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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

FramMenti

L’esperienza mostra che i nostri antenati si sono ingannati credendo nella diffusione dei lumi, poiché non si può divulgare fra le masse che una miserabile caricatura della cultura scientifica moderna, caricatura che, lungi dal formarne la capacità di giudizio, le abitua alla credulità. /…/ la vita familiare è diventata solo ansietà, a partire dal momento in cui la società si è chiusa ai giovani. Proprio quella generazione per la quale l’attesa febbrile dell’avvenire costituisce la vita intera vegeta in tutto il mondo con la consapevolezza di non avere alcun avvenire, che per essa non c’è alcun posto nel nostro universo. Del resto questo male, al giorno d’oggi, se è più acuto per i giovani, è comune a tutta l’umanità. Viviamo in un’epoca priva di avvenire. Simone Weil - da Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale 1943

Maxine Kumin

Nuotata mattutina Nella mia testa sgombra si profila una spiaggia di cotone, una banchina da cui partii, unta e denudata tra la foschia, in solitudine gelata. Linea non c’era, soffitto o fondale a distinguere l’acqua dall’aere. La nebbia della notte densa come un telo racchiuse me nel suo spugnoso ordito. A due gancetti l’accappatoio appesi, fra le mie gambe il lago presi. Invasore ed invasa, procedevo a bracciate dentro quel piatto cielo. Pesci rapidi e miti sotto di me a guizzare. Dentro quel verde spazio il mio nome a cantare e intonavo nel ritmo della bracciata a due quarti una lenta ballata. Mormoravo: “Assecondami”. La toccata saliva dei miei piedi all’elegante falcata, saliva fra le bolle che sgorgavano di lato, dalla mia bocca spalancata. Le ossa bevvero acqua, acqua cadente da ogni mia porta. Io ero la sorgente che nutriva il lago, che incontrava il mio mare nel quale “Assecondami” cantavo.

FramMenti

L’oppresso non può realizzare la sua libertà di uomo se non nella rivolta, giacché la peculiarità della situazione contro la quale si ribella consiste proprio nell’impossibilità di ogni sviluppo positivo; la sua trascendenza si supera all’infinito solo nella lotta sociale e politica. Simone de Beauvoir 

La libertà viene presa e vissuta!

Ero anarchico prima di sapere cosa fosse l’anarchia… Ero socialista e comunista quando incominciai a comprendere le radici dell’ingiustizia nel suo contesto sociale… E’ l’anarchia il momento unificante tra rivoluzione e utopia, motore immoto che innesta ogni prospettiva di mutamento. L’anarchia è la dottrina della libertà come base della società umana. Anarchia, tradotto: senza signoria e padroni, senza autorità, senza stato, definisce quindi lo stato dell’ordine della società a cui aspirano gli anarchici, ossia la libertà dell’individuo tramite la libertà generale… Libertà non è ciò che può essere concesso. La libertà viene presa e vissuta! Erich Mühsam

FramMenti

 E’ una malattia di questi ultimi tempi. Credo che le cause siano d’origine morale. Alla gran maggioranza di noi si richiede un’ipocrisia costante, eretta a sistema. Ma non si può, senza conseguenze, mostrarsi ogni giorno diversi da quello che ci si sente: sacrificarsi per ciò che non si ama, rallegrarsi di ciò che ci rende infelici. Il sistema nervoso non è un vuoto suono o un’invenzione. La nostra anima occupa un posto nello spazio e sta dentro di noi come i denti nella bocca. Non si può impunemente violentarla all’infinito. Boris Pasternak

La Terra

«Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensat...

FramMenti

Ma che cosa vuoi ancora conquistare? Di più della terra non puoi conquistare. E cos’è poi la terra? […] una goccia sospesa nell’universo. Al sole non puoi arrivare, e neppure alla desolata luna basta il tuo potere; non puoi assoggettare il mare, la neve dei poli o la sabbia del deserto, ma alla fin fine soltanto qualche lembo di terra verde. E le tue conquiste non sono nemmeno di lunga durata. Domani la tua sovranità sarà ridotta in cenere, perché dovresti soprattutto – e perlomeno – assoggettare la morte. Dunque, non essere folle e metti via le armi" Carl Gustav Jung~Il Libro Rosso (cap. IX)

Cavalieri e fanti

Se aveste mai dormito con un gatto o con un cane adagiato sopra al grembo, ora conoscereste un altro sonno – anch'esso animato da sogni e da fantasmi, ma indenne da mentali avvitamenti e conseguenti crucci e vacui spasmi – proteso al cuore originario della vita: l’Uno da cui siamo venuti tutti e a cui tutti torneremo. Se aveste mai dormito con un gatto o con un cane adagiato sopra al grembo, ora sapreste cos'è la vera pace: la felicità di assentarsi dal frastuono e assieme la prontezza di non mancare mai all'appuntamento buono. Se aveste mai dormito con un gatto o con un cane adagiato sopra al grembo, ora sapreste che la metamorfosi è possibile – che uomo e gatto e cane sono entità volatili cangianti: nel sonno condiviso scompaiono le stinte gerarchie tra cavalieri e fanti. (Franco Marcoaldi)

