Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2013

Oswaldo GuayasamĆ­n

Immagine
El miedo (1965-68)

E allora sia!

Gli amanti, quando finalmente si scoprono, diventano eterni. Il tempo gioca sempre a separarli e loro sorridono, anche se amaramente, perchĆ© sanno che riusciranno sempre a ritrovarsi. Malgrado ciĆ², ogni volta si salutano come se fosse l’ultima, cercando d’imprimere dentro di se tutto ciĆ² che appartiene all’altro: l’ultimo tocco, l’ultimo sguardo ed infine l’eterna promessa di rinascere per ritrovarsi. Forse non basterĆ  una vita, forse nemmeno cento. Forse queste vite racchiuderanno soltanto solitudine e sofferenza, ma questo non basta a scoraggiare la loro speranza. Il loro esistere coincide con il loro ritrovarsi. Il resto rimane privo di senso fino a quando non si ricongiungono. E allora sia! La vita, il sogno di ritrovarsi. Marilena Parrinello

L’arte di correre

Il fatto che io sia io, e non un altro individuo, per me costituisce un patrimonio prezioso. Le ferite spirituali non rimarginate sono il prezzo che gli esseri umani devono pagare per la loro indipendenza. Fondamentalmente ĆØ ciĆ² che penso, e quest’idea ha sempre ispirato la mia vita. La solitudine ĆØ un risultato che in parte ho cercato di mia spontanea volontĆ . Soprattutto per chi fa il mio mestiere [lo scrittore], ĆØ un percorso obbligato, anche se in gradi diversi. Tuttavia il senso di solitudine, come un acido fuoriuscito da una bottiglia, puĆ² corrodere e annientare lo spirito di un individuo senza che questi se ne accorga. E’ una micidiale arma a doppio taglio. Protegge lo spirito, e al tempo stesso dall’interno continua senza sosta a ferirlo. Haruki Murakami

Buongiorno del 30 novembre 2013

La regola secondo me ĆØ: quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giĆ¹, piglia quella che va in su. ƈ piĆ¹ facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'ĆØ piĆ¹ speranza. ƈ difficile, ĆØ un altro modo di vedere le cose, ĆØ una sfida, ti tiene all'erta. Tiziano Terzani

Oliver Akers Douglas

Immagine
Big Day, English born in 1973

Unione

Quando due anime, che si sono cercate tanto a lungo nella folla, si sono finalmente trovate, quando si sono accorte di essere ben sortite, in sintonia e compatibili, in una parola di essere simili, allora si stabilisce per sempre tra di loro un’unione ardente e pura come esse sono, un’unione che comincia sulla terra e continua per sempre nel cielo. Questa unione ĆØ amore, vero amore, come in veritĆ  pochissimi uomini riescono a concepire. Victor Hugo

Abbraccio

Quanti significati sono celati dietro un abbraccio? Che cos’ĆØ un abbraccio se non comunicare, condividere e infondere qualcosa di sĆ© ad un’altra persona? Un abbraccio ĆØ esprimere la propria esistenza a chi ci sta accanto, qualsiasi cosa accada, nella gioia che nel dolore. Esistono molti tipi di abbracci, ma i piĆ¹ veri ed i piĆ¹ profondi sono quelli che trasmettono i nostri sentimenti. A volte un abbraccio, quando il respiro e il battito del cuore diventano tutt’uno, fissa quell’istante magico nell’eterno. Altre volte ancora un abbraccio, se silenzioso, fa vibrare l’anima e rivela ciĆ² che ancora non si sa o si ha paura di sapere. Ma il piĆ¹ delle volte un abbraccio ĆØ staccare un pezzettino di sĆ© per donarlo all’altro affinchĆ© possa continuare il proprio cammino meno solo. Pablo Neruda

Buongiorno del 29 novembre 2013

La cosa piĆ¹ difficile non ĆØ ottenere quello che si vuole, ma conservarlo. Guillaume Musso

Buonanotte del 28 novembre 2013

Le mancanze delle due di notte sono peggiori di tutto il resto. Voglio dire, se qualcuno ti manca di giorno ĆØ piĆ¹ che normale. Ma se ti ritrovi la notte a stare sveglio e a navigare nei ricordi, allora significa che non hai solo perso qualcuno di importante. Stai perdendo un po’ te stesso. Francesco Roversi

Odilon Redon

Immagine
L’albero (1875)

I quaderni di Malte Laurids Brigge

Io imparo a vedere. Non so perchĆ© tutto penetra in me piĆ¹ profondo e non rimane lĆ  dove, prima, sempre aveva fine e svaniva. Ho un luogo interno che non conoscevo. Ora tutto va a finire lĆ . Non so che cosa vi accada. Oggi ho scritto una lettera, e d’improvviso mi sono reso conto d’essere qui solo da tre settimane. Tre settimane altrove, per esempio in campagna, potevano essere un giorno, qui sono anni. Non voglio piĆ¹ scrivere neppure una lettera. PerchĆ© devo dire a qualcuno che sto mutando in me? Se muto, non resto quello che ero, e se sono qualcosa di diverso da prima, ĆØ chiaro che non ho piĆ¹ conoscenti. E a gente estranea, a gente che non mi conosce, mi ĆØ impossibile scrivere. R.M. Rilke

Antichi Maestri

Siamo seduti su questa panca e abbiamo perso completamente la testa, disse Reger, e siamo piĆ¹ o meno il ritratto della depressione, della disperazione, intendeva Reger, e ci fanno sedere accanto una donna, e noi la sposiamo e siamo salvi. Milioni di coniugi si sono conosciuti su una panchina, disse Reger, questa ĆØ davvero una delle realtĆ  piĆ¹ insulse che ci siano, ma proprio a una simile ridicolaggine insulsa io devo la mia esistenza, perchĆ© se non avessi conosciuto mia moglie non avrei certo potuto continuare a vivere, di questo mi rendo conto oggi piĆ¹ che mai. Per anni mi sono seduto su questa panca a un passo dalla disperazione piĆ¹ profonda, e poi tutt’a un tratto sono stato salvato. Thomas Bernhard

Buongiorno del 28 novembre 2013

L’attivitĆ  del cretino ĆØ molto piĆ¹ dannosa dell’ozio dell’intelligente. Mino Maccari

Buonanotte del 27 novembre 2013

Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta. Abbastanza da dire grazie, sono piena, piĆ¹ di cosƬ non ce la faccio. Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta. Haruki Murakami

Nicolass Warb

Immagine
Cadence Unite No. 88, 1945

Pazienza

La pazienza ĆØ la cieca resistenza al vuoto, al male. Come un carcerato la oppongo ai giorni, questo pettine duro. Correvo sempre invano nel tempo irresponsabile. Bel pesce d’oro che nel buio acquario sfrecci di colpo dopo gli anni inerti. Mi basterebbe questa meraviglia, ma alle labbra e alle mani non basta. Maria Luisa Spaziani

