, allora il suo valore è 1. Se in più è intelligente, aggiungete uno zero e il suo valore sarà 10. Se è ricco, aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 100. Se, oltre tutto ciò è una bella persona, aggiungete un altro zero e il suo valore sarà 1000. Però se perde l’uno, che corrisponde all’Etica, perderà tutto il suo valore perché gli rimarranno solo gli zeri.”

Come spiego a mio figlio che il mondo sta finendo?

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"Come spiego a mio figlio che il mondo sta finendo?“. Questa domanda declinata in diverse maniere, ma dettata comunque dall’urgenza di trovare, in tempi di pandemia e di guerra, una direzione da seguire me la sento rivolgere sempre più spesso. Forse perché durante i laboratori nelle scuole i bambini mi raccontano tanto, ed è proprio dalle loro parole che arrivano le risposte. O perché ormai è risaputo che ho poca voglia di interagire con gli adulti – salvo rare eccezioni – e soltanto i bambini riescono a tenermi ancorata alla Terra. La soluzione credo risieda nel non pensare a salvare il proprio figlio dalla verità, perché non è un salvataggio, ma una condanna ad annaspare nella finzione. Se esiste un’unica regola, una soltanto, che sento di affermare con certezza riguardo ai bambini è quella di non nascondere mai nulla, non mentire di fronte a una catastrofe ambientale, a una guerra, a una relazione che non funziona, alle malattie. Intossica crescere in una vita che non esiste. L

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Le migliori fotografie sono quelle che faresti non appena finito il rullino.  Arthur Bloch

Ultimo desiderio

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Gli animali domestici, a quanto pare, hanno anche loro gli ultimi desideri prima di morire, ma conosciuti solo dai veterinari che fanno addormentare animali vecchi e malati. L'utente di Twitter Jesse Dietrich ha chiesto a un veterinario quale fosse la parte più difficile del suo lavoro. I veterinari chiedono ai proprietari di stare vicino agli animali fino alla fine. È inevitabile che muoiano prima di te. Non dimenticare che eri tu il centro della loro vita. Forse erano solo una parte di te. Ma sono anche la tua famiglia. Non importa quanto sia difficile, non lasciarli. Non lasciateli morire in una stanza con uno sconosciuto in un posto che non gli piace. È molto doloroso per i veterinari vedere come gli animali domestici non riescano a trovare il loro padrone negli ultimi minuti di vita. Non capiscono perché il proprietario li abbia lasciati. Del resto, avevano bisogno della consolazione del loro padrone. I veterinari fanno tutto il possibile affinché gli animali non siano così sp

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Tutto passa. Passano le sofferenze e i dolori, passano il sangue, la fame, la pestilenza. La spada sparirà, le stelle invece resteranno, e ci saranno, le stelle, anche quando dalla terra saranno scomparse le ombre persino dei nostri corpi e delle nostre opere. Non c’è uomo che non lo sappia. Ma perché allora non vogliamo rivolgere lo sguardo alle stelle? Perché? (Michail Bulgakov - "La guardia bianca")

Lucia e Pepe

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Il padre era un nobile polacco trapiantato in Uruguay, e Lucia Topolansky ebbe un’infanzia agiata, ottime scuole, un futuro che si immaginava sereno. Però Lucia sentiva che intorno a lei c’erano troppe ingiustizie, e sognava di cambiare il mondo. Così lasciò gli agi e i lussi della sua famiglia per unirsi al movimento Tupamaro e lottare contro il regime militare che aveva instaurato in Uruguay una brutale e sanguinaria dittatura. Nel movimento incontrò quello che sarà per lei il grande amore della sua vita, Pepe, ma il destino li separò dopo soli pochi mesi. Sia Lucia che Pepe, infatti, furono arrestati e finirono in carcere. Un carcere durissimo, ma Lucia non si perse d’animo e riuscì a evadere liberando anche una trentina di altre detenute. Ma qualche mese dopo fu arrestata di nuovo. Questa volta per 13 lunghissimi anni. Reclusione, isolamento e torture, sia fisiche sia psicologiche. Lucia poté uscire di prigione solo nel 1985, quando finalmente tornò la democrazia in Uruguay. E subi

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Sono poche le persone che io amo per davvero e ancora meno quelle delle quali io penso bene. Più conosco il mondo, più ne sono disgustata; e ogni giorno conferma la mia convinzione dell’incoerenza del carattere umano, e della poca fiducia che possiamo riporre in tutto ciò che può apparire merito o intelligenza.  Jane Austen