FramMenti

 C'è una sorta di tristezza che sorge quando si sa troppo, quando si vede il mondo com'è realmente.  È la tristezza di comprendere che la vita non è una grande avventura, ma una serie di piccoli momenti insignificanti, che l'amore non è una favola, ma un'emozione fragile e fugace, che la felicità non è uno stato permanente, ma un raro e fugace scorciatoia di qualcosa a cui non potremo mai aggrapparci.  E in questa comprensione c'è una profonda solitudine.   — Virginia Woolf

Oppressioni

Il benessere animale, tanto amato, tanto difeso, tanto scolpito nel cervello dal martello dell'abitudine e dall'asservimento vi insegnerà ad odiare gli ultimi e ad amare le gabbie, con pace di coloro che con la menzogna si sono eretti montagne d'oro. L'autodeterminazione, l'emancipazione, la scelta e la conseguente lotta di liberazione animale non si conquistano chinandosi sottomessi ad altari gerarchici economici, partitici, mediatici, ad atteggiamenti autoritari, arroganti, ipocriti, a credere di risolvere il dramma dei segregati con briglie di seta colorate, a pensare di ammorbidire la prigione con collari di velluto "rispettosi", al delegare ad altri il proprio slancio ma s'incontrano nel sentiero che guarda a nuovi orizzonti. Una via pulita e sgombra da immondizia di qualsiasi colore o dimensione, una via tortuosa che insegna il cammino di liberazione dalle catene dell'oppressione. Tutte le oppressioni. L'unico benessere animale è lasciarl...

FramMenti

È così semplice: Dio è la creazione, in ogni istante è ciò che nasce, ciò che vive e anche ciò che muore. Dio è la vita, ciò che continua, l’energia e anche la morte, che è forza, durata e continuità. Che cristiani sono questi, che dubitano della parola del loro Dio? Che cristiani sono questi, che temono la morte quando gli promettono la Resurrezione? Meglio farla finita con loro una volta per tutte. Che non resti traccia di credenti così meschini! Appestano l’aria. Coloro che temono di morire non meritano di vivere. Quelli che temono la morte non hanno fede. Imparino una buona volta che esiste un altro mondo! Solo Allah è grande! Max Aub, Delitti esemplari

Era ormai domani

Quando il 20 giugno del ‘44 (voi non eravate nati, magari) arrivarono nella mia città i soldati della VIII^ Armata, assistemmo alla sfilata trionfale. C'erano anche dei ragazzi del posto che avevano combattuto in montagna. Erano i peggio armati, ma i più sorridenti e i più applauditi. Poi, in Corso Vannucci, sfilarono gli Alleati coi loro mezzi. Decine e decine di carri armati che nessuno di noi aveva mai visto prima, fermi come eravamo a quelle scatole di sardine delle nostre patetiche “truppe corazzate”. Macchine da guerra arrivate per noi dal futuro, lucide, efficienti. Tante. Sfilarono per un tempo che ci sembrò interminabile. Uno spettacolo imponente. Man mano che oltrepassavano la piazza della Prefettura, scendevano per l'Alberata. E chi voleva, poteva continuare a seguire quell'interminabile fila di armati e armamenti mai immaginati che arrivava giù in basso fino alla Stazione di Fontivegge. Tra la gente che guardava era diffuso soprattutto lo stupore: c'eravamo ...

Alexi Zaitsev

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Delphiniums Against Sky

FramMenti

 La vita è un appuntamento, lo so di dire una banalità Monsieur, solo che noi non sappiamo mai il quando, il chi, il come, il dove. E allora uno pensa: se avessi detto questo invece di quello, o quello invece di questo, se mi fossi alzato tardi invece che presto, o presto invece che tardi, oggi sarei impercettibilmente differente, e forse tutto il mondo sarebbe impercettibilmente differente. O sarebbe lo stesso e io non potrei saperlo. Antonio Tabucchi, da "Piccoli equivoci senza importanza", 1985