Un po’ di febbre

Capisco l’angoscia della notte. Il giorno: amore della folla. La sera ho quasi paura d’esser solo. E sento che ĆØ sempre amore. Ma cambia la persona. (Faccio una poesia quasi religiosa, ma sempre partendo dalla contemplazione di un’«umana figura».) Ma ieri sera nel dormiveglia una cosa importante: rientro nella sensazione di quando arrivai a Roma da Milano, l’estate di un anno e mezzo fa. Sento con luciditĆ  l’amore della cittĆ  come persona, la cittĆ  per la sua luce estiva, i suoi ragazzi che sento come compatti, cellule di un solo organismo, ed io estraneo, innamorato che si meraviglia che la persona amata sta rivivendo all’infuori di lui! Ma bello amare. Non soltanto la persona. Eppure ĆØ una persona: una cittĆ , con la sua luce, i suoi ragazzi. Dunque: altra forma di amore. Religioso? Umano. Ma forte. E ricordare il sogno piĆ¹ di questi cattivi appunti. Non sogno: lucido quello che avevo sentito confuso, niente di piĆ¹. Sandro Penna

Buongiorno del 27 novembre 2013

Si puĆ² vivere senza musica, senza gioia, senza amore e senza filosofia. Ma mica tanto bene. Vladimir JankĆ©lĆ©vitch

Buonanotte del 26 novembre 2013

Soltanto colui che provĆ² le piĆ¹ grandi sventure ĆØ atto a godere le piĆ¹ grandi felicitĆ . Vivete dunque e siate felici, figli diletti del mio cuore, e non dimenticate mai che, fino al giorno in cui Dio si degnerĆ  di svelare all’uomo i segreti dell’avvenire, tutta la piĆ¹ alta sapienza d’un uomo consisterĆ  in queste due parole: “Attendere e sperare”. Il vostro amico. Alexandre Dumas

Nicolas de Staƫl

Immagine
Agrigente (1953)

Cucio

Cuci una foglia vicino alle parole, cuci le parole tra loro, guarda una foglia come viene soffiata lontano. Il tempo mentre scriviamo vola, noi moriamo a noi stessi mentre intorno cresce la vita e la realtĆ  s’addensa, s’intreccia, diventa una radice che sale fino a un tronco e ridiventa foglio. Da sempre mi mancano le parole e io ne ho nostalgia. Per questo cucio, cucio, cucio.

Il giovane Holden

Non facevamo che tenerci per mano, ad esempio. Vi sembrerĆ  una cosa da niente, lo capisco, ma era fantastica quando la tenevate per la mano. La maggior parte delle ragazze, provate a tenerle per la mano, e quella maledetta mano o muore nella vostra, o loro credono di dover continuare a dimenarla tutto il tempo, come se avessero paura di annoiarvi o che so io. Jane era un’altra cosa. Andavamo in un dannato cinema o in un posto cosƬ, e subito cominciavamo a tenerci per mano, e non ci lasciavamo sino alla fine del film. E senza cambiare posizione nĆ© farne un affare di stato. Con Jane non stavi nemmeno a pensare se avevi la mano sudata o no. Sapevi soltanto che eri felice. E lo eri davvero. J.D. Salinger

Buongiorno del 26 novembre 2013

Ho una vita davanti”, replicĆ² Brida. “E voglio viverla come tutti gli altri. Voglio poter sbagliare. Poter essere egoista. Avere dei difetti. Paulo Coelho

Buonanotte del 25 novembre 2013

Scrivere presuppone ogni volta la scelta d’un atteggiamento psicologico, d’un rapporto col mondo, d’un impostazione di voce, d’un insieme omogeneo di mezzi linguistici e di dati dell’esperienza e di fantasmi dell’immaginazione, insomma di uno stile. Italo Calvino

Franklin Carmichael

Immagine
Mirror Lake, 1929

Certezze

Non voglio le vostre certezze. La certezza ĆØ morte: se ne sta lƬ, immobile, senza mai evolversi. Dopo un po’ puzza di stantƬo. Contamina l’ossigeno dell’aria, opprime, soffoca. Preferisco i miei dubbi, profumano di speranze. Hanno dentro i sogni, i desideri, la voglia. Una voglia che ĆØ tensione, ĆØ slancio, ĆØ movimento, ĆØ vita. Non disturbatemi con le vostre certezze: sto lavorando alle mie possibilitĆ . Nicole

Lo Zahir

(…) ĆØ importante lasciare che certe cose se ne vadano. Si liberino. Si distacchino. Gli uomini hanno bisogno di comprendere che nessuno sta giocando con carte truccate: a volte, si vince; a volte, si perde. Non aspettarti che ti restituiscano qualcosa; non aspettarti che riconoscano i tuoi sforzi, che scoprano il tuo genio, che capiscano il tuo amore. Bisogna chiudere i cicli. Non per orgoglio, per incapacitĆ  o per superbia: semplicemente perchĆ© quella determinata cosa esula ormai dalla tua vita. Chiudi la porta, cambia musica, pulisci la casa, rimuovi la polvere. Smetti di essere chi eri e trasformati in chi sei. Paulo Coelho

Buongiorno del 25 novembre 2013

Lo sappiamo entrambi che le notti sono fatte per dire cose che il giorno dopo non diresti. Arctic Monkeys

Maurice de Vlaminck

Immagine
Les arbres rouges, 1906

Discorso per la consegna del Nobel

L’uomo piĆ¹ saggio che ho conosciuto in tutta la mia vita non sapeva leggere nĆ© scrivere. […] Questo ĆØ stato mio nonno JerĆ³nimo, pastore e narratore di storie, che al presentire che la morte lo stava venendo a prendere, ĆØ andato a congedarsi dagli alberi del suo podere, uno a uno, abbracciandoli e piangendo perchĆ© sapeva che non li avrebbe piĆ¹ rivisti. JosĆ© Saramago

Letteratura italiana

La letteratura italiana ĆØ caratterizzata da storia, cultura e tradizione particolari a ciascuna regione; con i contributi lessicali e sintattici di ciascun dialetto. Quella dei Siciliani ha un carattere piĆ¹ specifico. Ma ĆØ italiana… Se vogliamo enucleare le particolaritĆ , le caratteristiche attraverso le quali, in breve, ĆØ percepita come “siciliana” all’interno della letteratura italiana, indicherei, approssimativamente, tre o quattro punti… Sulla scorta di una definizione che Cicerone dĆ  dei Siciliani (“gente di spirito fine e sospettosa, nata per le controversie” ), ĆØ facile scorgere nella storia dell’isola una cultura a dominanza giuridica, la cui la forma segna della propria impronta l’esistenza medesima. Dalle “controversie” relative a privilegi, giurisdizioni, esenzioni e grazie, alle “controversie” sull’essere, l’esistenza, la conoscenza. “ƈ la terra, dirĆ  Borgese, dove si ĆØ iniziato a dubitare” (da Gorgia a Pirandello, va da sĆ©). CiĆ² per il primo punto. Il secondo ĆØ relativo a

Buonanotte del 23 novembre 2013

Aggiratevi per le biblioteche, arrampicatevi sulle pile di libri come fossero scalini, odorate i libri come fossero profumi, indossateli come se fossero cappelli, sulle vostre teste pazze. Che possiate essere innamorati per i prossimi ventimila giorni! E per amore, rifate il mondo... Ray Bradbury

Max Slevogt

Immagine
Garden in Godramstein tree grown together. German Impressionist Painter (1868 - 1932)

Tenera ĆØ la notte

Gli tornĆ² alla mente quando, una volta, gli corse incontro in mezzo all’erba umida, con le pantofole leggere bagnate di rugiada. Gli era salita sulle scarpe abbracciandolo forte. Lui le aveva stretto il viso e lo aveva sollevato, come un libro aperto. “Pensa a quanto mi ami in questo momento”, gli sussurrĆ². “Non posso chiederti di amarmi sempre cosƬ, ma di ricordare sƬ. Da qualche pare dentro di me ci sarĆ  sempre la persona che sono stasera”. Francis Scott Fitzgerald

Storie...