Guerra

Quando mi dicono che dello scoppio di una qualche guerra è colpevole in maniera esclusiva una delle due parti, non posso mai trovarmi d’accordo con una simile opinione. Si può ammettere che una delle parti agisca con maggiore cattiveria, ma stabilire quale delle due si comporta peggio non aiuta a chiarire neanche solo la più immediata delle cause per cui si verifica un fenomeno così terribile, crudele e disumano quale è la guerra. Queste cause sono del tutto evidenti per chiunque non chiuda gli occhi di fronte alla realtà. Ve ne sono tre: la prima è l’ineguale distribuzione della ricchezza, vale a dire la rapina commessa da alcune persone ai danni di altre; la seconda è l’esistenza della classe militare, vale a dire di persone addestrate e destinate ad uccidere; la terza causa è una dottrina religiosa falsa, in buona parte consapevolmente ingannevole, nella quale vengono forzosamente educate le giovani generazioni.  Tolstoj, da una lettera a G. M. Volkonskij datata 4 dicembre 1899

FramMenti

Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che vedono, ciechi che, pur vedendo, non vedono. (José Saramago) 

Oppressione

Perché non vi siano né l’oppressione del popolo né le inutili guerre, e perché nessuno s’indigni più contro coloro che sembrano essere i colpevoli di tutto ciò, occorrerebbe in realtà ben poco, e precisamente e unicamente che gli uomini capiscano come stanno veramente le cose, e le chiamino con il loro nome; e sappiano che un esercito è uno strumento d’omicidio e che il costruire e comandare un esercito – ovverosia ciò di cui si occupano con tanta disinvoltura i re, gli imperatori, i presidenti – è soltanto una preparazione all’omicidio. Basterebbe che ogni re, imperatore, o presidente comprendesse che i suoi doveri di comandante in capo delle forze armate non sono affatto un incarico onorevole e importante, come gli fan credere i suoi adulatori, bensì un malvagio e vergognoso prepararsi all’omicidio; e che ogni privato cittadino comprendesse che il pagamento delle tasse, con le quali si arruolano e si armano i soldati, e a maggior ragione il prestar servizio militare, non sono affatto

FramMenti

Nella pacatezza dello sguardo degli animali parla ancora la saggezza della natura, perché in essi la volontà e l'intelletto non si sono ancora distaccati abbastanza per potersi, al loro reincontrarsi, stupirsi l'uno dell'altra. (Arthur Schopenhauer)

Giorgio Caproni

Quanti se ne sono andati… Quanti. Che cosa resta. Nemmeno il soffio. Nemmeno il graffio di rancore o il morso della presenza. Tutti se ne sono andati senza lasciare traccia. Come non lascia traccia il vento sul marmo dove passa. Come non lascia orma l’ombra sul marciapiede. Tutti scomparsi in un polverio confusi d’occhi. Un brusio di voci afone, quasi di foglie controfiato dietro i vetri. Foglie che solo il cuore vede e cui la mente non crede. (Foglie, Giorgio Caproni) .

FramMenti

 La fotografia è una cosa semplice. A condizione di avere qualcosa da dire.   Mario Giacomelli

L'ombra dello scorpione

Vuoi che ti dica che cosa ci insegna la sociologia a proposito della razza umana? Te lo dico in poche parole. Mostrami un uomo o una donna soli e io ti mostrerò un santo o una santa. Dammene due e quelli si innamoreranno. Dammene tre e quelli inventeranno quella cosa affascinante che chiamiamo «società». Quattro ed edificheranno una piramide. Cinque e uno lo metteranno fuori legge. Dammene sei e reinventeranno il pregiudizio. Dammene sette e in sette anni reinventeranno la guerra. L'uomo può essere stato fatto a immagine di Dio, ma la società umana è stata fatta a immagine del Suo opposto. E cerca sempre di ritornare.   Stephen King, "L'ombra dello scorpione", 1978

FramMenti

Dopo aver rischiato di annegare, decisi di non avere paura dell'acqua e da quel giorno divenni una bagnina. Durante il corso di formazione il mio istruttore disse che ci sarebbero stati momenti in cui avrei visto qualcuno in difficoltà. Ti verrà voglia di correre e di fare tutto il possibile per salvarlo ma... A quel punto dovrai fermarti. Perché ci sono alcune persone che non puoi salvare. Perché quelle persone si dimeneranno, si agiteranno e cercheranno di farti affogare con loro. BoJack Horseman

Immaginate le cose al contrario

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Invece del bambino palestinese incatenato, bendato e fatto inginocchiare prima di gettarlo in carcere, immaginate un bambino ebreo e al posto delle forze di occupazione, immaginate i palestinesi. Ditemi se non sarebbe successo il Finimondo, come sarebbe giusto che accadesse. E con tutto questo, a noi palestinesi, danno pure addosso. Farid Musallam