Emily Dickinson

C’è un mattino agli uomini nascosto – dove fanciulle in un verde antico festeggiano un maggio soave – e tutto il giorno ballano e giocano incredibili corse tempo di gioia. Piedi che misurano luce non vanno più per strade di villaggio né si intravedono nel bosco – uccelli che seguirono il sole quando la rocca dell’anno scorso restò muta e l’estate si bendò le sopracciglia. Non ho mai visto una scena così bella un girotondo sul verde come quello – mai una parata più serena – come stelle di notte l’estate agitano coppe di limpidi cristalli e s’inebriano fino al mattino – Io chiedo, danzare così, così cantare con il popolo del mistico verde – io chiedo – al nuovo mattino di maggio. E aspetto il suo suono lontano – campane fantastiche che annuncino me – in altre valli, differente albeggiare. Emily Dickinson (1830-1886)

FramMenti

 A sud della strada, c’è la terra di tuo padre e di tuo nonno, oggi coltivata da immigrati ebrei yemeniti. Nel momento in cui sono arrivati lì definendo il loro destino e quello dei loro figli, in quello stesso momento, hanno definito anche il tuo destino. Nel momento in cui loro sono diventati cittadini tu sei diventato profugo. Se i tuoi piedi calpestano quella terra, la tua, finisci in tribunale e dal tribunale dritto dritto in esilio. (M. Darwish)

L'infinitamente piccolo

L'infinitamente piccolo è una quantità matematica che ha tutte le proprietà in comune con me quantità finite […] Accettare il concetto di infinitamente piccolo è tutt'altro che facile. Tuttavia se si riesce a pensare in modo coraggioso e libero, l'iniziale diffidenza si tramuterà presto in una piacevole certezza. La maggior parte delle persone sono disposte ad accettare l'infinito nello spazio e nel tempo, e non solamente una “grandezza illimitata”, ma avranno difficoltà ad accettare l'infinitamente piccolo, nonostante il fatto che l'infinitamente piccolo abbia il medesimo diritto di esistere dell'infinitamente grande. — Paul Du Bois-Reymond, “Über die Paradoxen des Infinitär-Calcüls”, Mathematische Annalen 11, pp. 150-167; in Vieri Benci e Paolo Freguglia, La matematica e l'infinito, Carocci 2019, pag. 121.

FramMenti

Quali ali sono queste che battono intorno al mio giaciglio nei silenzi lunghi della notte, mentre io veglio e vigilo - non so su che cosa; ascoltando qualcosa che non odo e fissando qualcosa che non vedo; meditando su qualcosa che non comprendo, e possedendo qualcosa che mai raggiunsi. (K. Gibran)

Di mano

Un giorno, ricordo, conducevo alcuni amici giapponesi a visitare San Petronio a Bologna, e spiegavo loro il senso delle mirabili sculture di Iacopo della Quercia che ornano la facciata della cattedrale. «Ecco Adamo ed Eva nel paradiso terrestre... Qui assaggiano il frutto proibito... E qui, vedete, vengono cacciati dal paradiso; lui è punito con il peso ed il sudore del lavoro e lei col dolore del parto...». «Come!?», esclamò subito uno dei giapponesi, «per voi il lavoro è una punizione?». Tale concetto parve, lo capii subito, assurdo. Il lavoro può essere pesante, antipatico, uggioso, odiatissimo, ma nessuno può scorgervi tinte d'una maledizione metafisica congenita — e farsene volendo intima bandiera. Di norma lo si concepisce come momento naturale, legittimo, dei vari cicli vitali (giorno, anno, esistenza), come un'estrinsecazione delle proprie abilità di mano e di mente. Bravo (jôzu) significa, in giapponese, "superiore di mano"; maldestro (heta) "di mano inf...

FramMenti

Sii curioso. Esci. Non andare a letto troppo tardi. Bevi a sufficienza. Respira col diaframma. Mangia con gusto. Stabilisci una routine, ma che ti stia comoda. Sii gentile. Accetta di non piacere a tutti. Apprezza le persone a cui piaci. Non essere rigido. Permettiti di sbagliare. Desidera quello che già hai. Impara a dire di no alle cose che ti intralciano la vita. E a dire di sì alle cose che ti aiutano a vivere." Matt Haig

Costumi

Adoravo il Carnevale, per me era splendido, mamma lavorava nel cinema, per cui avevo sempre dei bellissimi costumi: il mio cappello da principe azzurro aveva una vera piuma di struzzo. Però poi mi chiedevo perché arrivasse un giorno in cui quel vestito si dovesse riporre. Avrei voluto andare a scuola con il cappello da principe azzurro anche durante l'anno, in fondo non c'è un divieto. Abbiamo tutti il diritto di essere quello che vogliamo essere, di poter rappresentare chi siamo. Non è banale rappresentarsi, è qualcosa che comunica all'esterno chi sei. Essere strani è stupendo. Se da grande, attraverso le mie campagne pubblicitarie, ho aiutato qualcuno di una scuola di periferia a sentirsi a suo agio e mettersi il cappello da principe azzurro tutto l'anno, sono felice. — Alessandro Michele