Narrava Martin Buber che un rabbino raccontava questa storia riguardo a suo nonno, allievo di Baal Shem Tov, fondatore del chassidismo: «Mio nonno era paralizzato. Una volta gli chiesero di raccontare qualcosa sul suo maestro, e lui raccontĆ² che il santo Baal Shem Tov quando pregava aveva l’abitudine di saltare e ballare. Durante il racconto mio nonno si alzĆ² in piedi, e la storia lo trascinĆ² a tal punto che dovette mettersi a saltare e ballare per far vedere a tutti come faceva il suo maestro. E da quel momento mio nonno guarƬ dalla paralisi. ƈ cosƬ che andrebbero raccontate le storie». Ed ĆØ cosƬ, aggiungo, che andrebbero ascoltate. karin

Buongiorno del 23 novembre 2013

Mi piace cosƬ, quando i confini tra le cose si confondono. La notte che sfuma nel giorno, la salsa che si spande nel piatto, gli articoli dell’emporio che invadono il caffĆØ. B. Yoshimoto

Buonanotte del 22 novembre 2013

Adoro le persone che si prendono per mano. Che sia una mamma che prende la mano del suo bambino per attraversare la strada, che sia un uomo che prende la mano della sua fidanzata per avvicinarla a sĆ©, che sia un amico che ti stringe la mano per darti conforto. E’ uno dei gesti d’amore piĆ¹ belli… vuol dire: “Non ti mollo, ci sono io con te.”

Maurice Brianchon

Immagine
Fishery Port (Port de pĆŖche), 1929

Quelli che ami non muoiono

Il sesso subisce la storia, l’amore no. Il sesso viene solitamente cancellato e diventa irrilevante nei momenti di grande espansione politico-economica: quindi ĆØ soggetto alle mode della storia. L’amore non ha cambiamenti. ƈ un enorme falĆ², una specie di malattia, una straordinaria dilatazione dell’io. ƈ come i confini dell’universo: si puĆ² dire che l’amore invera l’universo. C’ĆØ sempre. L’amore medioevale ĆØ lo stesso che viviamo oggi. In altri termini: il sesso cambia molto, l’estasi amorosa mica tanto. Alberto Moravia intervistato da Mario Fortunato in Quelli che ami non muoiono

Il cerchio

Poi, un giorno, ho detto qualcosa che non dovevo dire, sono stato espulso dal partito e ho dovuto uscire dal cerchio. ƈ stato allora che ho capito il significato magico del cerchio. Quando si ĆØ allontanati da una fila, ĆØ ancora possibile tornarci. ƈ una formazione aperta. Ma il cerchio si richiude, e per questo, quando lo si lascia, ĆØ per sempre. Non per caso i pianeti si muovono in cerchio, e la pietra che se ne stacca si allontana inesorabilmente, spinta dalla forza centrifuga. Simile a una meteorite staccatasi da un pianeta, io sono uscito dal cerchio e non ho finito, ancora oggi, di cadere. Ci sono persone alle quali ĆØ dato morire durante la traiettoria e altre che si schiantano alla fine della caduta. E queste ultime (delle quali faccio parte) serbano sempre dentro di loro una sorta di segreta nostalgia per il girotondo perduto, perchĆ© tutti siamo abitanti di un universo nel quale ogni cosa gira a cerchio. Milan Kundera

Buongiorno del 22 novembre 2013

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio. Samuel Beckett

Buonanotte del 21 novembre 2013

Le migliori serate sono iniziate con ”Io stasera non bevo”, le migliori amicizie con ”Quella li mi sta proprio sul cazzo” e i migliori amori con ”Io con quello? Mai”. cit.

Masque Ouvert

Immagine
Francis Picabia, 1931

Le notti bianche

Io vorrei farti dormire, ma… come i personaggi delle favole, che dormono per svegliarsi solo il giorno in cui saranno felici. Ma succederĆ  cosƬ anche a te. Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarĆ  il sole, e tutto sarĆ  nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerĆ  semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani. Guarda, Natalia, il cielo! ƈ una meraviglia. FĆ«dor Dostoevskij

Solitudine

Capisco la solitudine meglio di chiunque altro al mondo, ecco perchĆ© rispondo alle lettere e quando mi parli della pochezza delle gente che ti circonda. Ricordo i momenti e i posti che non donavano vita. Devi proprio rimanere li? Bisognerebbe fare uno sforzo coraggioso per lasciare i posti vuoti o solitari. La vita ĆØ troppo preziosa. Guardando al passato mi rendo conto che siamo noi a creare il nostro destino e i suoi aspetti negativi con la nostra passivitĆ . Non dovremmo mai accettare la povertĆ  della vita. So che ĆØ difficile affrontare l’ignoto, trovarsi un altro lavoro, o un altro modo di vivere Ma se dipende solo da te, non accettare il vuoto. Anais Nin

Buongiorno del 21 novembre 2013

La vita ĆØ la continua meraviglia d’esistere. cit.

Mary Heilmann

Immagine
Invert, 2004

Caro Will

Caro Will, Ed eccoci qui, tu ed io, a languire nei rispettivi ospedali. Tu sopporti le tue sofferenze, io la mancanza di libri: il sapiente dottor Chilton ha ordinato che mi venissero tolti. Ci troviamo a vivere in un’epoca barbara, vero, Will? - un’epoca che non ĆØ nĆ© saggia nĆ© selvaggia. La sua maledizione sono le mezze misure. In qualunque societĆ  razionale o mi avrebbero ucciso o mi avrebbero lasciato i miei libri.Ti auguro una rapida convalescenza e spero che non uscirai troppo imbruttito. Ti penso spesso. Hannibal Lecter

L’uomo senza qualitĆ 

Il corno da caccia di MĆ¼nchausen era piĆ¹ bello di una voce conservata in scatola, lo stivale delle sette leghe era piĆ¹ bello dell’automobile, il regno di re Laurin era piĆ¹ bello d’una galleria ferroviaria, la magica radice della mandragora era piĆ¹ bella d’un fotogramma, mangiare il cuore della propria madre e capire il linguaggio dei passeri era piĆ¹ bello di uno studio zoopsicologico sulle modulazioni espressive e affettive nella voce degli uccelli. Noi abbiamo conquistato la realtĆ  e perduto il sogno. Non stiamo piĆ¹ sdraiati sotto un albero a contemplare il cielo attraverso le dita dei piedi, ma lavoriamo e fatichiamo; d’altronde non si puĆ² starsene trasognati a stomaco vuoto, se si vuole essere gente di polso: bisogna muoversi e mangiare bistecche. ƈ precisamente come se la vecchia inetta umanitĆ  si fosse addormentata su un formicaio; e la nuova svegliandosi s’ĆØ trovate le formiche nel sangue, sicchĆ© da allora ĆØ costretta a compiere i moti piĆ¹ violenti senza potersi liberare da quel

Buonanotte del 19 novembre 2013

Avrebbe fatto come faceva sempre, avrebbe cercato le cose dolci fra le amare. Jamie Ford