FramMenti

”Si vive nel provvisorio” disse. “Si pensa che per ora la vita va male, per ora bisogna arrangiarsi, per ora bisogna anche umiliarsi, ma che tutto ciò è provvisorio. La vera vita comincerà un giorno. Ci prepariamo a morire col rimpianto di non aver vissuto. A volte quest’idea mi ossessiona: si vive una sola volta e quest’unica volta si vive nel provvisorio, nella vana attesa del giorno in cui dovrebbe cominciare la vera vita. Così passa l’esistenza. --Ignazio Silone, da "Vino e pane"

Più colore

Procedo molto lentamente, perché la natura è per me estremamente complessa, e i progressi da fare sono infiniti. Non basta vedere bene il proprio modello, bisogna anche sentirlo con esattezza, e poi esprimersi con forza e chiarezza. Ho voluto legare le linee fuggenti della natura. Voglio dipingere la verginità del mondo! La luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso un'altra cosa, attraverso il colore. Sono stato contento di me, quando ho scoperto questo. Ho una sensazione lieve, ma non riesco ad esprimerla. Sono come uno incapace di usare la moneta d'oro in suo possesso. L'artista deve temere lo spirito da letterato che porta così spesso il pittore ad allontanarsi dalla sua vera strada: lo studio concreto della natura. Il disegno ed il colore non sono affatto distinti. Man mano che si dipinge, si disegna. Più il colore diventa armonioso, più il disegno si fa preciso.  Paul Cézanne

FramMenti

Nemmeno gli ignoranti amano la sapienza, né desiderano diventare sapienti. Proprio in questo, difatti, l'ignoranza è insopportabile, nel credere da parte di chi non è né bello né eccellente, e neppure saggio, di essere adeguatamente dotato. Chi non ritiene di essere privo, dunque, non desidera ciò di cui non crede di aver bisogno. Platone, Simposio

L'inferno di Treblinka

Donne e bambini si tolgano le scarpe, prima di entrare nella baracca. Infilate le calze nelle scarpe. Quelle dei bambini dentro i sandali, le scarpe o gli stivaletti. Ordine, mi raccomando». E di nuovo: «Portate nei bagni gioielli, documenti, denaro, asciugamano e sapone... Ripeto...». Dentro la baracca femminile c’è la parrucchiera; nude, le donne vengono rasate a zero, alle più anziane tolgono la parrucca. È un momento strano, psicologicamente: le addette hanno poi sostenuto che di solito quella rasatura ante mortem convinceva le vittime che davvero sarebbero andate a lavarsi. Le più giovani si tastavano il cranio e, sentendo qualche punta ispida, capitava che chiedessero un ritocco. Solitamente dopo la rasatura le donne erano più tranquille, tutte o quasi lasciavano la baracca con in mano un pezzo di sapone e un asciugamano piegato. Tra le più giovani qualcuna piangeva le belle trecce perdute. Perché le rasavano? Per illuderle? No, perché la Germania aveva bisogno dei loro capelli.

FramMenti

Coltivando la solitudine non sei ricattabile, non sei coinvolto nelle pulsioni di gruppo, di chi ti ronza intorno dandoti e chiedendoti consigli o proponendoti affari. Certo, non puoi approfittare della benevolenza, dell’appoggio del clan, del partito politico, della parrocchia, ma non sei obbligato ai compromessi, alle regole. Faber

Suicidio

Chiuso in casa, cosa che devo ammetterlo mi ha sempre tentato e ancora continuamente mi tenta, avrei finito per essere raggiunto dal pensiero del suicidio. Il pensiero del suicidio lo devo sempre lasciare un passo indietro. Sempre almeno un passo dietro di me, pensavo, altrimenti sono finito. Mi sono salvato dall’idea del suicidio e in definitiva dal suicidio vero e proprio, solo grazie a questo continuo camminare, solo spostandomi in continuazione seguendo le rotte piú disparate, non diritto, non in cerchi concentrici, non a spirale, solo un continuo vagare, un continuo camminare, un continuo arrancare, nel continuo tentativo, devo dire coronato dal successo, di tenere sempre dietro il suicidio e il pensiero del suicidio, sempre e continuamente il suicidio almeno un passo indietro. Sono ancora in vita, pensavo, solo perché mi sfinisco percorrendo a piedi in lungo e in largo il bosco di roveri. V. Trevisan, I quindicimila passi, Torino, Einaudi, 2002