FramMenti

 In un modo o nell’altro, accettare il proprio destino era diventato non un atto di stoicismo, ma una forma di vigliaccheria. C’erano tempi nei quali la pressione per conseguire la felicità era quasi opprimente, come se la felicità stessa fosse qualcosa che tutti dovevano e potevano ottenere, e piegarsi a compromessi fosse sempre e comunque una colpa. Hanya Yanagihara, Una vita come tante

Entro a volte nel tuo sonno

Ti scrivo da qui, dall’ovunque di te che ogni cosa diventa quando le manchi, mi guardo intorno e vedo la gente trasformata in un popolo che ti somiglia, c’è chi cammina come te, chi ride come te, chi guarda a lungo il cielo come fai tu, e io vorrei essere lì, con la faccia dappertutto su di te, e invece sono qui, con intorno i tuoi occhi a farmi da mare, ieri è perfino affiorato uno scoglio sommerso da anni, a ricordarmi la tua smania da gabbiano di appollaiarti come un flutto in mezzo ai flutti, oggi ha piovuto un po’, una pioggia sminuzzata che batteva sulla tettoia un tempo di biscrome con dentro la tua voce, e anche il tempo che ci separa ti somiglia, è una lunga processione di istanti tutti con te sopra, ma dovresti sbrigarti a tornare, invece di leggere queste cose, perciò la faccio breve e ti saluto da qui, dall’ovunque che sei ogni volta che mi manchi. Sergio Claudio Perroni

FramMenti

 Ma che cos’era la felicità se non un eccesso, una condizione impossibile da mantenere, in parte perché era un concetto troppo difficile da esprimere? Hanya Yanagihara, Una vita come tante

Le guerre mentono

“Le guerre dicono di esserci per nobili ragioni: la sicurezza internazionale, la dignità nazionale, la democrazia, la libertà, l’ordine, il mandato della Civiltà o la volontà di Dio. Nessuno ha l’onestà di confessare: “Io uccido per rubare”. In Congo, nel corso della guerra dei quattro anni che è in sospeso dalla fine del 2002, sono morti non meno di tre milioni di civili. Sono morti per il coltan, ma neppure loro lo sapevano. Il coltan è un minerale raro, e il suo strano nome designa la mescolanza di due rari minerali chiamati columbio e tantalio. Il coltan valeva poco o nulla, finché si scoprì che era imprescindibile per la fabbricazione di telefoni cellulari, navi spaziali, computer e missili; e allora è diventato più caro dell’oro. Quasi tutte le riserve conosciute di coltan sono nelle sabbie del Congo. Più di quarant’anni fa, Patrice Lumumba fu sacrificato su un altare d’oro e di diamanti. Il suo paese torna ad ucciderlo ogni giorno. Il Congo, paese poverissimo, è molto ricco di ...

Christine Lafuente

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FramMenti

Non insegnate ai vostri figli ad adattarsi alla società, ad arrangiarsi con quel che c’è, a fare compromessi con quel che si trovano davanti, dategli dei valori interiori con i quali possano cambiare la società e resistere al diabolico progetto della globalizzazione di tutti i cervelli. Perché la globalizzazione non è un fenomeno soltanto economico, ma anche biologico, in quanto ci impone desideri globali, comportamenti globali, che finiranno per indurre modifiche globali nel nostro modo di pensare. Il mondo di oggi ha bisogno di ribelli, ribelli spirituali. Tiziano Terzani - dal il discorso agli sposi, (citato nei Diari) letto al matrimonio della figlia Saskia

A te – tra cent’anni

Alla mia povera fragilità guardi senza specare parole. Tu sei di pietra, ma io canto. Tu sei un monumento, ma io volo. Io so che il più tenero maggio all’occhio dell’Eternità è nulla. Ma sono volatile e non incolparmi se una legge leggera mi è imposta. dal ciclo Il commediante Sono felice di vivere in modo semplice ed esemplare – come il sole, come il pendolo, come il calendario. D’essere un’anacoreta laica di snella figura, savissima – come qualsiasi creatura di Dio. Di sapere: lo Spirito è mio alleato, lo Spirito mi guida! D’entrare senza annunciarmi, come un raggio e come uno sguardo. Di vivere così come scrivo: in modo esemplare e succinto – come Dio comanda – come gli amici non prescrivono. Marina Cvetaeva (1892-1941)

FramMenti

 La felicità dev’essere per forza qualche altra cosa, che non ci costringa ad essere sempre allegri e soddisfatti (e un po’ stupidi) come una gallina che si è riempita il gozzo.Forse la felicità sta nel fare le cose che possono arricchire la vita di tutti gli uomini; nell’essere in armonia con coloro che vogliono e fanno le cose giuste e necessarie. E allora la felicità non è semplice e facile come una canzonetta: è una lotta. Non la si impara dai libri, ma dalla vita, e non tutti vi riescono: quelli che non si stancano mai di cercare e di lottare e di fare, vi riescono, e credo che possano essere felici per tutta la vita. Gianni Rodari, Il libro dei perché