Mary Cassatt

Immagine
Lilacs in a Window (1880)

Il corsivo ĆØ mio

Sono libera di vivere dove e come voglio, di leggere ciĆ² che voglio, di pensare a tutto ciĆ² che voglio come voglio, e di ascoltare chi voglio. Sono libera nelle vie delle grandi cittĆ , dove nessuno mi vede, mentre cammino sotto la pioggia scrosciante senza un dove nĆ© un quando, mormorando dei versi; sono libera nel bosco, e sulla riva del mare in una solitudine benedetta, e nella musica che risuona in me, e nella mia stanza, quando chiudo la porta. Posso sapere tutto quello che voglio sapere e posso dimenticare quello che non mi serve. Posso fare qualsiasi domanda e ricevere una risposta. Posso scegliere i miei amici. Sono felice di aver risolto tutti i teoremi dei miei anni immaturi. Non mi fingo mai piĆ¹ intelligente, piĆ¹ bella, piĆ¹ giovane e piĆ¹ buona di quanto sono per apparire diversa, perchĆ© non ho nessun bisogno di quelle menzogne. Vivo nell’incredibile e indescrivibile lusso delle domande e delle risposte del mio tempo, che mi sono vicine e che sento come mie, assolutamente lib

Buongiorno del 19 novembre 2013

Il primo livello di sapienza ĆØ saper tacere, il secondo ĆØ saper esprimere molte idee con poche parole, il terzo ĆØ saper parlare senza dire troppo e male. Si deve parlare solo quando si ha qualcosa da dire, che valga veramente la pena, o, perlomeno, che valga piĆ¹ del silenzio. HernĆ n Huarache Mamani

Buonanotte del 18 novembre 2013

Essere liberi ĆØ sbarazzarsi per sempre dell’idea di ricompensa, e rinunciare non soltanto a questo mondo e a tutti i mondi, ma anche alla salvezza, e frantumarne persino l’idea, questa catena fra le catene. Il funesto demiurgo Emil Cioran

Mario Sironi

Immagine
The Plane (not dated)

Ego

Amo ciĆ² che di tenace ancora sopravvive nei miei occhi,  nelle mie camere abbandonate dove abita la luna,  e ragni di mia proprietĆ , e distruzioni che mi sono care,  adoro il mio essere perduto, la mia sostanza imperfetta. Pablo Neruda

Buongiorno del 18 novembre 2013

Non ĆØ necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirĆ  per essere smascherato, non ne puĆ² fare a meno, estasiato si torcerĆ  davanti a te. Franz Kafka

Buonanotte del 17 novembre 2013

Per essere felici ci vuole coraggio. Karen Blixen

John Rivera

Immagine
Running Home

Lei ĆØ il mare

Guardo il suo seno. La parte tonda, in rilievo, in accordo col ritmo del suo respiro, si solleva e si abbassa dolcemente, simile al movimento delle onde. Mi fa pensare a una vasta distesa di mare su cui scende una pioggia silenziosa e incessante. Io sono il navigatore solitario in piedi sul ponte della nave, e lei ĆØ il mare. Il cielo ĆØ un’uniforme distesa grigia che in lontananza si confonde con il mare, che la stessa tinta cinerea. In momenti come questo ĆØ molto difficile distinguere dove cominci uno e abbia fine l’altro. E’ difficile persino distinguere il navigatore dal mare. E anche i confini tra la realtĆ  e il cuore. Haruki Murakami

L’amante di Lady Chatterley

E sembrĆ² che ella fosse come il mare, non altro che cupe onde che si elevavano e gonfiavano in un grande ondeggiamento, finchĆØ lentamente tutta la tenebra che era in lei si mise in moto e divenne un oceano che rotolava la sua massa oscura e silenziosa. E in fondo, dentro di lei, gli abissi si dividevano e rotolavano separatamente, in lunghe onde che fuggivano lontano, e sempre, in ciĆ² che era in lei di piĆ¹ vivo, le profonditĆ  si dividevano e rotolavano separatamente dal centro di quel molle sprofondare a mano a mano che il mistero avanzava toccandola piĆ¹ nell’intimo, piĆ¹ in basso, ed ella era sempre piĆ¹, sempre piĆ¹ profondamente dischiusa, e, piĆ¹ pesanti, le onde andavano rotolando verso qualche spiaggia remota, lasciandola scoperta; e piĆ¹ intimamente la penetrava l’ignoto sensibile, e piĆ¹ lontano rotolavano le onde, lontano da lei, abbandonandola, finchĆØ, d’un tratto, in un dolce fremito convulso, il vivo di tutto il suo plasma fu toccato. Ella si seppe toccata; tutto fu consumato ed

Buongiorno del 17 novembre 2013

In ogni caso la felicitĆ  ĆØ sempre dietro l’angolo: la felicitĆ  arriva all’improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. ƈ imprevedibile come lo sono le onde e il tempo. Banana Yoshimoto

Buonanotte del 16 novembre 2013

Una volta per tutte: spesso, anche se non sempre, mi resi conto, patendone, che l’amavo contro ogni possibile ragione, promessa, pace, speranza, felicitĆ , contro ogni possibile scoraggiamento. Charles Dickens

LĆ”szlĆ³ Moholy-Nagy

Immagine
Yellow Circle, 1921

Fahrenheit 451

Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderĆ  l’albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo lĆ . Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purchĆ© si cambi qualche cosa da ciĆ² che era prima in qualcos’altro che porti poi la nostra impronta. Ray Bradbury

Diario di un seduttore

Avrebbe voglia di guidare in cielo il carro del sole, per poterlo avvicinare alla terra e bruciacchiare gli uomini. Tuttavia ancora non ĆØ giunta al punto di avere fiducia in me, dato che io ho sempre evitato ogni intimitĆ , anche quelle di natura prettamente spirituale. Deve diventare forte in se stessa, prima di potersi appoggiare a me. Qualche volta sembra che sia io a volerla affiliare, per cosƬ dire, alla mia massoneria; ma ĆØ questione di un attimo. Ella deve maturare da sola, deve sentire l’elasticitĆ  della sua mente, deve afferrare il mondo e dominarlo. I suoi progressi sono chiaramente percettibili nelle risposte e negli occhi: una volta in essi ho scorto addirittura un lampo d’ira tremenda. Non voglio che si senta debitrice nei miei riguardi: dev’essere libera, perchĆ© solo nella libertĆ  ĆØ l’amore, solo nella libertĆ  c’ĆØ diletto e gioia. Sebbene io stia lavorando affinchĆ© entri in mio possesso quasi per necessitĆ  naturale, desidero in ogni caso che si senta attratta come uno spi

Buongiorno del 16 novembre 2013

La fantasia permette di pensare qualcosa che prima non c’era, senza nessun limite, costruisce le relazioni tra le cose giĆ  conosciute creandone di nuove. Bruno Munari, Fantasia

Buonanotte del 15 novembre 2013

Il difficile non ĆØ vivere con gli altri, il difficile ĆØ comprenderli. Jose Saramago

Kurt Jackson

Immagine

Tutto c’ĆØ

Tutto c’ĆØ in natura, non c’ĆØ bisogno di inventare niente, basta fissarla fortemente e poi fissarla sulle tele. In quanto a carpire l’anima degli uomini ĆØ la stessa cosa, basta ascoltare la loro voce, i loro racconti, seguire lo sguardo, una piega nelle labbra, la curva d’un collo, per entrare dentro di loro e rubargli l’anima e i pensieri, anche quelli piĆ¹ segreti che loro stessi non conoscono ma che sortono, se sai tacere e ascoltare bene, dalle pause e dalle reticenze delle loro voci. Goliarda Sapienza

