Nella malattia mentale, in compenso, si considerava come una specie di autorità, come testimonia con una preoccupazione di esaustività quasi parodica il quadro clinico tracciato dal suo romanzo del 1963, Clans of the Alphane Moon. Questa luna alfana serviva all’origine da centro di accoglienza per i coloni terrestri affetti da turbe psichiche, ma una guerra poi la distaccò dal pianeta-madre, di modo che i malati mentali, abbandonati a se stessi da due generazioni, vi fondarono una società di clan, paragonabili al sistema delle caste indiane: ci sono i Mansi, maniaci, dominatori, aggressivi, che dall’alto della loro città, Da Vinci Heights, esercitano la loro imperiosa autorità; i Para, paranoici, sottili politici e strateghi, trincerati dietro mille sistemi di protezione nel loro bunker di Adolfville; i Dep, maniaco-depressivi, che se ne stanno da soli nell’oscura città di Cotton Mather; i Man, maniaco-ossessivi, fra i quali si reclutano i funzionari del pianeta; i Poli, schizofrenici...