Oltre il confine

Quindi tutto è necessario. Ogni minimo particolare. E questa in fondo è la lezione. Non si può fare a meno di nulla. Nulla può venire disprezzato. Perché, vedi, non sappiamo ove stanno i fili, i collegamenti. Il modo in cui è fatto il mondo. Non abbiamo modo di sapere quali sono le cose di cui possiamo fare a meno. Ciò che può venire omesso. Non abbiamo modo di sapere cosa può stare in piedi e che cosa può cadere. E quei fili che ci sono ignoti fanno naturalmente anch’essi parte della storia e la storia non ha dimora né luogo d’essere se non nel racconto, è lì che vive e quindi non possiamo mai aver finito di raccontare. Non c’è mai fine al raccontare. — Cormac McCarthy

FramMenti

 La lussuria è qualcosa di molto contraddittorio: quanto più ti sforzi di astenerti, più forte è il desiderio. Vi sono due cause per questa passione: il corpo e la fantasia. Opporsi al corpo è facile; alla fantasia, che agisce anche sul corpo, molto difficile. Il mezzo per opporsi all'una e all'altra causa è il lavoro e l'occupazione: sia fisica, la ginnastica, sia morale, lo scrivere. - Lev Tolstoj

Il giunco mormorante

C’è una vita a tutti visibile, e ce n’è un’altra che appartiene solo a noi, di cui nessuno sa nulla. Ognuno di noi ha la propria “no man’s land” in cui è totale padrone di se stesso. Ciò non significa affatto che, dal punto di vista dell’etica, una sia morale e l’altra immorale; l’una sia lecita l’altra illecita. Semplicemente l’uomo di tanto in tanto sfugge a qualsiasi controllo, vive nella libertà e nel mistero, da solo o in compagnia di qualcuno, anche soltanto un'ora al giorno, o una sera alla settimana, un giorno al mese: vive di questa sua vita libera e segreta da una sera o da un giorno all'altro e queste ore hanno una loro continuità. Queste ore possono aggiungere qualcosa alla vita visibile dell'uomo oppure avere un loro significato del tutto autonomo, possono essere felicità, necessità, abitudine, ma sono comunque sempre indispensabili per raddrizzare la linea generale dell'esistenza. Se un uomo non usufruisce di questo suo diritto o ne viene privato da circo...

FramMenti

 Se permetti al tuo avversario di rubarti il senso dell'umorismo, ha già vinto. (Naomi Klein)

Il mare dove non si tocca

Quando ero piccolo, passavo le sere con lui e gli altri zii e col nonno Arolando, che era ancora vivo e ritagliava insieme a noi tante lettere da un rotolone di carta giallo, lettere grandi che poi appiccicavamo una dietro l’altra su un panno rosso e diventavano parole, e servivano come striscioni nei cortei del partito comunista. È così che ho imparato a scrivere, mi facevano vedere com’era fatta la A e io ne ritagliavo un sacco, poi la B, la C e avanti così, infatti quando è cominciata la scuola e la maestra ci ha spiegato l’alfabeto io lo sapevo già benissimo. Anche se all’inizio ero confuso, perché secondo me mancavano due lettere. Lei ha detto di no, c’erano tutte dalla A alla Z, e allora ho capito che, anche se gli zii me ne facevano ritagliare tante, la falce e il martello non erano nell’alfabeto. E da lì in poi non ho più avuto problemi con l’italiano. Con la matematica però sì, e tantissimi. Non è solo che non la capisco, è che la matematica mi mette proprio tristezza, mi...

FramMenti

Gli ultimi giorni sono disgraziati; e così gli ultimi momenti sono momenti disgraziati. Non è il fatto che si avvicini la separazione a rendere quei giorni e quei momenti così disgraziati, bensì la sensazione che ci si aspetti qualcosa di speciale da loro, qualcosa che mancano sempre di produrre. Periodi spasmodici di piacere, di affetto, e persino di studio, di rado evitano di deludere quando premeditati. Quando giungono gli ultimi giorni, gli si dovrebbe permettere di arrivare e scivolare via senza particolare attenzione o menzione. E quanto agli ultimi momenti, non dovrebbero esistere. Semplicemente. Che siano finiti per sempre, ancor prima che sia riconosciuta la loro esistenza. Anthony Trollope - The Small House at Allington