Avevo judo

Sto scrivendo e mi pare di stare ad impastare, che il filo del discorso l’avevo iniziato in un modo e adesso ha preso altre strade che le trovo molto piĆ¹ interessanti ma che mi stupiscono un attimo, perchĆ© non era quello a cui avevo pensato all’inizio. Oggi quel che avevo scritto all’inizio ha tutta un’altra forma. Scrivere ĆØ anche come giocare con il pongo (e dall’uso di questa parola si capisce facilmente quanti anni ho); ĆØ come decidere di plasmare il pongo per fare un coniglio e poi ci si ritrova a dare forma ad una lumaca, con la casina al seguito e le antennine. E questo magari solo perchĆ© il coniglio non ci piace alla fine farlo e ci diverte di piĆ¹ fare la chiocciola. O perchĆ© ci si accorge che l’ennesimo coniglio si puĆ² evitare ed ĆØ meglio lanciarsi nella creazione di una insolita lumaca, sicuramente una mutazione. Tutta colpa di queste sollecitazioni, che mi dicono che c’ĆØ crisi, ma c’ĆØ crisi di tante cose ma non di sollecitazioni, secondo me, e le forme cambiano e di consegu

Buongiorno del 15 novembre 2013

E ricordati, io ci sarĆ². Ci sarĆ² su nell'aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio. Tiziano Terzani

Buonanotte del 14 novembre 2013

Abbiamo bisogno di tempo. Di mettere tempo fra noi. Di vivere insieme, di viaggiare insieme, perchĆ© il nostro pensiero riconosca istintivamente l’altro; e lo riconosca come una presenza automatica di consuetudine e di affetto. Abbiamo bisogno di molto tempo per accettare la brutalitĆ  del fatto di non essere piĆ¹ soli. Pier Vittorio Tondelli

Karl Albert BĆ¼hr

Immagine
Red-headed Girl with a Parasol

I ponti di Madison County

In quattro giorni mi regalĆ² una vita intera, un universo, ricompose i frammenti del mio essere in un tutto. Non ho mai smesso di pensare a lui,anche se non lo ricordavo consciamente, lo sentivo vicino a me, c’era sempre… Dio, l’universo o qualunque altro nome si scelga di dare ai grandi sistemi di ordini ed equilibri, non riconosce il tempo terrestre. Per l’universo, quattro giorni non sono diversi da quattro miliardi di anni luce… Qualcosa di troppo bello e intenso per lasciare che muoia con me, non conosco le parole per spiegarvi questo legame. Lui ci riuscƬ, quando disse che avevamo smesso di essere due persone distinte, per diventarne una terza creata dal nostro amore. Robert James Waller

Buongiorno del 14 novembre 2013

Forse il segreto Ć© non tenersi i sogni nel cassetto. Bisogna usarli. Bisogna osarli. Renzo Piano

Buonanotte del 13 novembre 2013

Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all’improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata. FĆ«dor Dostoevskij

Kandinsky

Immagine

Godimento

Il testo di godimento ĆØ assolutamente intransitivo. Pure, la perversione non basta a definire il godimento; ĆØ l’estremo della perversione a definirlo: estremo sempre spostato, estremo vuoto, mobile, imprevedibile. Questo estremo garantisce il godimento: una perversione media si carica ben presto di un gioco di mentalitĆ  subalterne: prestigio, ostentazione, rivalitĆ , discorso, parate ecc. Roland Barthes

Come i bambini vogliono la cittĆ 

Tra gli studenti italiani emerge con forte distacco Sandro Panaioli di 11 anni. La sua ĆØ una cittĆ -regione astronautica, con satelliti, capsule aereo-spaziali, alberghi galleggianti, scuole gigantesche, e un circuito di ponti che varca gli oceani e forse congiunge pianeti. Il modulo del fumetto ĆØ palese. Siamo nell’urbanistica fantascientifica, immune da staticitĆ  ed inerzie di memoria. Un atteggiamento analogo esprime un bambino di Pinerolo: «Come sarebbe bello se potessi cambiare la mia cittĆ  da un momento all’altro! Io vorrei che la mia scuola si cambiasse ogni momento e mi immagino di essere sopra un banco fatto tutto alla moda Bit di tutti i colori. Immagino che nel futuro ci siano delle cassette delle poste volanti e che in meno di un giorno si spedissero e attivassero da sole. Per precisare meglio vorrei dire che, siccome ho come preferenza il colore azzurro, vorrei che ci fossero le poste azzurre. Bruno Zevi, Come i bambini vogliono la cittĆ  da Cronache di architettura VII

Buongiorno del 13 novembre 2013

Quando hai una carezza da dare, meglio consegnarla subito. Non si sa mai, magari ti dimentichi, oppure pensi che potrai farlo piĆ¹ tardi, e invece il viso che la aspettava ne aveva bisogno proprio in quel momento. E la tua carezza, ti rimarrĆ  impigliata tra le dita insieme al tuo rimpianto. P. Felice

Buonanotte del 12 novembre 2013

Che fine ha fatto la semplicitĆ ? Sembriamo tutti messi su un palcoscenico, e ci sentiamo tutti in dovere di dare spettacolo. Charles Bukowski

Joseph Mallord William Turner

Immagine
Peace - Burial at Sea, 1842

Il fu Mattia Pascal

Le anime hanno un loro particolar modo d’intendersi, d’entrare in intimitĆ , fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitĆ¹ delle esigenze sociali. E ogni qual volta due che comunichino fra loro cosƬ, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d’ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l’angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano. Luigi Pirandello

Rose e cenere

CosƬ, quasi ogni sera, con la pioggia o il bel tempo, la nebbia o l’aria fina, Amos scarpinettava a passi lenti davanti al club fermandosi ogni tanto a guardar dentro. Quando alla fine localizzava Daniel Haws impalato lĆ  dentro e trasformato completamente dal farfallino, il cuore prendeva a battergli cosƬ rapidamente che doveva reggersi al pilastrino d’un cancelletto, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime. Sapeva che entro un cinque ore un sonnambulo con la faccia e il corpo di Daniel, ma con un’anima diversa, sarebbe andato a trovarlo nella sua celletta, gli avrebbe lisciati i capelli, avrebbe farfugliato parole di cieco affetto e, terminata la visita, se ne sarebbe tornato a cauti strascichii nella sua stanza, a completare il suo sonno. In quel momento invece, l’uno di fronte all’altro, separati dal buio, nella frizzante aria novembrina, solo Amos vedeva e capiva; Daniel guardava fuori nel buio e vedeva soltanto un lampione, cosƬ come, piĆ¹ tardi, nel suo sonnambulare avrebbe

Buongiorno del 12 novembre 2013

Parole giuste al posto giusto, questa ĆØ la vera definizione di stile. Oscar Wilde

Buonanotte del 11 novembre 2013

ƈ curioso il dolore. Il dolore piĆ¹ autentico si difende da se stesso elaborando frasi. Daniel Pennac