FramMenti

Sembra che le foto possano essere indifferentemente buone o cattive e che tutto sia un po’ affidato al caso, invece non è così. A volte nascono dal niente o dal tutto che è la stessa cosa. Io cerco di fotografare i pensieri. L’oggetto mi è utile per trasmettere quello che vuole dire. Niente viene a caso, il bianco, il nero. Come nella famosa foto di Scanno: la figura nera aspetta il bianco. (…)   Mario Giacomelli

Gappisti

Senza volersi addentrare nel dettaglio di un nodo tanto intricato del dibattito pubblico, serve però guardare alla posizione, diffusa allora come oggi, che carica sulle spalle dei gappisti romani la responsabilità dell’eccidio compiuto dai tedeschi alle Fosse Ardeatine. Peraltro impiegando tra gli elementi a sostegno di questa lettura un’accusa infamante per quei partigiani, cioè di aver avuto la possibilità di evitare la strage e di non averla colta. Secondo quest’accusa, i gappisti si sarebbero sottratti vigliaccamente alla richiesta di consegnarsi – quale via offerta per fermare la rappresaglia – rivolta dal Comando tedesco, a mezzo di manifesti affissi in città, ai responsabili dell’attentato di via Rasella. Un argomento falso puntualmente smontato dalla ricerca storica, sulla base di dichiarazioni più che credibili, perché rese dagli stessi tedeschi (Kappler, ad esempio, nel processo che si apre a suo carico nel 1948 afferma di aver tenuto nascosta la strage per timore di una reaz

FramMenti

È vero che il fascismo in senso assoluto non è ancora morto: anzi è ben vivo e operante: e tale resterà fin che la nostra  società sarà una società capitalista e clericale: un partito di sicari, di ‘arditi’ sarà sempre necessario ai padroni, sarà sempre un fatto tipico, in una società come la nostra, malgrado le diverse forme che può assumere. In questo periodo, l'abbiamo visto, è più pericoloso che mai. Attraverso la potenza clericale, è la polizia stessa che pare essersi assunta il compito che si assumevano un tempo le organizzazioni armate fasciste. Ma 'quel’ fascismo è morto. È veramente finito a Piazzale Loreto, travolto dalla Resistenza. P.P.P. “I dialoghi” Editori Riuniti, 1992, p. 38.

Franco Arminio

Pensa che si muore e che prima di morire tutti hanno diritto a un attimo di bene. Ascolta con clemenza. Guarda con ammirazione le volpi, le poiane, il vento, il grano. Impara a chinarti su un mendicante, coltiva il tuo rigore e  lotta fino a rimanere senza fiato. Non limitarti a galleggiare, scendi verso il fondo anche a rischio di annegare. Sorridi di questa umanità che si aggroviglia su se stessa. Cedi la strada agli alberi. (Franco Arminio da Cedi la strada agli alberi)

FramMenti

Era necessario” disse Rumfoord a Billy, parlando della distruzione di Dresda. “Lo so” disse Billy. “E’ la guerra.” “Lo so. Non mi lamento.” “Dev'essere stato terribile, a terra.” “Sì” disse Billy Pilgrim. “C'è da compiangere gli uomini che dovettero farlo.” “Certo.” “Lei avrà provato dei sentimenti contraddittori, laggiù.” “Era tutto in regola” disse Billy. “E’ tutto in regola, e ciascuno deve fare esattamente quello che fa. L'ho imparato su Tralfamadore. — Kurt Vonnegut - Mattatoio n.5 o La crociata dei bambini

Il bacio che ha fatto la storia

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Richard e Mildred Loving, ovvero un uomo bianco e una donna nera che si sposarono nell'America degli anni ‘60, un'America in cui gli attivisti per i diritti dei neri venivano spesso assassinati (Medgar Evers nel 1963, Malcolm X nel 1965, Martin Luther King nel 1968, giusto per citarne alcuni). Nel 1958 Mildred, 18enne, rimase incinta di Richard, e i due si recarono a Washington per sposarsi, eludendo le leggi dello stato del Virginia che vietavano i matrimoni misti. Tornati nella loro casa a Central Point, Virginia, i Lovings ebbero però problemi fin da subito: una chiamata anonima denunciò la coppia e la polizia locale irruppe nella loro casa in piena notte, nella speranza di sorprendere i due durante un rapporto sessuale (secondo le leggi dello stato del Virginia, anche i rapporti sessuali fra persone di “razza” diversa rappresentavano un crimine); i Lovings invece stavano dormendo, Mildred esibì ai poliziotti presenti il loro certificato di matrimonio, ma la coppia fu ugualm

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