Creature Ostinate

“Non c’era bisogno che qualcuno lo dicesse, ma la stanza traboccava di quel genere di beatitudine. La combinazione della perdita e dell’abbondanza. L’abbondanza senza senso di colpa. La perdita senza rimedio. La semplice stanchezza che non è logorio. La speranza non costruita sulla cecità. Io sono il prato che si va seccando; tu le scuse mai offerte a parole; lui è la distanza fluttuante tra madre e figlio; lei il primo gesto che crea un silenzio abbastanza completo da far addormentare il bambino. I miei geni, il mio amore, sono elastici e corda: costruisciti una struttura dentro cui riesci a vivere.” Aimee Bender

FramMenti

Quattro sono i principi dell’anima ragionevole: cervello, cuore, ombelico, sesso. La testa della mente, il cuore dell’anima e della sensazione, l’ombelico del radicamento ed accrescimento primitivo, il sesso poi della gettata del seme e così della generazione. E il cervello significa il principio dell’uomo, il cuore quello dell’animale, l’ombelico quello della pianta e il sesso quello dell’insieme di tutte le cose: perché tutte a partire dal seme e germogliano e spuntano. Filolao - (Magna Grecia, 470 a.C. – 390 a.C.)

Caitlin Schwerin

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FramMenti

 Un giorno ne varrà la pena, forse. Di tutte quelle volte in cui tutto è sempre andato storto, di quelle volte che accadeva l'opposto di ciò che ti aspettavi. Tutte quelle delusioni, quelle mancate attenzioni, quelle porte in faccia, quei pianti durati ore. Ne verrà la pena. È sempre così. Non arriva nulla quando aspetti con ansia. Come i treni che, non arrivano mai in orario, ma arrivano quando smetti di aspettare. E così arriveranno i momenti "Giusti", quelli del "Ne è valsa la pena", quei treni eternamente in ritardo per noi.  Cit

Variazioni

Se dalla bocca degli arcangioli cadevano parole amare. Se dalle tue parole amare io conferivo carattere alla mia disciplina. Se dalle tue parole disordinate e confuse a tal punto ch’io  non potevo non rimuovere ogni disordine dalla mia mente nascessero cose buone. Se dalla tua testardaggine nascessero ancora fiori!  Se dalla mia stanchezza suonasse un ritornello d’amore. Se dall’amarezza nascesse qualche cosa di nuovo. Se dalla mia follia corresse una nuova vittoria. Se dal mio disordine nascesse un ordine nuovo. Se dalla mia preghiera potesse sorgere la sicurezza…  io avrei trovato te.  S e nell’incavo della tua mano vi fosse la  moneta perfetta –  Se dall’amore della disciplina nascesse  il passo del soldato  che non vince ma si ritira senza  colpo ferire.  Se dalla luce si sprigionasse un nuovo sole fiammeggiante d’amore e di silenzi… Amelia Rosselli (1930-1996)

FramMenti

 Però, vedete, se voi desiderate prendere una lepre, che le diate la caccia con i cani o col falco, a piedi o a cavallo, resterà sempre una lepre. La libertà, invece, non rimane mai la stessa, cambia a seconda della caccia. E se addestrate dei cani a catturarla per voi, è facile che vi riportino una libertà da cani. ”Wu Ming - Altai

Quel giorno

Quando fecero l’amore la cosa sembrava già un tantino meno insensata, e dopo lei gli portò un po’ di vino e si misero seduti a guardare il tramonto da dietro le tende verdi, nudi, con dei bicchieri panciuti di vino in mano. Il verde si scurì fino a diventare nero. Lui le passò una mano su tutte le vertebre, una per una, e lei non disse: Basta, mi fai il solletico, anche se lui temeva che lo facesse da un secondo all’altro. Invece rimase semplicemente a guardare fuori dalle tende scolorite, coi capelli che le frusciavano da un lato. Lui le accarezzò la spina dorsale da cima a fondo, un pezzetto alla volta, e per tutto il tempo che gli ci volle per farlo, il suo cervello rimase assolutamente in silenzio.E’ a questi spazi vuoti che bisogna stare attenti, perchè si riempiono di sentimento prima ancora che uno si renda conto di cos’è successo; e che si ritrovi, arrivato in fondo alla spina dorsale di lei, diverso. — Aimee Bender

FramMenti

 Forse il vero grande segreto è guardare le cose senza intervenire. Osservare le emozioni dentro di noi senza giudizio, senza sforzo, senza tentare di combatterle o reprimerle. Una cosa per noi inconcepibile. Ci hanno insegnato ad affrontare i problemi. A combattere e agire… ma quando si parla del mondo emotivo le cose non funzionano proprio così. Cercando di “combattere”, invece che accettare ed accogliere, si rimane solo intrappolati nella propria rete. Nell’inconscio dobbiamo tener conto di categorie diverse da quelle della coscienza; è un po’ come nella fisica, dove i fatti sono modificati dal semplice atto di osservarli. C.G. Jung