John Sargeant

Immagine

Anatomia dell’irrequietezza

Tutte le opere d’arte, anche gli artefatti meccanici, riflettono le aspirazioni dei loro autori, e sono testimonianze oculari del passato. L’arte delle civiltĆ  urbane tende alla staticitĆ , alla soliditĆ  e alla simmetria. E’ disciplinata dalla rappresentazione del corpo umano e dalle conoscenze matematiche attinenti all’architettura monumentale. L’arte nomade tende, in maggior o minor misura, a essere portatile, asimmetrica, dissonante, irrequieta, incorporea e intuitiva. Bruce Chatwin

Dick

Nella malattia mentale, in compenso, si considerava come una specie di autoritĆ , come testimonia con una preoccupazione di esaustivitĆ  quasi parodica il quadro clinico tracciato dal suo romanzo del 1963, Clans of the Alphane Moon. Questa luna alfana serviva all’origine da centro di accoglienza per i coloni terrestri affetti da turbe psichiche, ma una guerra poi la distaccĆ² dal pianeta-madre, di modo che i malati mentali, abbandonati a se stessi da due generazioni, vi fondarono una societĆ  di clan, paragonabili al sistema delle caste indiane: ci sono i Mansi, maniaci, dominatori, aggressivi, che dall’alto della loro cittĆ , Da Vinci Heights, esercitano la loro imperiosa autoritĆ ; i Para, paranoici, sottili politici e strateghi, trincerati dietro mille sistemi di protezione nel loro bunker di Adolfville; i Dep, maniaco-depressivi, che se ne stanno da soli nell’oscura cittĆ  di Cotton Mather; i Man, maniaco-ossessivi, fra i quali si reclutano i funzionari del pianeta; i Poli, schizofrenici

Buongiorno del 11 novembre 2013

Ma vi sono risposte che non avrei la forza di ascoltare e perciĆ² evito di porre le domande. Simone de Beauvoir

Buonanotte del 10 novembre 2013

Poi accende la televisione e si mette a guardare una soap opera, avete presente, no? Gente vera che interpreta gente finta e con problemi inventati, a uso e consumo di gente vera che le guarda per dimenticare problemi veri. Chuck Palahniuk

John Constable

Immagine
A Storm off the Coast of Brighton (1776-1837)

Don Chisciotte

Anche quando la vita sembra una lotta contro i mulini a vento, eroe ĆØ colui che non si arrende, che ogni volta si rimette in piedi e prosegue il suo viaggio, incurante degli ostacoli, incurante della sconfitta. Invincibili sono tutti coloro che hanno ereditato l’ostinazione di don Chisciotte. Invincibili sono, per esempio, i migranti, uomini e donne che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione, da nessuna legge, da nessun annegamento, perchĆ© li muove la disperazione e vanno a piedi. Erri De Luca

RealtĆ 

REALTƀ [re-al-tĆ ] s.f. inv. In ambito esistenziale e filosofico, ciĆ² che ĆØ falso, in contrapposizione alla fantasia che indicherebbe ciĆ² che ĆØ incontestabilmente vero (da ricordare che per molti secoli - e ancora oggi in certe comunitĆ  arretrate - si ĆØ pensato tutto il contrario). In ambito artistico, invenzione di cui si ĆØ nutrita principalmente la letteratura, da cui correnti fantastiche quali il naturalismo, il verismo e il realismo, e generi totalmente privi di oggettivitĆ  quali il Romanzo Storico, il Romanzo sociologico e il Romanzo di denuncia (sorta di chimerico reportage narrato). In ambito tecnologico-digitale, benchĆ© poco usata, puĆ² riferirsi a ciĆ² che i nostri display non conterrebbero, a quella dimensione onirica nella quale sostano i nostri corpi mentre siamo connessi a Internet. In senso dispregiativo, puĆ² essere intesa come una sorta di degenerazione fittizia del virtuale. Luca Ricci ĆØ nato a Pisa nel 1974 e vive a Roma. Tra i suoi libri: L’amore e altre forme d’odi

Buongiorno del 10 novembre 2013

E fare le cose con passione, si diceva, era come vivere la propria vita sulla musica di un valzer, seguendo la grazia del ritmo. Susanna Tamaro

Buonanotte del 9 novembre 2013

Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrĆ  guardare dentro di te. Friedrich Nietzsche

Johannes Vermeer

Immagine
The Music Lesson, 1665

Ostia rossa

Fu cosƬ che ti costruii, trasportando in carne i miei sogni con lo splendore della luna donandoti una pelle d’argento collocando un occhio vivo nelle tue mille mani che implorano affinchĆØ duplicata in quattro tu fossi il calice della mia tavola e nelle tue innumerevoli labbra si tatuasse il nuovo credo. La tua voce senza fine che entra nel mondo come un’ostia rossa fino a paralizzare l’infinito specchio in un’eterna immagine. Alejandro Jodorowsky

La lunga oscura pausa caffĆØ dell’anima

«Ogni particella dell’universo» continuĆ² Dirk infervorandosi e cominciando a mostrare un certo sguardo spiritato «influisce su ogni altra particella, per quanto debolmente o indirettamente. Ogni cosa ĆØ interconnessa con ogni altra cosa. Il battito delle ali di una farfalla in Cina puĆ² influire sul percorso di un uragano nell’Atlantico. Se io potessi interrogare la gamba di questo tavolo in un modo che avesse senso per me o per la gamba del tavolo, essa potrebbe darmi la risposta a ogni interrogativo sulla natura dell’universo. Potrei porre a una persona qualsiasi, scelta a caso, tutte le domande che mi vengono in mente; e le sue risposte, o l’assenza delle risposte, sarebbero in qualche modo pertinenti al problema di cui sto cercando la soluzione. ƈ solo questione di sapere come interpretarle. Anche lei, che ho incontrato in modo del tutto casuale, probabilmente ĆØ a conoscenza di cose che hanno un’importanza fondamentale per la mia investigazione, se solo sapessi che cosa chiederle, c

Buongiorno del 9 novembre 2013

Tu vedi una briciola e la vuoi pulire. Io invece credo che la gente dovrebbe vivere come un vecchio che mangia una fetta di torta. Come se non esistesse altro nella vita che quel delizioso gusto in bocca. Se lo gode piu’ di quanto tu non potrai mai, perchĆØ non si preoccupa delle briciole. Jonathan Carroll, Zuppa di Vetro

Buonanotte del 8 novembre 2013

E quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande. Charlie Brown

Joaquin Mir Trinxet

Immagine
Carrer dels Terrissaires

E' tempo

E' tempo - it’s time Dalla mano l’autunno mi bruca la sua foglia: siamo amici. Noi sgusciamo il tempo dalle noci e gli insegniamo a camminare: il tempo ritorna nel guscio. Nello specchio ĆØ domenica, nel sogno si dorme, la bocca parla vero. Il mio occhio scende al sesso dell’amata: noi ci guardiamo, noi ci diciamo cose oscure, noi ci amiamo come papavero e memoria, noi dormiamo come vino nelle conchiglie, come il mare nel raggio sanguigno della luna. Noi stiamo alla finestra abbracciati, dalla strada ci guardano: ĆØ tempo che si sappia! ƈ tempo che la pietra si degni di fiorire, che all’affanno cresca un cuore che batte. ƈ tempo che sia tempo. ƈ tempo. Paul Celan