Donne dagli occhi grandi

Le donne dagli occhi grandi guardano il mondo con meraviglia ed entusiasmo, con rabbia, tormento e determinazione, con voglia di vivere e di combattere. Le donne dagli occhi grandi sono tante, tutte affascinanti, ciascuna con la propria unica e particolare bellezza concentrata in un particolare del viso, in una ciocca di capelli, nel modo di incedere, di parlare o di sorridere. Le donne dagli occhi grandi amano con passione, fanno dell’oggetto del loro desiderio il centro della propria vita, pronte a sacrificarsi, a mentire, a negare se stesse, a fare le valige e partire. Donne per le quali “l’amicizia tra uomini e donne è un bene imperdonabile”, donne che hanno “un tale subbuglio nel cuore” che per ventilarlo lasciano le porte aperte, “così che chiunque poteva entrare e chiedere affetto e favori senza neppure bussare”, donne che danno baci “di quelli che le donne innamorate regalano perché non sanno più dove metterli”. Donne che prima di morire scrivono sul loro diario “Credo che l’a...

FramMenti

Perché la ruota giri, perché la vita viva, ci vogliono le impurezze, e le impurezze delle impurezze. Anche nel terreno, come è noto, se ha da essere fertile ci vuole il dissenso, il diverso, il grano di sale e di senape: il fascismo non li vuole, li vieta, e per questo tu non sei fascista; vuole tutti uguali e tu non sei uguale. Neppure la virtù immacolata esiste, o se esiste è detestabile. Il sistema periodico - Zinco Primo Levi

Zoccole

Quando quello, come l’adolescente teppista che tutti siamo stati (e come il conduttore – inteso come tizio con presenza di spirito televisiva e capacità di portare la diretta dove vuole lui, non come quello che distribuisce la parola ai presenti in parti uguali – che Floris e Lerner non saranno neanche tra sette vite), gli ha chiesto sbruffoneggiando se quindi lui gli stesse proibendo di andare in onda, Masi, come la madre separata che non sa farsi rispettare dal figlio che le frega lo stipendio, ha tremebondeggiato che no, lui Santoro il programma lo faceva, figurarsi, però si sapesse che lui Masi si dissociava. Se pensate che Santoro non gli abbia riattaccato il telefono in faccia dandogli del poveretto, a Masi che gli paga lo stipendio, è solo perché avete problemi di decodifica di sottotesti e messaggi non verbali. Non vedevo una scena così umiliante dall’ultima volta che una caporedattrice incapace, non avendo argomenti dalla sua parte, mi strepitò «Il capo sono io», mentre tutto...

FramMenti

 La cultura è una cosa ben diversa. È organizzazione, disciplina del proprio io interiore, è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri. (Antonio Gramsci, dall'articolo “Socialismo e cultura”, pubblicato su Il Grido del Popolo il 29 gennaio 1916)

Entropia d'amore

di Emanuela Antonini Correva l’anno Milletrecentottantuno, quando io Ginevra Deluise, nobile dama di un piccolo borgo toscano, venni condannata al rogo per stregoneria, in quanto predicavo l’amore, non consono ai dettami della morale, per il mio cavaliere, il conte Victor Bernard. Questa è la storia d’amore tra la nobildonna e il suo cavaliere, scritta di mio pugno, a dimostrazione che niente è impossibile, soprattutto in amore. Durante i/processo mi chiesero... Autunno 1989 In un giorno grigio e piovoso, Greta Deblais, proprietaria di un azienda zoo-agricola, mentre osservava la campagna circostante la casa natale, una dimora de quindicesimo secolo, situata nella sua tenuta sui colli toscani, avvertì all’improvviso un’attrazione particolare, e l’impulso di rivolgere lo sguardo verso il ritratto di Ginevra Deluise, che dominava nel salone per maestosità e bellezza. Quella donna, sua antenata, era vissuta nel Medioevo, e tuttora veniva considerata un simbolo in ...

FramMenti

 C'è talmente tanta umanità in questa capacità di amare gli alberi, talmente tanta nostalgia dei nostri primi stupori, talmente tanta forza nel sentirsi così insignificanti in mezzo alla natura... sì, è proprio questo: l'evocazione degli alberi, della loro maestosità indifferente e dell'amore che proviamo per loro da un lato ci insegna quanto siamo insignificanti, cattivi parassiti brulicanti sulla superficie terrestre, dall'altro invece quanto siamo degni di vivere, perché siamo capaci di riconoscere una bellezza che non ci è debitrice. Muriel Barbery- "L'eleganza del riccio".