Buongiorno del 8 novembre 2013

Io credo che la grandezza degli uomini si misuri con la grandezza dei loro sogni e con la loro capacitĆ  di realizzarli, ma ci sono sogni cosƬ grandi che fanno grande un uomo solo per essere riuscito a pensarli e per aver provato a realizzarli. Uno di quei sogni per cui vale la pena di vivere ĆØ vivere una vita che vale la pena di essere raccontata. Lorenzo Licalzi

Buonanotte del 7 novembre 2013

Io non sono depresso, sono diversamente felice, diciamo che sono realista. Preferisco guardare la gente per quello che ĆØ ed accettarla cosƬ. Preferisco dire quello che sĆ². Preferisco vedere il mondo per quello che ĆØ e non per quello che sogno. Non vivo di illusioni, vivo di realtĆ . willshineunderthesky

MirĆ²

Immagine
1967

Recita

A questa generazione vorrei dire: imparate a memoria qualche verso di veritĆ  o bellezza. Vi potrĆ  servire una volta nella vita. Mio marito non ebbe niente a che fare col fallimento della banca, era solo cassiere. […] fu mandato in prigione, e io rimasi con i bimbi, a nutrirli e vestirli e istruirli. E lo feci e li avviai nel mondo tutti lustri e robusti, e questo grazie alla saggezza di Pope, il poeta: -Recita bene la tua parte, in questo consiste l’onore -. Edgar Lee Masters, Spoon River Anthology

Cosmetica del nemico

Io credo nel nemico. Le prove dell’esistenza di Dio sono deboli e bizantine, le prove del suo potere ancora piĆ¹ inconsistenti. Le prove dell’esistenza del nemico interiore sono evidenti e quelle del suo potere schiaccianti. Credo nel nemico perchĆ©, tutti i giorni e tutte le notti, lo incontro sul mio cammino. Il nemico ĆØ quello che dall’interno distrugge tutto ciĆ² che vale . E’ quello che ti mostra il disfacimento insito in ogni realtĆ . E’ quello che ti rivela la tua bassezza e quella dei tuoi amici. E’ quello che, in un giorno perfetto, troverĆ  un ottima ragione per torturarti. E’ quello che ti ispirerĆ  il disgusto per te stesso. E’ quello che, quando scorgi il viso celeste di una sconosciuta, ti rivelerĆ  la morte contenuta in tanta bellezza. AmĆØlie Nothomb

Buongiorno del 7 novembre 2013

L'uomo non pensa mai all'avvenire se non quando gli dĆ  noia il presente. Francesco Algarotti

Buonanotte del 6 novembre 2013

In casa dell’industriale non si trovava un solo libro, disse mio padre, di proposito non voleva averne neanche uno per non esserne irritato. Niente irrita di piĆ¹ dei libri, quando si vuole stare soli con se stessi, quando si deve stare soli con se stessi. Thomas Bernhard, Perturbamento

Jerzy Hulewicz

Immagine
Leda and the Swan, again, 1928.

Alti e bassi

La morale della storia ĆØ che, se accetti gli alti, dovrai passare anche attraverso i bassi. Nelle nostre vite abbiamo imparato a conoscere l’amore e l’odio, gli alti e i bassi, il bene e il male, le sconfitte e le vittorie. Era come una versione amplificata di quello che vive chiunque altro. Quindi, essenzialmente, va bene. Qualsiasi cosa sia accaduta ĆØ positiva se ci ha insegnato qualcosa, ed ĆØ negativa solo se non abbiamo imparato: “Chi sono? Dove sto andando? Da dove vengo?” George Harrison

L’anima innamorata

Il mio amore rovente come una lacrima ĆØ la stessa legge della vita. Pensavo che nei miei nascondigli, nei miei occhi pieni di canto, tu trovassi questo libro meraviglioso, che io ho scritto per te e che ĆØ la summa teologica dei miei desideri. Ti vorrei parlare dei desideri delle fanciulle, dei loro prati, delle loro selvagge giacenze e di come toccano le corde dell’amore con mani cosƬ silenziose che neppure Amore si sveglia. Tu hai sempre dormito e non ti sei mai accorto che sono venuta da te in forma d’anima e che non ti ho mai baciato perchĆ© un bacio ti avrebbe risvegliato dalla morte dell’uomo. Ma io che ti amo sono diventata immortale, e non m’importa se tu mi prendi per una mosca inutile, un insetto che ti logora il sonno. Sono io che sono logorata da te e sono diventata un tessuto cosƬ rovinato e logoro che se tu mi vedessi non mi baceresti certo. Sono in fondo l’infula di un morto e non so come faccia a vivere perchĆ© tu non mi baci mai e non puoi baciarmi perchĆ© sono la tua ani

Buongiorno del 6 novembre 2013

La vita non ĆØ nĆ© brutta nĆ© bella, ma ĆØ originale! Italo Svevo

Buonanotte del 5 novembre 2013

Se un giorno ci metteranno in carcere per aver scaricato musica via internet spero solo che ci dividano per genere. sentita a Radio Deejay

Jennifer Perlmutter

Immagine
“Beyond”

Renzi approva il cimitero dei non nati, un calcio alla 194

Matteo Renzi, in coda alla spettacolare kermesse della Leopolda, forte del suo stile di giovanotto scanzonato, approva, con apposita delibera della sua giunta giovane e bella, un brutto film, vecchio e clericale. Si tratta del cimiterino dei non nati, del diritto di seppellire grumi di materia, chiamandoli bambina e bambino. ƈ uno splatter che ritorna sugli schermi della politica con inquietante regolaritĆ . Il copione ĆØ sempre lo stesso: una compassionevole aggressione delle mamme mancate. Tutte quelle donne che, poichĆ© il corpo ha le sue insondabili leggi, non sono riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie. Ci aveva giĆ  provato Sveva Belviso, vice dell’indimenticabile sindaco Alemanno. Si trattava, allora, di 600 metriquadri dedicati nel Laurentino. Sveva dichiarĆ², nel gennaio 2012, che “Il seppellimento del bimbo” avrebbe “restituito valore” a quello che, senza una tomba-culla, sarebbe stato ridotto al rango di “rifiuto ospedaliero”.

Temi

I temi lirici non sono la lirica: la luna e la selva del Leopardi, la sera e i cipressi del Foscolo non furono occasioni puramente esteriori, da veduta oleografica, reagenti di formule adatte a creare all’istante canti o sonetti; erano il “paesaggio” (e non solo in senso visivo) dell’uomo del loro tempo, gli elementi della natura che accompagnavano le angosce o la felicitĆ  delle stagioni comuni al poeta e a tutti i viventi del secolo. Non affermiamo che per scrivere versi oggi sia necessario negare la natura, sostituirla con il profilo di cittĆ  industriali, autostrade, ingranaggi: sarebbe un errore identico a quello che commette colui che, ignorando il mondo attuale delle macchine, continua a rimare con fiori e farfalle. La natura, sempre presente, ha perĆ² deformato il proprio volto: essa ĆØ quasi un paradiso perduto e non potrĆ  piĆ¹ ritornare negli occhi del poeta come gli alberi e i fiumi cari a Virgilio. Il paesaggio ĆØ dunque mutato: al posto degli “aerei poggi di Bellosguardo” ci po

Buongiorno del 5 novembre 2013

Non credo di avere niente di originale o strano. Cerco solo di rispettare i miei sentimenti. Haruki Murakami

Buonanotte del 4 novembre 2013

Certi giorni speri che il Metal contenga davvero messaggi subliminali che istighino al suicidio. waxen

James Abbot McNeill Whistler

Immagine
Nocturne in Black and Gold - The Falling Rocket (1874)

Piccole virtĆ¹

L’Italia ĆØ un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. ƈ un paese dove tutto funziona male, come si sa. ƈ un paese dove regna il disordine, il cinismo, l’incompetenza, la confusione. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l’intelligenza, come un vivido sangue. ƈ un’intelligenza che, evidentemente, non serve a nulla. Essa non ĆØ spesa a beneficio di alcuna istituzione che possa migliorare di un poco la condizione umana. Tuttavia scalda il cuore e lo consola, se pure si tratta d’un ingannevole, e forse insensato, conforto. Natalia Ginzburg, Le piccole virtĆ¹, 1962

Buongiorno del 4 novembre 2013

Non darmi ciĆ² che desidero ma ciĆ² di cui ho bisogno. Antoine de Saint-ExupĆ©ry

Buonanotte del 3 novembre 2013

Ti porterĆ² in un posto dove la musica ĆØ cosƬ bella che si balla per strada. Delphine de Vigan

Jackson Pollock

Immagine
Easter and the Totem, 1953

Oltre l'Immoto...

Immagine
Oltre l'Immoto. Volti e Luoghi dell'Italia che Cambia

Culture

Non sempre i vincitori hanno imposto la loro cultura. L’albero di Natale ĆØ sopravvissuto all’annientamento del paganesimo. La moda dei tatuaggi viene da lontano, da una schiatta di vinti. La stessa cosa vale per il piercing. Gli schiavi africani, pur non avendo per secoli nessun diritto civile, hanno imposto mode musicali che ancora adesso arrangiatori forse inconsapevoli continuano a seguire. Nel ricco occidente, patria delle melodie piovute dal cielo, il ritmo dei tamburi, ereditĆ  di antichi selvaggi africani, ha sommerso le nenie dei violini. Pur col nostro apparato di ammennicoli tecnologici, al mare siamo sempre piĆ¹ nudi. Ci circondiamo di ciondoli pellerossa, di scacciafantasmi e altri amuleti primordiali. Nei nostri stadi gli atteggiamenti sono sempre piĆ¹ simili a quelli degli antichi schiavi, nelle nostre palestre tentiamo di acquisire l’aspetto di lottatori vichinghi. Vederci girare seminudi e tatuati, pieni di braccialetti, collanine e orecchini, mente ascoltiamo i tamburi d

Buongiorno del 3 novembre 2013

Si vive d’istanti e d’istinti ma anche distanti e distinti. cit.

Buonanotte del 2 novembre 2013

Insomma che cavolo succede? Ma perchĆ©? Insomma c’ĆØ una ragione per tutto questo? PerchĆ© se ti viene in mente una ragione, una qualsiasi per cui l’universo ĆØ cosi sballato e confuso e perfido, questo sarebbe il momento giusto per dirmelo perchĆ© io ho bisogno di una risposta. Grey’s anatomy

Henri Matisse

Immagine
Pesci rossi

Io faccio cosƬ...

Immagine
Chiarelettere: "IO FACCIO COSI'" di Daniel Tarozzi

La battaglia

[…] Tutto ĆØ cosƬ anche se ce ne dimentichiamo e non ci pensiamo per rimanere attivi e per continuare ad agire senza sapere, decidere senza sapere e percorrere i passi avvelenati; tutto ĆØ cosƬ camminare per la strada scelta o salire su una macchina il cui conducente ci invita dal suo sedile tenendo la portiera aperta, volare in aereo o rispondere al telefono, uscire per cena o restare in albergo guardando distrattamente dalla finestra alla ghigliottina, compire gli anni e crescere e continuare a compierne per essere arruolato, fare il gesto di dare un bacio che scatena altri baci che ci faranno fermare e di cui renderemo conto, chiedere o accettare un lavoro, e stare a vedere come il temporale si prepara senza metterci al riparo, bere una birra e guardare le donne sui loro sgabelli davanti a un banco, tutto ĆØ cosƬ e tutte quelle cose possono portare coltelli e vetri rotti, la malattia e il malessere e la paura, la baionette e la depressione e il pentimento, l’albero spezzato e nella go

Buonanotte del 1 novembre 2013

PerchĆ© scrivo? PerchĆ© non ero dotato per il commercio, e non ero dotato per lo sport e non ero dotato per tante altre cose. Per usare una frase famosa ero un po’ l’idiota della famiglia. SƬ, L’idiota della famiglia, il titolo della biografia di Flaubert scritta da Sartre. Italo Calvino

Gustav Klimt

Immagine

Non sentiamoci in colpa...

Quando sento qualcuno farneticare dicendo che l’omosessualitĆ  ĆØ una malattia, la mia prima reazione non ĆØ mai violenta o depressiva, piuttosto ĆØ la stessa identica che avrei se sentissi qualcuno dire «l’obesitĆ  ĆØ infettiva» o «masturbarsi rende ciechi»: mi vien da ridere, mi fa pena chi dice queste cose, giuro, mi chiedo dove abbia studiato, mi interrogo se posso aiutarlo in qualche modo e di solito gli sorrido come a un povero scemo, poi se mi va cerco pure di spiegargli che sta dicendo delle stronzate piuttosto umilianti, ma intendo umilianti per lui. Se invece dopo le parole stupide di uno stupido vado a casa a piangere, e penso che farmi del male possa in qualche modo curarmi da questa terribile malattia che ĆØ «amare chi amo ed essere quello che sono», sto facendo il gioco dello scemo, e cosƬ lui non capirĆ  mai che quello che ha bisogno di essere curato ĆØ lui, e penserĆ  addirittura d’aver vinto. Io non ripongo nessunissima speranza negli omofobi, perchĆ© sarebbe come chiedere un co

Antichi Maestri

Probabilmente soffro anch’io di quello che sono solito chiamare egoismo artistico, in fatto di arte voglio che tutto appartenga soltanto a me, voglio essere soltanto io a possedere il mio Schopenhauer, il mio Pascal, il mio Novalis, e il mio amatissimo Gogol’, voglio essere solo e soltanto io a possedere questi prodotti artistici, queste invettive artistiche geniali, io solo voglio possedere Michelangelo, Renoir, Goya, disse, quasi non riesco a sopportare che al di fuori di me ci sia qualcun altro che possiede e gode i prodotti di questi artisti, di questi geni, e giĆ  l’idea che qualcun altro all’infuori di me apprezzi anche solo JanĆ”Äek, Martinu o Schopenhauer o Descartes, mi ĆØ quasi insopportabile, voglio essere l’unico, questo ĆØ naturalmente un atteggiamento tremendo, aveva detto Reger allora. Sono un pensatore possessivo, cosƬ Reger allora nel suo appartamento. Presterei volentieri fede all’idea che Goya abbia dipinto solo e soltanto per me, che Gogol’ e Goethe abbiano scritto sol

Buongiorno del 1 novembre 2013

Trovo che vi sia una bella parola in italiano che ĆØ molto piĆ¹ calzante della parola felice, ed ĆØ contento, accontentarsi: uno che si accontenta ĆØ un uomo felice. Tiziano Terzani

Etichette

Mostra di piĆ¹