Il fidanzato della professoressa

La piazzetta Leopardi, a Castelfidardo, deserta in quel caldo mezzogiorno di ferragosto, si riempì improvvisamente di strilli. “È arrivato il fidanzato della professoressa!…è arrivato il fidanzato della professoressa!” – gridava a squarciagola un ragazzino, correndo verso il portone scuro, con i due gradini, e picchiando con entrambi i pugni per farsi aprire. Al rumore, era accorsa ad aprire, affannata, Maria : “Cosa hai da far tanto baccano, Guido?….è l’ora di pranzo…cosa c’è di così urgente da picchiare e strillare?…” “C’è il suo fidanzato, signorina….è arrivato il suo fidanzato!”-rispose Guido, ansante, orgoglioso della bella notizia che portava. Maria lo guardò allibita: “ …ma…ma che ti passa per la testa, sciocco….ma non lo sai che il mio fidanzato è in Sicilia?….e poi, come potresti sapere che è lui, se non lo hai mai visto?…Smettila di dire stupidaggini e datti una calmata” Ma il ragazzino non la smetteva d’urlare, di insistere: “…l’ho visto….sta venendo ...

Christiane Feser

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Christiane Feser (German, b. 1977), Lamellen 7, 2015

FramMenti

 Ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire, chiudere, e le sue parole rappresentano molti mesi, se non molti anni, della solitudine di un individuo, sicché ad ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte ad una particella di quella solitudine. Un uomo solo è seduto in una stanza e scrive. Che parli di isolamento o di compagnia, di amicizia, il libro è necessariamente generato da una solitudine. - Paul Auster

Eloy Sánchez Rosillo

Come non essere in sintonia proprio adesso - e magari per sempre - con la vita, ora che il sole di questa sera fredda e azzurra, così basso, si insinua nella mia casa e si addentra fino in fondo senza alcuna esitazione convertendo al suo passaggio tutto ciò che tocca in oro vivo e improvviso, in oro che non durerà ma che riempie di simpatia il mondo per me in questo istante? Eloy Sánchez Rosillo

FramMenti

Non è prendendo in giro la vita che si ottiene la felicità. È solo attraverso la rinuncia spontanea e la rassegnazione alla perdita che ci prepariamo alla morte e che otteniamo un minimo di felicità. Alice Munro, Le Lune di Giove, Einaudi, 2008.

Pensieri

Quell'artefice o scienziato o cultore di qualunque disciplina, che sarà usato paragonarsi, non con altri cultori di essa, ma con essa medesima, più che sarà eccellente, più basso concetto avrà di se: perché meglio conoscendo le profondità di quella, più inferiore si troverà nel paragone. Così quasi tutti gli uomini grandi sono modesti: perché si paragonano continuamente, non cogli altri, ma con quell'idea del perfetto che hanno dinanzi allo spirito, infinitamente più chiara e maggiore di quella che ha il volgo; e considerano quanto siano lontani dal conseguirla. Dove che i volgari facilmente, e forse alle volte con verità, si credono avere, non solo conseguita, ma superata quell'idea di perfezione che cape negli animi loro. Giacomo Leopardi

FramMenti

Per noi non vi sono stranieri. Noi vogliamo che tutti gli uomini, qualunque sia il loro luogo di nascita, qualunque sia il ceppo etnico da cui derivano, qualunque la lingua che parlano, si considerino come fratelli e si aggruppino liberamente e cooperino insieme per il maggiore benessere, la maggiore libertà, la maggiore civiltà di tutti. Se di stranieri vuol parlarsi, allora per noi lo straniero non è colui che è nato al di là di una frontiera e parla una lingua diversa, o ha la pelle di diverso colore; lo straniero, il nemico, è l’oppressore, è lo sfruttatore, è chiunque, in qualunque paese, sottomette a sé un altr’uomo.” Errico Malatesta (4 dicembre 1853, Santa Maria Capua Vetere – 22 luglio 1932, Roma)

Storie di cronopios e di famas

 Pensa a questo: quando ti regalano un orologio, ti regalano un piccolo inferno fiorito, una catena di rose, una cella d'aria. Non ti danno soltanto l'orologio, tanti, tanti auguri e speriamo che duri perchè è di buona marca, svizzero con àncora di rubini; non ti regalano soltanto questo minuscolo scalpellino che ti legherai al polso e che andrà a spasso con te. Ti regalano - non lo sanno, il terribile è che non lo sanno -, ti regalano un altro frammento fragile e precario di te stesso, qualcosa che è tuo ma che non è il tuo corpo, che devi legare al tuo corpo con il suo cinghino simile a un braccetto disperatamente aggrappato al tuo polso. Ti regalano la necessità di continuare a caricarlo tutti i giorni, l'obbligo di caricarlo se vuoi che continui ad essere un orologio; ti regalano l'ossessione di controllare l'ora esatta nelle vetrine dei gioiellieri, alla radio, al telefono. Ti regalano la paura di perderlo, che te lo rubino, che ti cada per terra e che si rompa...

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